LA TERRA DI CETTO LA QUALUNQUE. Se di cognome fai Graziano, vieni assunto al Consorzio di Bonifica. “Determinati” e avventizi: ecco la strage dell’equità e del pubblico danaro

7 Ottobre 2019 - 17:25

CASERTA (g.g.) – Dove ti giri giri, trovi sempre Graziano. Graziano. Graziano in tutte le salse. Non solo Stefano Graziano, consigliere regionale del PD, ma anche suoi diretti e indiretti derivati. Prendete l’ennesima infornata di amici e amici degli amici, fatta nei mesi scorsi dal Consorzio di Bonifica, a colpi di contratti a tempo determinato o di tipo avventizio a 102 giornate lavorative. Stefano Graziano, che ha messo a fare il commissario il simpatico Carlo Maisto, per intenderci quello che si è auto-definito la “mano lunga” del governatore De Luca, accoglie con grande letizia altri due Graziano che forse non sono imparentati con lui (almeno uno sicuramente non lo è) ma ai quali, come capitava nei regimi, reca fortuna portare proprio quel cognome.
Partiamo da Giuseppe Graziano, di Castel Volturno, il quale, a soli 20 anni, ha già firmato all’inizio del maggio scorso il secondo contratto da avventizio a 100 giorni quale dipendente del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno. A 19 anni di età, i ragazzi di questa provincia, e più in generale del Sud, non lo vedono neppure con un telescopio intergalattico un lavoro che facendo quattro calcoli veloci, rende al giovanissimo castellano circa 1000 euro al mese per 5 giorni di lavoro alla settimana, fino ad arrivare al 102esimo di questi giorni, che segna la conclusione del contratto da avventizio.
Giuseppe

Graziano è il figliolo dell’ex consigliera comunale di Castel Volturno Giuseppina Taurino, collegata direttamente all’allora sindaco Dimitri Russo, uno dei maggiori esponenti della corrente interna al Partito Democratico casertano, di Stefano Graziano.
Noi che certi fatti li abbiamo seguiti minuto per minuto, conosciamo retroscena che quasi nessuno conosce. Ci fu un momento, nella scorsa consiliatura, in cui la Taurino si avvicinò politicamente, in maniera anche esplicita, al consigliere regionale di Mondragone Giovanni Zannini. La cosa non fu vista certo con favore da Dimitri Russo, benché meno da Graziano, che perdeva un pezzo all’interno del consiglio comunale di Castel Volturno. Riannodando il nastro, risale proprio a quel periodo, non si sa se per coincidenza o per una relazione di causa-effetto, la prima assunzione da avventizio del figlio della Taurino nel Consorzio di Bonifica, alla verdissima età di anni 19. Non si sa, ancora, se per coincidenza o per esistenza di un un nesso causale, fatto sta che la Tuarino non passò nell’area di Giovanni Zannini, rimanendo fedele a quella di Stefano Graziano, rappresentata sul territorio dall’allora sindaco Russo. Giuseppe Graziano fu assunto per chiamata diretta dalla coppia Carlo Maisto-Marcantonio Abbate, in pratica due protesi di Stefano Graziano.

Veniamo al secondo caso, che abita, non metaforicamente ma materialmente in quel di Cancello ed Arnone alla via Municipio. Risale al 13 giugno scorso, la determina, naturalmente anche questa firmata dal duo dinamico Maisto-Abbate, che assume a tempo determinato (reduce da Garanzia Giovani) un altro Giuseppe Graziano, sicuramente più stagionato del primo, avendo 29 anni. Per lui 12 mesi di contratto, con tanto di ufficio e scrivania. Il Graziano cancellese è figlio, manco a dirlo, di un papà che si chiama Marcello Graziano e di una madre che si chiama Angela Graziano. Marcello Graziano è legatissimo alla famiglia imprenditoriale dei Peluso. Svolge, infatti, la funzione di amministratore, non si sa fino a che punto regnante realmente, di una società di proprietà di Nicola Peluso, fratello di Gaetano Peluso, ex editore della Gazzetta di Caserta, e con qualche vicissitudine giudiziaria alle spalle legata agli appalti Anas, da decenni core business suo e della famiglia.
Gaetano Peluso, da qualche tempo, ha intensificato i rapporti con Stefano Graziano, divenendo uno dei supporter elettorali più determinati e anche, perché no, la cosa non guasta, ovviamente per le necessità del Rosso di Teverola, più danarosi del consigliere regionale del Pd.

Siccome quando si parla di assunzioni nel Consorzio di Bonifica, un ente che, al pari del Consorzio Idrico, viene tenuto in piedi nonostante la montagna di debiti per decine e decine di milioni di euro accumulati negli anni, grazie alle scelte scellerate di una Regione Campania i cui governanti pro tempore ci fanno sopra voti e clientele, facendoli pagare (ovviamente) ai contribuenti, è ampia come lo è l’articolazione del vergognoso regime para-feudale, vassallo, suddito che ne determina i meccanismi, occorrerà almeno un altro articolo per rendere noti i nomi degli altri “fortunati”, assunti quest’anno, declinandone l’identità e associando ognuna di queste alla relazione con un politico o con qualche mandarino interno agli uffici consortili, luoghi nei quali si sono consumati e si consumano nefandezze di ogni genere.