LA SOLITA MONNEZZA FETENTE. Carabinieri in comune: tra formulari e prestigiatori, ecco come si potrebbero creare fondi e provviste per le tangenti

7 Ottobre 2024 - 18:47

Un primo (e non ultimo) approfondimento all’indomani dell’iniziativa assunta a Casagiove dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere (leggi qui l’articolo in esclusiva)

CASAGIOVE – Venerdì, i carabinieri della stazione di Casagiove, guidati dal maresciallo Luigi Germani, sta sviluppando diverse indagini, su delega della procura di Santa Maria Capua Vetere, sulle attività relative alla movimentazione dei rifiuti solidi urbani, trasportati dalla società DHI presso gli impianti fornitori di servizi.

Nello specifico, l’attenzione degli inquirenti si sta appuntando soprattutto su quello che è successo negli ultimi anni presso il sito della società SO.RA.RI.,

ubicato nella zona industriale di Carinaro.

Questa è la premessa d’obbligo. Ora, se a CasertaCe propini qualcosa che ha a che fare, direttamente o indirettamente, con le pesate dei rifiuti prelevati attraverso la raccolta differenziata, vai a toccare un nervo scoperto.

Non è che noi abbiamo solo lettori di vecchio conio, ma più di qualcuno ricorderà le nostre battaglie sviluppatesi nonostante i tentativi di intimidirci attraverso querele e altre azioni giudiziarie ad opera dell’impresa di Francesco Iavazzi, titolare dell’impianto di Caserta capoluogo.

Quelle inchieste hanno contribuito, seppur in minima parte, ad altri tipi di indagine, molto più importanti ed autorevole, svolti dall’autorità giudiziaria, dalla procura sammaritana, dal PM Giacomo Urbano, il quale ha ottenuto un grande successo, visto che il giudice ha condannato Iavazzi, ma anche il dirigente del comune di Caserta, entrambi difesi dall’avvocato Genny Iannotti, a 5 anni e quattro mesi, addirittura una pena maggiore di quella invocata dal PM Urbano (5 anni) al termine della sua requisitoria.

Poi ci sono le nostre inchieste su tante altre braciolette del comune capoluogo con società esperte nel trattamento dei rifiuti, a partire dal lavoro svolto in merito ai giochi di prestigio realizzati dall’imprenditore di Casapulla, Luciano Sorbo, detto Luca, con l’utilizzo di due società diverse, ma con la stessa sede, per il conferimento dell’umido di Caserta città e la scelta – casuale – di far fuori l’impresa di famiglia a rischio fallimento per favorire quella nuova, più “sana”, grazie ad una strana determina firmata dal dirigente Franco Biondi, recentemente arrestato e scarcerato.

Dunque, ci viene naturale cercare di capire cosa stia avvenendo al comune di Casagiove. In verità, nulla di definitivo possiamo dire e nulla di illegale è avvenuto, fino a prova contraria.

Mina cantava una canzone in cui c’era il verso “mettiamo il caso…“.

E allora mettiamo il caso che la DHI completi di notte il suo lavoro, portando a Carinaro un camion pieno di rifiuti parcellizzati, ossia quelli di una diligente raccolta differenziata costituiti da plastica, carta e cartone.

Arrivano lì al piazzale dell’impianto e come ben sappiamo noi che al tema dedichiamo tante giornate, lì c’è un passaggio di consegna tra l’autista dell’impresa che ha raccolto i rifiuti, ossia di DHI, e il gestore dell’impianto, ossia uno o più tizi messi lì da SO.RA.RI.

Entrando dalla porta principale, il camion sale su una piattaforma ad hoc che opera la cosiddetta pesata a peso lordo, ossia camion più rifiuti, successivamente scarica tutta la carta, il cartone e la plastica presente e uscendo il camion torna sulla bilancia, in modo da registrare il proprio peso “scarico”, che farà da tara, in modo da scoprire il peso netto dei rifiuti.

