L’ASL dell’ennesima vergogna. Mentre in Italia decine di migliaia di medici ed infermieri non vaccinati sono convocati e spesso sospesi, la premiata ditta Ferdinando Russo-Tari ne ha chiamati…zero. Cliniche furiose

13 Agosto 2021 - 16:00

Pensate un pò che il governo ha approvato il decreto legge sull’obbligatorità dei vaccini a medici, infermieri e oss ben 4 mesi fa. ci risulta che le Asl napoletane, a partire dalla Napoli 1, sono già a buon punto. Stesso discorso per quello delle altre province campane. Non ne parliamo proprio del resto d’Italia, mentre qui, “giustamente” è Ferragosto, e gente che ci costa, tutto compreso, 30mila euro al mese cadauno tra stipendi e contributi, si gode le vacanze 

 

CASERTA – (g.g.) Sarebbe interessante stabilire quante sono le Aziende Sanitarie Locali italiane che hanno già cominciato a convocare il personale medico e quello del cosiddetto comparto, cioè infermieri professionali, operatori socio sanitari e vari tecnici di laboratorio o di radiologia, che dal 27 dicembre 2020 ad oggi, non hanno ancora fatto il vaccino.

Dalle notizie di cui siamo venuti in possesso, tutte le Asl italiane hanno iniziato questa attività già da settimane, svolgendo un’azione conseguente al lavoro che gli uffici di ogni Regione hanno compiuto per distinguere, negli elenchi generali del personale medico e paramedico impegnato nelle strutture ospedaliere e sanitarie, in cui si ha a che fare con i pazienti, tutti quelli che il vaccino, da fine dicembre ad oggi, lo hanno accolto da chi, invece, non l’ha fatto.

Comincia a serpeggiare un forte malcontento soprattutto tra i proprietari delle cliniche convenzionate della provincia di Caserta che, in questi giorni, hanno dovuto già bloccare le attività di uno o più reparti in quanto, al loro interno, alcuni pazienti sono risultati positivi al coronavirus.

Stiamo parlando di giorni in cui la presenza negli ospedali pubblici e nelle cliniche private è ridotta all’osso. Figuriamoci cosa succederà ad inizio settembre se l’Asl di questi addormentati nel bosco, l’Asl del direttore generale Ferdinando Russo e del responsabile della gestione emergenza covid Michele Tari, non avranno iniziato o avranno iniziato da pochissimo le convocazioni dei sanitari non vaccinati.

Certo, non vi faremo l’elenco di tutte le Asl italiane, ma vi possiamo dire con certezza che quelle napoletane, a partire dalla Napoli 1, la più grande d’Europa, e anche quelle delle altre province campane, sono già significativamente avanti con la convocazione dei sanitari.

Più di un imprenditore, più di un proprietario di clinica o di cliniche convenzionate, già attivo nell’intraprendere una strada autonoma che possa consentirgli di sospendere quel medico, quell’infermiere, quell’oss, che senza un motivo scientificamente serio, si rifiuta di fare il vaccino. Ovviamente, ciò rischia di trasformare i tribunali civili di Santa Maria Capua Vetere e di Aversa-Napoli nord in due polveriere, visto che i dossier su cui stanno lavorando fior di avvocati, aprirebbero la strada a provvedimenti che andrebbero a interessare le leggi, la giurisprudenza, le procedure del diritto del lavoro che, com’è noto, nella sua applicazione, rientra nel novero del diritto civile ed è amministrato dai giudici dei tribunali ordinari.

Questo non servirebbe se ci fosse un grammo di efficienza nelle giornate dei dirigenti Asl che i contribuenti, cioè i cittadini che subiscono ogni giorno l’angheria del disservizio, remunerano con stipendi di svariate migliaia di euro al mese.

Non ci sarebbe bisogno perchè ad aprile scorso, il governo ha approvato un decreto legge, poi convertito in legge dello stato dai due rami del Parlamento, che rende obbligatoria (si tratta dell’unica categoria in cui l’obbligo è stato previsto) la vaccinazione per tutti gli operatori sanitari che svolgono la propria attività, direttamente o indirettamente, a contatto con i pazienti ricoverati e/o con quelli visitati in qualsiasi ambulatorio. 

Il governo aveva delegato le Regioni a spuntare, dagli elenchi generali, i nomi di chi non s’era vaccinato. Ognuna di queste persone dovrà essere chiamata dalle Asl e dalle Aziende Ospedaliere in cui opera e nel corso del colloquio, dovrà esporre una giustificazione documentata e scientificamente reale sui motivi che gli hanno impedito di fare il vaccino.

Se motivi non ce ne sono, e dunque non c’è neppure l’impedimento, le Asl e le Aziende Ospedaliere dovranno comunicare al sanitario che, se nel giro di 24, 48 ore non si vaccinerà, sarà sospeso dal servizio con conseguente sospensione dello stipendio.

Un provvedimento, in questo caso, amministrativo, a differenza di quello assunto direttamente dalla clinica o dalla struttura privata convenzionata, impugnabile, conseguentemente, davanti ad un tribunale del diritto pubblico, cioè davanti ai magistrati dei Tar ed eventualmente a quelli del Consiglio di Stato, che al momento non si stanno, però, mostrando molto comprensivi, di fronte ai primi ricorsi arrivati da medici, infermieri e oss, sospesi dalle loro aziende sanitarie o ospedaliere, il che dimostra che a differenza dell’Asl di Caserta, altrove ci si muove in maniera efficace e i provvedimenti gemmati da una legge dello Stato, sono stati già assunti in gran numero.

Abbiamo raccolto questa denuncia da alcuni titolari di cliniche e di strutture private. Cercheremo di seguire in questi giorni l’evoluzione delle cose. E gentilmente, non mettete in mezzo ‘sto cazzo di Ferragosto, perchè questa è una roba che succede solamente in Italia.

Il Ferragosto è deputato alle vacanze discrezionali, cioè prese quando pare e piace, dai lavoratori autonomi. Se dialettica ci può essere sull’argomento, questa può riguardare quelle aziende private, il cui rapporto con il dipendente non è sempre collegabile ai principi dei contratti nazionali di lavoro.

Al contrario, un’amministrazione dello Stato, un servizio pubblico deve funzionare, il 14 e il 16 agosto esattamente come funziona un 20 ottobre qualsiasi. E siccome siamo ancora immersi nella pandemia più grande e più pesante di tutti i tempi, che ha superato finanche il ricordo tragico ed epico della cosiddetta febbre dei tre giorni o spagnola, che dir si voglia, l’Asl di Caserta ha il dovere di essere attiva anche il 15 agosto.

Perchè si tratta di un servizio pubblico che non può essere sospeso e neppure ridotto rispetto alla domanda proveniente dall’utenza. Al contrario, qui da noi gli uffici chiudono alla stregua di un qualsiasi bar, di un qualsiasi ristorante, di un qualsiasi negozio di abbigliamento.

Ma figuriamoci: noi avvertiamo il dovere di scriverle, ancora una volta, queste cose. L’abbiamo fatto, lo facciamo, come dimostra l’articolo odierno e lo faremo ancora. Ma fino a quando rimarranno in servizio certi mandarini e fino a quando sarà la politica a nominare i dirigenti, con il sistema del gambero, del mondo all’incontrario, della serie, più fessi sono, più scarsi sono, più fedeli saranno sicuramente rispetto ai desiderata dei capi bastone della Regione e di quelli locali, nulla si modificherà e questa Asl sarà, com’è naturale che sia, l’ultima d’Italia.