LE FOTO. AVERSA. Guardate cosa sta combinando Gennaro Pitocchi nel palazzo storico vincolato di Piazza San Domenico. Appartamenti e milioni, così si fanno i soldi in provincia di Caserta
23 Luglio 2025 - 17:47

Stiamo seguendo questa vicenda da qualche mese. Lo abbiamo fatto con degli articoli ironici, ora però è il momento di denunciare l’assenza della Soprintendenza che si gira, chissà perché, dall’altra parte, e una distrazione della magistratura. Sapete qual è la vera tragedia: le persone passano sotto quell’immobile e vedono cosa succede. Si rendono conto che il tutto avviene impunemente, che non ci saranno conseguenze e ognuno pensa: “ma perché io devo essere l’unico fesso che non si fa qualcosa di soldi aggirando la legge?”
AVERSA (g.g.) – Stavolta non abbiamo voglia di scherzare, e se volete farvi qualche risata vi invitiamo a cliccare qui, perché fra un tono poco serio e molto più faceto, abbiamo cercato di raccontare l’ennesima nefandezza che si sta consumando nel centro storico di Aversa, con la Repubblica Italiana che si gira dall’altra parte, prima di tutto attraverso una Soprintendenza di Caserta degna di ogni riprovazione e che, da quando è arrivato Mariano Nuzzo da Santa Maria a Vico, con il suo incarico ad interim o di reggente, per grazia ricevuta da Edmondo Cirielli e da Fratelli d’Italia, ha peggiorato una situazione già resa pessima dalle gestioni del passato.
Qualche responsabilità ce l’ha pure la magistratura, che negli anni scorsi aveva dimostrato una sufficiente cifra di attenzione sui temi della speculazione edilizia, e per cui erano scattate anche le manette.
Noi abbiamo sfottuto Gennaro Pitocchi, che consideriamo un vero e proprio genio del male e che è riuscito nella sua vita a collezionare solo qualche mese di arresti domiciliari, tra l’altro nella vicenda, tutto sommato, meno pesante rispetto a tutte le altre che lo hanno visto coinvolto in passato, ovvero quella della lottizzazione Schiavone di Teverola.
Il palazzo storico di Piazza San Domenico è un bene vincolato dalla Soprintendenza. Anni fa, il giudice, poi parlamentare ed anche sottosegretario alla giustizia Pasquale
Pare che Gennaro Pitocchi, quando lo comprò, avesse intenzione di farne una sua dimora, una cosa da vero e proprio signorotto di altri tempi. Poi le cose sono cambiate, e oggi Gennaro Pitocchi vive assieme alla sua compagna Teresa La Palomenta, anche lei indagata, in una villa tutt’altro che da buttare, in quel di Casertavecchia. Se avesse voluto vendere il palazzo di Piazza San Domenico, se avesse voluto farlo mettendo a posto tutta quanta l’area residenziale, molto bella, con sopravvivenze storiche di prim’ordine, non avrebbe incassato più di tanto, perché il valore di quell’immobile è tutelato dalla Soprintendenza e, dunque, le ragioni di un proprietario non possono soverchiare quelle di carattere pubblico, attinenti all’interesse collettivo, rappresentate dal Ministero dei Beni Culturali attraverso questo arnese scassato che è la Soprintendenza di Caserta.
Però, se a colpi di solai, soppalchi e archi divisori, gli nascono 6 o 7 appartamenti, la posizione degli stessi giustificherebbe l’apposizione di prezzi alti per ogni metro quadrato. Diciamo che sei appartamenti a 600mila euro l’uno fanno più di 3 milioni di euro.
Pitocchi, un vero e proprio bucaniere dei lavori pubblici, uno che conosce centinaia e centinaia di imprese e sa bene come ottenere delle economie, andrebbe a spendere, o sta già spendendo, 300-400mila euro: profitto superiore ai 3 milioni. Poi non vi ponete domande su come certe persone vivano in maniera sontuosa, come dei veri e propri sceicchi, con una flotta di automobili addirittura superiore a quella in dotazione a un rampollo di quelli delle più grandi famiglie industriali italiane.
E che ci vuole? Mettiamo che quel palazzo fosse di proprietà dei giornalisti di CasertaCe. La differenza sta in un solo elemento. Il giornalista di CasertaCe guarda la legge e, magari rimpiangendo di non poterci costruire 6-7 appartamenti, la rispetta. Risultato: un tenore di vita normale, con una macchinuccia da 10-20mila euro. Dall’altra parte c’è Pitocchi, lui o uno come lui. C’è la legge? Quel palazzo storico è intoccabile in quanto vincolato? E chi se ne frega. Io prima ci apro una decina di punti luce, finestrelle che si aprono nella parte inferiore dei tetti, che servono a illuminare le residenze dei solai e dei soppalchi. Dopodiché, perimetro gli appartamenti e chi si è visto si è visto.
Risultato: io, con i miei figli, come capita ad esempio al fratello siamese di Gennaro Pitocchi, Anacleto Colombiano, già sindaco di San Marcellino e presidente della Provincia di Caserta, ho una barca di 20-25 metri, un paio di Lamborghini, l’ammiraglia della Mercedes e l’ammiraglia dell’Audi. Ciò succede perché esiste una discriminante di capacità, di meritocrazia, di talento tra un giornalista di CasertaCe e Pitocchi? No. Il primo ha anche paura di violare la legge. Il secondo ha già valutato a monte che quello che farà non comporterà alcun tipo di conseguenza, se non quella di imbottire il conto corrente suo e dei suoi congiunti di una vera e propria vagonata di quattrini.
L’essenza della provincia di Caserta e dell’agro aversano è questa. Inutile studiare i fenomeni sociologici che pure esistono a monte di queste vicende. Se chi è titolare della difesa dello Stato di diritto non è in grado di dare un esempio a tutti quelli che ogni giorno passano sotto quel palazzo e vedono quello che sta succedendo al suo interno, va da sé che ogni persona dirà che, siccome si campa una sola volta, non si capisce perché io debba essere il fesso della situazione e guardare gli altri che fanno i quattrini.
Questo è. In alto pubblichiamo le due foto che ritraggono l’interno, scattate comunque dall’esterno. Sotto all’articolo un estratto degli scatti più significativi fatti in questi giorni.




