L’ASL CASERTA processa se stessa e Michele Schiavone. Il re delle Rsa perde la gestione delle Case Alloggio per malati psichiatrici

2 Agosto 2022 - 15:07

Alla fine, però, alcuni passaggi di questa storia appaiono quantomeno ancora oscuri. L’imprenditore di Sessa Aurunca sarebbe stato responsabile di un ingente danno economico nei confronti della struttura sanitaria provinciale. Ma se lui è il responsabile, i complici devono essere per forza all’interno della squadra Asl (e forse anche dei comuni)

CASERTA – L’impressione è che esista un metodo di reazione alle indagini e alle operazioni di polizia e dei magistrati differente da caso a caso all’ASL di Caserta.

Questo perché, se è raccomandabile l’esclusione di società indagate e la risoluzione dei contratti con queste, così come accaduto con la EmmeDue di Michele Schiavone da Sessa Aurunca, il modus operandi non sta funzionando con la stessa incisività per quanto riguarda il consorzio Nestore di Pasquale Capriglione.

Chiaramente, due fattispecie e due storie diverse, eppure entrambe le società sono inserite in una complessa inchiesta, con la differenza che Schiavone è stato colpito da una misura cautelare ai domiciliari, Capriglione invece no, ma la sua società ha subito un atto molto grave, a differenza della Emme Due, il provvedimento di interdittiva antimafia emesso alla prefettura di Caserta, in considerazione dell’accusa relativa al supporto al clan Schiavone del gruppo di imprese sotto indagine. L’atto è stato poi sospeso (non annullato) dal Consiglio di Stato dopo il parere negativo del Tar rispetto al ricorso presentato dallo stesso consorzio.

E se per Nestore c’è stata la risoluzione contrattuale, ma che non ha poi portato a nessun cambiamento, visto che il consorzio di Capriglione è ancora in proroga nella RSA di Caserta e nelle attività dei servizi socio-sanitari di diverse strutture casertane, maggiore attenzione è stata data alla società di Michele Schiavone. Infatti, la M2 è stata fatta fuori da diverse procedure di gara a cui ha partecipato, proprio a causa dell’indagine che vede coinvolto Michele Schiavone.

Emmedue in queste ore ha ricevuto la chiusura dei rapporti contrattuali relativamente alla case alloggio per malati con disagio psichico gestite dall’azienda dell’imprenditore sessano. L’indagine che ha portato all’arresto di Schiavone riguardava, tra le altre cose, casi di corruzione proprio nell’affidamento di questo appalto. Per vederci meglio sulla situazione, il direttore sanitario Marco De Fazio ha attivato una commissione, proprio per verificare le regolarità dei progetti terapeutici in queste undici strutture.

Dalle indagini è emerso come mancasse nella documentazione l’UVI, che sta per Unità di Valutazione Integrata. Questo gruppo, composto da personale dei Distretti e dei Comuni, elabora il progetto personalizzato sull’utente prima che quest’ultimo acceda alla struttura, tenendo conto dei bisogni, delle aspettative e delle priorità del paziente. Attraverso l’UVI si sarebbe dovuta dividere la somma spesa tra ASL Caserta, enti d’Ambito comunali dei servizi sociali e il paziente, in una quota di partecipazione così divisa: 53 euro tra utente ed Ambito e i restanti 35 a carico dell’Asl.

Secondo quanto scrivono dalla commissione dell’azienda sanitaria casertana, però, mancando questi verbali UVI, gli affidamenti non sarebbero a norma e, inoltre, non ci sarebbe stata la suddivisione delle spese, tutte a carico della stessa ASL Caserta. Una situazione, un danno economico grave che, leggiamo, sarebbe stato causato dalle “condotte illecite” dello stesso Schiavone.

In questo modo ha preso il via il procedimento di risoluzione del contratto con la Emmedue, gestito dal Rup e direttore dell’area amministrativa Maria Di Lorenzo, indagata per un altro caso che ha sconvolto l’ASL Caserta, cioè quello relativo all’affidamento del servizio trasporto malati in dialisi alla Cooperativa Misericordia

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Al termine di questa procedura, resa nota oggi, nonostante le memorie difensive della Emmedue, è stata confermata la decisione di rompere il contratto con la società di Schiavone, escludendola dalle prossime gare sulle attività delle case alloggio per i prossimi tre anni.

Andando a chiudere, ci sono diversi passaggi che sono a dir poco incomprensibili.

L’assenza di questi verbali UVI, non rinvenuti nella documentazione, fa immaginare che questi incontri, necessari alla gestione delle strutture per malati con disagio psichico. Ciò significa che, quantomeno, ci sia stata un’omissione di atti d’ufficio da parte dei dipendenti del distretto di Salute Mentale, cioè dell’Asl, e dei comuni. E se questo è avvenuto – scrivono sempre dall’ASL – per colpa del comportamento illecito e corruttivo di Schiavone, qualcuno nella struttura pubblica sanitaria e forse anche negli Ambiti comunali avrà avallato il piano dell’imprenditore sessano di far pagare tutti e gli 88 euro all’ASL, no?

Allora, direttore generale Ferdinando Russo, ci auguriamo che i lavori della Commissione istituita, dei documenti, dei verbali di questi affidamenti siano stati inviati alla procura di Aversa-Napoli Nord, in modo che gli inquirenti possano scoprire le talpe, i funzionari conniventi con lui che definite quale unico responsabile. L’avete fatto, direttore Russo?

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