La strana amnesia dell’OSPEDALE DI CASERTA nei pagamenti alla ditta di Casoria colpita da interdittiva antimafia e poi riammessa nella white list

28 Marzo 2023 - 21:20

La Sigma nell’aprile del 2022 è stata esclusa dalla white list della Prefettura di Napoli, dopo l’inchiesta della Dda sul clan Cimmino-Caiazzo e la presenza nell’ordinanza redatta dai pm di Guido Galano, socio ed ex consigliere dell’azienda. Si tratta della ditta che fornisce le macchinette, snack e bevande, al Sant’Anna e San Sebastiano, ma il dg Gubitosa non ha mai firmato la risoluzione del contratto, obbligatoria per legge a seguito di interdittiva

CASERTA (l.v.r.) – Non sappiamo se avete notato che, ad esempio, all’ospedale di Marcianise dall’inizio della scorsa estate sono assenti i distributori automatici di snack e bevande. Ma non si tratta di un unicum del nosocomio intitolato ad Anastasia Guerriero.

In tutte le strutture gestite dall’Asl Caserta, infatti, almeno fino allo scorso dicembre, erano assente le cosiddette macchinette. Questo perché negli ultimi giorni di maggio 2022 (LEGGI QUI L’ARTICOLO), l’azienda locale sanitaria della nostra provincia è stata costretta a risolvere il contratto – portato avanti in maniera discutibile rispetto alla durata, legata alla maxi proroga di quattro anni – con la Sigma srl di Casoria, colpita da interdittiva antimafia e che quindi ha dovuto interrompere i rapporti con le pubbliche amministrazioni rispetto al servizio di somministrazione di alimenti tramite distributori.

L’Asl di Caserta, nel documento di risoluzione contrattuale, inoltre, segnalava anche che si trattava di un atto che chiudeva i rapporti con la Sigma poiché il contratto era scaduto. Per pietà, non sottolineiamo più di tanto al direttore generale dell’epoca, Ferdinando Russo, che il contratto doveva chiudersi nel 2018 e che fino a quel punto ci è arrivato grazie alle proroghe volute proprio dall’azienda sanitaria a causa di non meglio note lentezze nella nuova procedura di gara bandita nel 2019.

Il coinvolgimento della società Sigma sarebbe motivato dalla presenza nell’indagine condotta dalla Dda di Napoli, relativa al clan camorristico Cimmino-Caiazzo, di Guido Galano, socio ed ex consigliere dell’azienda e fratello del legale rappresentante dell’impresa, Nunzio Galano, dimessosi dalla carica dopo la notizia dell’ordinanza.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Guido Galano sarebbe stato socio di Alessandro Esposito, imprenditore ritenuto affiliato al clan e imputato per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Un rapporto che avrebbe visto Galano favorito negli appalti per il servizio di distribuzione bevande e alimento nel Policlinico e al Cardarelli proprio assieme ad Esposito, quest’ultimo ricevitore di diverse tangenti e dei una richiesta di Guido Galano affinché potesse evitare di pagare un’altra estorsione.

SIGMA TORNA IN CAMPO (CON L’AMMINISTRATORE GIUDIZARIO) E LE AMNESIE DELL’OSPEDALE DI CASERTA

L’interdittiva antimafia spiccata dalla prefettura di Napoli ha come immediato effetto, ai sensi degli articoli 92 e 94 del Codice Antimafia, la risoluzione del contratto con ogni pubblica amministrazione in cui la ditta opera, in questo caso la Sigma. Ed è quello che ha fatto l’Asl di Caserta.

Un obbligo per le cosiddette stazioni appaltanti di cui, invece, sembra proprio non fossero a conoscenza all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.

Nella struttura sanitaria più importante della nostra provincia, infatti, dal momento in cui la Sigma dei Galano ha ricevuto il provvedimento di esclusione dalla white list, non sarebbe stata eseguita la risoluzione del contratto.

Scriviamo ciò in base a due circostanze. La prima: all’interno dell’albo pretorio dell’ospedale di Caserta, escluso il rinnovo del servizio con Sigma per ulteriori tre anni (possibilità prevista dal contratto), dopo i primi cinque, partiti con contratto firmato nel 2016 e che porta il rapporto tra Galano e l’ospedale a una durata monstre di otto anni, non c’è nessun documento di risoluzione contrattuale firmato dal direttore generale del Sant’Anna e San Sebastiano, Gaetano Gubitosa.

