LE FOTO CASERTA. Più che movida, “ammuina”. Auto contromano in via Battisti e due giovani stesi dai “cicchetti”
24 Giugno 2019 - 15:18
CASERTA – (pasman) A guardare la condotta della giunta comunale, si direbbe che soffra della sindrome bipolare, quella della doppia personalità. Al tanto fervore – teutonico per queste latitudini – negli appalti, nelle spese e nell’incetta dei sovvenzionamenti pubblici fa riscontro un’assenza quasi totale nel campo sociale. Mentre avvalla la concessione a tutto spiano di licenze edilizie senza andare troppo per il sottile sul fatto che lo strumento urbanistico della città è scaduto e non c’è nessuna certezza -anzi – della sua ultravigenza, dall’altro lato si disinteressa di tutti gli aspetti della vivibilità cittadina. Con il paradosso che per un verso neppure la commissione urbanistica sa esattamente quello che succede nel suo ambito di competenza ed è costretta ad attendere settimane i chiarimenti che dovrebbero esserle resi ad horas sulle costruzioni disputati ed i cui lavori ovviamente non si fermano e per altro verso proliferano sportelli di informazione e di sostegno al cittadino attivati da associazioni private che surrogano le ampie deficienze degli uffici comunali delle quali nessuno si preoccupa.
Come già documentiamo da tempo ed ampiamente, la città è abbandonata di fatto a se stessa e ad una sorta di anarchia generalizzata e contagiosa, per la quale ognuno fa quello che vuole, nell’assenza di ogni minima regola che venga fatta rispettare.
Il traffico non risponde a nessuno, gli abusi sono diffusissimi, il decoro urbano non conta nulla e le mille altre storture che ogni residente e non ben conoscono.
Le prime vittime di questo stato di cose, a parte i casertani dabbene annichiliti dalla proporzione del disastro, sono i giovani ed i ragazzi, come la movida casertana si incarica crudamente di dimostrare.
Lasciati a se stessi come avviene, ossia alla immaturità della propria età, ai condizionamenti deteriori del gruppo e della compagnia, alla fregola delle serate e delle notti festose, ai vari disadattamenti giovanili, all’abuso dell’alcol (secondo il più aggiornato ed allarmato report dei medici campani, la prime esperienza giovanili del bere cominciano incredibilmente già ad 11 anni !) e degli stupefacenti, si rende loro il peggior servizio.
La mancanza di ogni controllo – al meglio, per un supposto rispetto delle personalità individuali, al peggio per la pochezza di chi non intende impicciarsi anche quando dovrebbe – li rafforza nell’egocentrismo, nella prepotenza, negli impulsi antisociali e di sfida non canalizzati, ne ottunde il senso della vita comunitaria, la quale importa anche dei doveri verso se stessi e verso la propria collettività.
Nell’ennesima cronaca fotografica di sabato l’altro, che qui pubblichiamo, è riassunto a che punto può giungere la mancanza di un governo cittadino del fenomeno, con la giunta comunale che, impoliticamente, preferisce compiacere, presa dai suoi riti istituzionali e dai suoi propri comodi e che in tal modo pone i presupposti del peggio che ancora potrà avvenire, come le tante risse e colluttazioni già accadute ben ammoniscono. E nella serata e nella nottata di ieri è andata persino peggio, con due giovani soccorsi per abuso di alcolici e le motociclette ( le cui targhe vengono coperte con il piede transitando dai varchi videosorvegliati, con buona pace di chi ancora confida in questo pseudo deterrente) a scorazzare ed impennare tra la folla di piazza Correra, via San Giovanni, via san Carlo e un poco ovunque.
