L’assurda storia del processo fermo da tre mesi perché nessuno sa tradurre il dialetto casertano

28 Febbraio 2019 - 16:20

CASERTA (l.v.r.) – Una storia che ha dell’incredibile quella che sta andando avanti da troppe settimane al Tribunale collegiale di Belluno. Sono tre mesi che il processo per maltrattamenti e violenza sessuale alla compagna da parte A.C., 37 di Caserta, è fermo perché non si trova nessuno capace di tradurre il dialetto casertano. Il precedente interprete, un salernitano, si è arreso davanti a 26 ore di registrazioni da trascrivere. Buona parte di esse condite da di insulti, frasi idiomatiche e parolacce.

Dopo l’alzata di bandiera bianca del corregionale, il processo è stato fermo tre mesi, ma pare che ci sia una nuova speranza.  Al comando dei carabinieri di Belluno è arrivato un appuntato di Caserta. L’uomo, appena arrivato nella città veneta, è stato prelevato e immediatamente portato davanti ai giudici, davanti ai quali ha giurato e si è preso 90 giorni per tradurre le registrazioni.