Finita qui? No. Ecco il foglietto, ossia il formulario. L’autista di DHI inserisce i dati del mezzo, es. la targa, in modo da accertare che il giorno tot, all’orario tot, il camion si sia recato a scaricare all’impianto i rifiuti frazionati e che ovviamente si è sottoposto al peso di tara.

Tutta l’altra parte del formulario, quella più importante, è nelle mani della società che gestisce l’impianto, convenzionato con il comune in forza di una gara d’appalto un ics tempo fa.

È evidente che sia praticamente impossibile che una tonnellata, due tonnellate di plastica, carta e cartone arrivino in piena purezza alla piattaforma. Non a caso, il formulario contiene uno spazio da riempire in cui il gestore dell’impianto deve indicare attraverso un controllo da effettuare con le proprie macchine rilevatrici le impurità dei rifiuti.

Invece, evidentemente, i casagiovesi hanno una caratteristica antropologica unica nel suo genere: fanno la differenziata meglio di come la fanno a Stoccolma, a Berna, a Zurigo.

Mettiamo il caso, in questa ipotesi di scuola che stiamo realizzando, che nell’impianto SO.RA.RI. vengano archiviati decine e decine, forse centinaia di formulari che, nella parte in cui vanno indicate le impurtià, non contengano un solo tratto di penna.

In quel momento, la società che gestisce l’impianto ha attestato che nella notte ics, poi nella notte zeta, poi nella notte ypsilon e in tante altre notti Casagiove ha portato plastica, carta e cartone puri al 100%: assolutamente impossibile.

Mettiamo il caso che nella relazione contrattuale tra la società che gestisce la piattaforma e il comune bisogna fare i conti ad un certo punto. E mettiamo il caso che, al contrario di quello che risulta dai formulari vuoti nella parte dell’impurità, quelli dell’impianto dicano “mannaggia, ce ne siamo accorti dopo che c’era il 30/40% di impurità, di monnezza indifferenziata”.

Mannaggia. Ma adesso che ci mettiamo a fare le carte da capo? Vuol dire che il prezzo giusto al comune di Casagiove lo facciamo noi e sarà pari al tonnellaggio, alle relazioni di prezzo tra le varie categorie di rifiuti, meno le impurità.

Beh, al comune di Casagiove ci dev’essere qualcuno che deve avere una stima sconfinata per il gestore, altrimenti non potrebbe credergli sulla parola.

In base al formulario il comune dovrebbe aver 100, ma in base alla verifica postuma con il 30 di impurità, il comune incassa 50. Cinquanta e non 70 perché i prezzi dei rifiuti possono variare ed essere diversi.

Mettiamo il caso, infine, che nell’ultimo segmento di questa operazione, i gestori della piattaforma dimenticano di nuovo di aver trovato le impurità e non aggiungendolo ai formulari fanno valere quelli iniziali, dunque senza impurità, nel momento in cui chiedono la fattura all’acquirente finale, ovvero il consorzio di imprese del settore Conai, che lavora con i comuni a seguito dell’accordo con l’Anci.

Dunque, la piattaforma ha incassato molto di più rispetto a quanto avrebbe ricevuto connettendo in maniera coerente le impurità che ha dichiarato di aver trovato e che hanno portato all’emissione di una “fatturina” ad opera del comune di Casagiove, e le impurità, che non possono essere scomparse come capitava a Silvan il Prestigiatore, con cui chiede la sua di fattura al Conai.

Mettiamo il caso che questa cosa avvenga sera per sera. Questa si chiamerebbe provvista. Ma siamo sicuro che questo non sia successo.

Perché sapete qui al Sud Italia a cosa servono le provviste? Ad accocchiare i soldi per le tangenti. Ma non può essere successo perché questo è il comune amministrato da un discepolo, un apostolo della legalità: Peppe Vozza, il quale sicuramente non si sarebbe mai fatto prendere per i fondelli neanche nel caso in cui ci fosse stato nella struttura comunale un funzionario, un dipendente infedele.

Una certezza che, però, stando a quello che hanno fatto i carabinieri l’altro giorno, su delega della procura, non è poi così granitica nella testa di chi eventualmente, articolo 112 della Costituzione alla mano, deve attivare l’azione penale.