I motorini e le minicar (al cui volante vi sono azzardati quattordicenni, appena più che bambini, storditi dalla musica che ascoltano e che guidano a scatti guardando il cellulare) sono fermi ovunque, si può o non si può. Che sui marciapiedi sbarrino il passaggio, ci se ne infischia. Se è più comodo parcheggiare nello sporto della, vigilatissima, Reggia, che problema c’è ? Molti trovano allettante bere in compagnia sui basamenti del palazzo reale e degli emicicli o bivaccare sui campetti ( eh, quel Macrico) ? Lo fanno senz’altro, avendo l’innocenza di non sapere delle ordinanze proibitorie del sindaco e la ragione che nessuno li sloggi.
Sull’altro fronte del degrado urbano, i fotogrammi mostrano una macchina che contromano, pericolosamente contromano, percorre via Battisti per sbucare in piazza Dante gremita di persone;
un barbone in condizione di degradazione totale, a qualche centinaia di metri da quegli altri stanziali che, in condizioni non migliori, dimorano in piazza Amico;
alcuni ambulanti abusivi che smerciavano nella centralissima via Mazzini, la via elegante della città (ops).
Domina la scena un vociare molesto, diffuso, più spesso scomposto e persino sguaiato nel nostro dialetto non proprio raffinato. Sconcerta specie quando esso raggiunge il turpiloquio e la volgarità in bocca a ragazzini veri e propri ed anche ragazzine, da parere – si sarebbe detto una volta – degli scaricatori di porto.
Del frastuono della musica a tutto volume, diffusa in piena libertà da quasi tutti i locali a gara tra di loro senza rispondere a nessuno e per la dannazione di chi nel cuore della notte è impedito del sacrosanto sonno, tutti sanno di che cosa stiamo parlando.
La cattiva educazione imperversa tra quegli adolescenti, che si spintonano senza badare ai passanti o alle situazioni di potenziale pericolo e che non hanno remore a buttare a terra, lì dove si trovano, carte, bottiglie, cicche, con noncuranza per gli spazi pubblici ed in disprezzo delle elementari norme di civiltà.
Concludiamo tornando ai ragazzi, che più dovrebbero premere a tutti, per il futuro stesso della città.
Secondo natura, per la loro età sono in massima parte di buona indole, generosi, inclini alla socialità, circondati dell’affetto di famiglie premurose. Tuttavia, nonostante questi caratteri favorevoli, possiedono personalità ancora in formazione, che vanno perciò guidate ed educate.
Educazione che deve basarsi sugli esempi sociali ed istituzionali, ma senza rinunciare per ideologia allo strumento della correzione. Come non essere d’accordo, qui, con un maestro del pensiero critico come Luca Ricolfi quando, in un suo recente articolo dal titolo veridico “Educare senza sanzioni genera mostri”, afferma, per una questione giovanile affine:
“”… c’è un’incredibile ingenuità pedagogica e sociologica nella credenza che, per la prevenzione di fenomeni come il bullismo e il ciberbullismo nelle scuole, possano bastare corsi, lezioni, momenti di sensibilizzazione, ammonimenti, prediche, e che ogni punizione sia inutile o addirittura controproducente. Come se la consapevolezza di non rischiare alcuna vera sanzione non fosse un potente incentivo a perseverare nei comportamenti più aggressivi, violenti e anti-sociali. Come se, soprattutto, la rinuncia delle istituzioni a sanzionare i comportamenti scorretti, più che una forma di umana indifferenza verso chi sbaglia non fosse invece quello che è: una forma di disumana indifferenza verso le vittime.”
Se, dunque, ai nostri giovani manca il senso del rispetto per la loro città, per un monumento come la Reggia, patrimonio non dell’angusta Caserta ma dell’intera umanità, perché non glielo si dovrebbe insegnare, anche a costo di qualche scappellotto metaforico, che non ha mai fatto male a nessuno ?
La placida ed irresponsabile indifferenza usata dal comune nei loro confronti, che risolve tutto lasciandogli fare ciò che vogliono, è quanto di più diseducativo possa esserci.
Fino a quando si continuerà con questa assurda, grave e colpevole tolleranza ? Serve forse la disgrazia, per intervenire?