La premiata ditta Zagaria multi service. Protezione e assistenza completa a Falco per il JAMBO. Ecco quanto pagava all’anno l’imprenditore al boss
4 Luglio 2018 - 20:09
TRENTOLA DUCENTA – Il racconto orale dell’ultima deposizione di Massimiliano Caterino, all’interno del processo Jambo, culminata con la spassosa autodefinizione che il “mastrone” si è data di “camorrista gentiluomo” (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO) ci ha fornito lo stimolo per approfondire ancora meglio i contenuti di questo interrogatorio.
E così ce lo siamo procurati e ve lo racconteremo, passo passo, stasera e anche nei prossimi giorni.
La prima parte non contiene la questione del camorrista gentiluomo. Lì ci arriveremo con calma, perchè un pò di attesa rende ancor più stuzzicante l’argomento.
Oggi ci occupiamo della primissima parte dell’interrogatorio in cui Massimiliano Caterino dice due cose sostanziali. La prima: Michele Zagaria, da quando ha subito sequestri e confisce immobiliari e dell’intera azienda da cui tutto era iniziato, quella del movimento terra, compreso ognuno dei mezzi, ognugno degli escavatori, ha voluto solo incassare in denaro liquido.
Si può bene immaginare dunque che abbia accumulato metri e metri quadrati, ma anche metri e metri cubi di banconote, degne del deposito di zio Paperone.
La seconda cosa ancor più interessante, riguarda l’assistenza full time, una sorta di multiservizi, che Zagaria ha fornito a Falco. Il boss non ha mai immesso prestanomi nella società del Jambo ma ha tenuto lontani da questa attività commerciale tutte le altre fazioni del clan dei casalesi, per le quali il Jambo era molto più che appetibile.
Non c’era un aspetto organizzativo di cui Zagaria non si occupava comportandosi come una sorta di angelo custode di Falco. Questi, a detta di Massimiliano Caterino, corrispondeva al boss la cifra di 60 mila euro all’anno in contanti.
Il resto lo leggete nel primo stralcio dell’interrogatorio che publichiamo in calce.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO DI MASSIMILIANO CATERINO