LA VIDEO-INTERVISTA. Andrea De Filippo dopo l’assoluzione si toglie qualche sassolino: “C’è chi ha speculato sulla mia vicenda giudiziaria”

3 Maggio 2023 - 12:05

Lo abbiamo “convocato” in funzione della notizia di stretta attualità, legata alla sentenza dello scorso 26 aprile. Non era nostra intenzione dedicare tempo alla campagna elettorale di Maddaloni (ad esito largamente scontato) ma, dato che c’eravamo, abbiamo posto altre domande su Interporto, infrastrutture, rapporto con Rfi. L’INTERVISTA È DIVISA IN TRE PARTI, LA PRIMA (QUELLA DI OGGI) DEDICATA AL PROCESSO E ALL’ASSOLUZONE

MADDALONI – Gli eventi che precedono la consultazione che si svolgerà da qui a un paio di settimane a Maddaloni non offrono spunti granché interessanti. Innanzitutto perché l’esito pare scontato, in secondo luogo perché la proposta elettorale del sindaco uscente Andrea De Filippo che mette sulla bilancia la sua lunga esperienza in tantissimi anni nella politica, non viene fronteggiata da proposta di altro genere, incardinata magari in un tentativo di rivoluzione generazionale.

Il maggiore competitor di De Filippo è, infatti, Pino Magliocca. Persona perbene, mai coinvolta in situazione equivoche – il che dalle parti nostre è già un titolo di gran merito – ma tutto sommato coevo ad Andrea De Filippo.

Se a questo ci aggiungiamo anche il fatto che esiste una nettissima sperequazione numerica tra le liste che appoggiano quest’ultimo e quelle che sostengono il candidato Magliocca, nessun osservatore, quand’anche dotato solo di particelle cerebrali di tipo elementari, può seriamente ritenere che il 15 maggio sera Maddaloni non confermi alla massima carica cittadina proprio De Filippo.

Per questo motivo non avevamo programmato interviste o approfondimenti, dato che un esito scontato reca con sé un disarmo dell’interesse dei lettori, al di là di quelle che possono essere le piccole battaglie interne alle coalizioni, finalizzate a garantirsi un seggio in consiglio comunale.

È successo che, proprio nel bel mezzo della campagna elettorale, sia arrivata la sentenza che ha chiuso l’arcinoto processo che vedeva Andrea De Filippo imputato del reato di voto di scambio, addirittura aggravato da quello che un tempo era l’articolo 7 della legge 241/1991, oggi divenuto articolo 416 bis comma 1, riguardante la cosiddetta aggravante, la quale comporta che il reato contestato produca un vantaggio per gli interessi della criminalità organizzata, nello specifico per quelli della camorra maddalonese.

Inutile ritornare su quello che abbiamo scritto nel corso di questi anni su un processo che ci ha sempre convinto molto poco, dopo aver letto attentamente e più volte gli atti giudiziari da cui è gemmato.

Siccome noi di CasertaCE siamo stati co-protagonisti di questa vicenda, diciamocela tutta, un po’ strumentalizzati anche dai titolari dell’esercizio dell’azione penale che si sono girati un po’ la frittata a loro piacimento, utilizzando il copioso corredo di articoli di questo giornale su diversi e specifici fenomeni sospetti che avevano connotato le elezioni comunale del 2017 nelle varie sezioni di via Napoli e dei quartieri popolari, allora non possiamo non riannodare il filo di tutta questa vicenda, nel momento in cui il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso una sentenza, da noi, del resto, ampiamente prevista e annunciata, con la quale ha assolto Andrea De Filippo per non aver commesso il fatto, anche per il reato di voto di scambio, sopravvissuto attraverso una timida richiesta di condanna ad un anno di reclusione – insufficiente in prospettiva di un’eventuale sentenza di Appello nell’applicazione la legge Severino a carico di De Filippo – nella requisitoria del pubblico ministero Luigi Landolfi, che aveva chiesto l’assoluzione per l’aggravante camorristica.

Quando parliamo di cerchio che si chiude, ci riferiamo ad un’intervista, resa sempre a CasertaCE, da De Filippo nel corso della campagna elettorale del 2018.

Non a caso, iniziamo il video che pubblichiamo in testa a quest’articolo, proprio da quel momento di confronto. Naturalmente, abbiamo estrapolato solo quella parte in cui esprimevamo perplessità sulla candiatura di Teresa Esposito, ben sapendo di un’indagine della Dda, ma ovviamente guardandoci bene dal farne certo, come peraltro avremmo anche potuto permetterci di fare, nel corso di quell’intervista.

La candidata è sorella di quell’Antonio Esposito detto O’ Saponaro, condannato in primo grado all’ergastolo, poi in Appello a trent’anni, ma sorella anche dell’altro Esposito, il quale, un attimo dopo la lettura del dispositivo della sentenza con cui il tribunale di Santa Maria Capua Vetere condannava il fratello con il carcere a vita, aveva inveito pesantemente proprio nei confronti del pm Luigi Landolfi, rappresentante dell’accusa in quel processo, tentando addirittura di aggredirlo

Le cose sono andate come sono andate, poi. Ed è inutile ripetere che, se ci avesse ascoltato, De Filippo avrebbe evitato di trascorrere anni di preoccupazione e di stress. Importante, invece, che, giornalisticamente parlando, essendo noi stati fattore di quell’indagine, ci ritrovassimo cinque anni dopo con De Filippo per commentare gli eventi, partendo proprio da quel minuto e mezzo del 2018.

Naturalmente, siccome, come si suol dire, ci trovavamo, abbiamo approfittato anche per porre al candidato sindaco altre domande su temi che noi riteniamo realmente importanti per lo sviluppo della città di Maddaloni, ma anche per quello di una parte corposissima della provincia di Caserta: Interporto, infrastrutture, casello autostradale, Alta velocità, ristori erogati da Rete Ferroviaria Italiana e già utilizzati per sistemare dignitosamente il vergognoso manto stradale dell’area tra Montedecore e la 335 e qualche altra cosa ancora.

Questa conversazione l’abbiamo suddivisa in tre parti. Oggi mettiamo in rete la prima, esclusivamente dedicata all’esito del processo che ha sancito l’assoluzione di De Filippo.