LA NOTA. “Salvata” la neo camerata Raffaela Pignetti. Ora in FdI comanda solo lei. Cangianocerreto al guinzaglio del ras Cirielli

8 Aprile 2025 - 14:20

Ormai la candidatura alla Regione dipende solo da lei. Il 18 aprile arriva il ministro Giuli, ad un evento organizzato dalla Pignetti insieme a Cirielli, con i due deputati casertani che manco lo sapevano

CASERTA – È del tutto evidente che il partito di Fratelli d’Italia, in provincia di Caserta, non esprima una classe dirigente.

La senatrice Giovanna Petrenga, di fronte allo sperpetuo dell’esproprio delle prerogative politiche-territoriali che si è verificato e di cui andremo a ragionare in questo articolo, si è volontariamente defilata, i deputati Gimmi Cangiano e Marco Cerreto, il primo anche presidente provinciale di Fdi, rispondono, infatti, agli ordini perentori e non discutibili di Edmondo Cirielli, vero ras della Campania,

qualifica fresca di bollinatura dopo aver raccolto, con la nomina a sottosegretario del suo fedelissimo e fidatissimo Antonio Iannone, i frutti del risultato ottenuto alle ultime elezioni europee in provincia di Salerno, ormai di gran lunga la più meloniana della regione, con l’allegato benefit dell’elezione di Alberico Gambino al Parlamento europeo.

Giorgia Meloni è comunque, il fatto non va mai rimosso nelle analisi, una professionista della politica che, seppur temprata da anni e anni di opposizione testimoniale, trascorsi nel perimetro della critica assertiva alle patologie iper clientelari del sistema politico nazionale e meridionale in particolare, è stata risucchiata, anche per effetto dei totalizzanti impegni di governo, da logiche ordinarie che la inducono a pesare e a valutare i voti così come l’imperatore Vespasiano pesava e valutava le composite deiezioni e i conseguenti effluvi che ammorbavano l’aria nelle zone contigue ai cessi pubblici da lui inventati e che presero, non a caso il suo nome.

Pecunia non olet“, frase che Vespasiano pronunciò al figlio che si lamentava del “profumo”. Voti non olent, dice Giorgia Meloni alla sorella Arianna, mentre firma il decreto di nomina di Antonio Iannone alla carica di sottosegretario.

Dunque, in Campania comanda solo Cirielli, con Cangianocerreto ridotti a meri esecutori di ordini, così com’è emerso in maniera palmare quando il carabiniere per sbaglio ha ordinato al presidente fantoccio Cangiano di scrivere un surreale comunicato stampa in cui FdI difendeva la presidente dell’Asi Caserta, Raffaela Pignetti, messa lì da Stefano Graziano e dal PD, ma attaccata da De Luca, proprio da chi l’ha tenuta su quella poltrona per 11 anni, non ordinando mai a Zannini (e avrebbe avuto la possibilità di farlo) di mandarla a casa attraverso una sfiducia votata dal Consiglio generale o convincendo, in qualche modo, un terzo componente del Comitato direttivo a dimettersi, contestualmente al rappresentante della Regione e a quello direttamente espresso da Zannini, in modo da chiudere ancor più velocemente, e statutariamente in maniera ancora più sicura, questa gestione dell’Asi, una delle questioni più imbarazzanti che la storia della politica di questa provincia ricordi.

Ma della signora Pignetti, che ancora oggi spende il pubblico danaro (ha superato i 70mila euro solo in incarichi esterni versus Casertace) per tentare (invano) di chiudere la bocca a me e a questo giornale, abbiamo scritto, scriviamo e scriveremo ancora in funzione del suo surreale e pittoresco esercizio della carica di presidente dell’Asi.

D’altronde, ogni persona di media intelligenza e di ordinarie competenze è in grado di affermare, senza postille di riserva, che la signora Pignetti, con tutto il rispetto per la persona, è l’esperienza più avanzata del degrado e del precipizio culturale di una politica fatta di banalità e relativismo etico, una sorta di struttura di target, destinata a rimanere nella hall of (in)fame degli indimenticabili e delle indimenticabili.

In questo articolo, però, vogliamo analizzare la signora Pignetti, guardando il suo status di personaggio pubblico con un’altra lente, da un altro angolo visuale.

Il prossimo 18 aprile, mai come in questa circostanza venerdì santo, venerdì della croce del Nazareno, ma anche l’ennesima croce della politica casertana, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, di Fratelli d’Italia, arriverà a Marcianise, nell’area Asi, per intitolare ad Adriano Olivetti uno breve moncone di strada attigua allo storico stabilimento del grande imprenditore piemontese, situato per anni proprio in quell’area.

Il ministro arriverà, insieme alla figlia di Adriano Olivetti, a totale insaputa – non lo ammetteranno mai, ma è così – dei parlamentari casertani che ne sono stati edotti quasi per sbaglio.

La Pignetti, forte dei rapporti politici costruiti con Edmondo Cirielli, forte del rapporto dinamico-professionale cementato con Serafino Sorrenti, responsabile della sicurezza informatica di Palazzo Chigi (a proposito, il James Bond alla ‘nduia calabrese si diverte a sbirciare le storie in Facebook, suscitando tanta ilarità tra i miei amici del Viminale e di viale Romania) ha organizzato l’evento che, sicuramente, dopo questo articolo, Cirielli ordinerà ai soldatini di latta (che s’adda fa’ per campa’) Cangiano e Cerreto di coprire politicamente, dando l’idea ai micro ma proprio micro fratellini locali che è stato il partito a organizzarlo.

Piaccia o non piaccia, dunque, proprio partendo da quell’angolo visuale diverso di cui si parlava prima, da quell’angolo effettuale, pratico bisogna riconoscere obiettivamente che oggi Raffaela Pignetti è la vera leader di Fratelli d’Italia in provincia di Caserta.

Lei parla con Cirielli direttamente e se ne impippa di Cangiano e Cerreto che mai come in questi frangenti stanno dimostrando in maniera palmare di non valere nulla politicamente, accettando docilmente la prospettiva di esistere solo fino a quando Edmondo Cirielli vorrà, solo fino a quando il carabiniere per sbaglio non penserà di assoggettare definitivamente Caserta candidando qui, magari alle prossime Politiche, salernitani in esubero.

La Pignetti deve solo decidere se candidarsi o meno alle Regionali. Se scenderà in campo, Cirielli ordinerà ai due maggiordomi di accoppiare il nome della Pignetti a quello di Luigi Roma, in campo con la maglietta serigrafata Gimmi, e a quello di Tarabuso, schierato da Cerreto. E loro dovranno obbedire senza fiatare per cercare di salvare la poltrona parlamentare.

Per cui, non è improbabile che la Pignetti venga eletta, il che, di per sé, non costituirebbe un fatto del tutto negativo per Caserta, visto che in Consiglio regionale farebbe danni sicuramente minori di quelli che ha fatto e che continua a fare al timone scassatissimo dell’Asi.