Seconda circostanza, ulteriore indizio di ciò, ci viene dalla delibera 271 del 24 marzo scorso.

In questo atto, Gubitosa autorizza l’affidamento diretto alla Sigma della distribuzione dei gettoni per bevande e snack gratuiti da erogare tramite le macchinette ai donatori di sangue.

Nel racconto di come si arriva a questa decisione, che comporterà una spesa complessiva per l’ospedale di poco superiore ai 6 mila euro, la delibera analizza la storia del rapporto tra Sigma e l’azienda Sant’Anna e San Sebastiano.

La Sigma è fornitore delle macchinette dell’ospedale dal 2016. E questo lo sappiamo. E proprio in base a questo contratto, nel 2018, ha ricevuto lo stesso tipo di affidamento consegnatogli da Gubitosa pochi giorni fa, ovvero la distribuzione dei citati gettoni. L’incarico sarebbe poi terminato nel maggio 2021, al momento della scadenza naturale del contratto.

Ma sappiamo anche che il contratto è stato rinnovato proprio nel maggio 2021 per altri 3 anni. E in base a questa nuova durata fino al 2024, l’ospedale di Caserta affida il servizio di fornitura gettoni sempre alla Sigma con scadenza legata a quella del contratto delle macchinette, ovvero 2024.

Tutto fantastico. Se non fosse che nell’aprile di un anno fa la società dei Galano ha ricevuto l’interdittiva antimafia dalla Prefettura di Napoli e, quindi, obbligatoriamente, l’ospedale di Caserta avrebbe dovuto risolvere il contratto con la Sigma.

Perché se questo affidamento da 6 mila euro è stato possibile, stando a quanto scritto nella delibera che trovate nel link in calce all’articolo, è solo grazie al contratto in essere, che, scusateci il gioco di parole, non ci doveva più essere.

La società dei Galano è tornata nell’elenco delle imprese che possono operare con la pubblica amministrazione solo nel novembre 2022, a seguito dell’ammissione della Sigma al controllo giudiziario, istituto che ha riformato nel 2017 l’articolo 34 della legge Antimafia, aggiungendo questa opzione che, in caso di suo accoglimento, crea una condizione di congelamento degli effetti o di parte di questi dell’interdittiva antimafia.

Tale “controllo” assegna al tribunale il compito di vigilanza prescrittiva, incisiva e penetrante, più blanda rispetto alla misura dell’amministrazione giudiziaria, mediante sottoposizione temporanea, da uno a tre anni, dell’impresa ad una serie di obblighi informativi e di compliance (conformità delle attività di impresa alle normative vigenti), imposti direttamente dall’autorità giudiziaria, non determinando lo spossessamento della gestione dell’azienda.

Il controllo giudiziario, però, non cancella in maniera retroattiva gli effetti dell’interdittiva antimafia. Se, infatti, la Sigma può tornare ad operare con le amministrazioni dello Stato, proprio grazie a quanto deciso della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Napoli, il controllo giudiziario può sospendere gli effetti della interdittiva, ma non può eliminare quegli effetti già prodotti.

E qui dobbiamo porci una serie di domande. Perché non è stato rescisso il contratto con Sigma? In tutti questi mesi l’ospedale di Caserta ha pagato un’azienda che non poteva avere nessun rapporto con enti pubblici, perché ritenuto infiltrata dalla criminalità organizzata? Il direttore generale Gaetano Gubitosa, il responsabile del procedimento, la dirigente Maria De Sano, e il direttore dell’esecuzione del contratto, l’architetto Virgilio Patitucci non sapevano di questa situazione? Impossibile pensare che non fossero a conoscenza dell’interdittiva antimafia ricevuta da Sigma, ma allora perché non si è provveduto a risolvere il contratto?

Naturalmente restiamo a disposizione di chi, azienda sanitaria o rappresentanti Sigma, vorrà dare il suo contributo alla discussione sulla vicenda con note e appunti ufficiali.

CLICCA QUI PER LEGGERE L’AFFIDAMENTO

QUI SOTTO L’ISCRIZIONE DI SIGMA ALLA WHITE LIST CON LA NOTA DEL CONTROLLO GIUDIZIARIO