LE FOTO MARCIANISE. Ricordate Renzi alla Getra e le premiazioni di Velardi a Zigon? L’azienda ha scucito 150 mila euro per sostenere il sì al referendum costituzionale
11 Agosto 2017 - 15:42
MARCIANISE (g.g.) – Quanto di innovativo, di fresco, di moderno, di nuovo c’è stato nella costruzione e nella attuazione del disegno politico, realizzato con modalità spicciative e, perchè no, anche piuttosto violente, di candidare Antonello Velardi a sindaco di Marcianise? Cosa c’è di spontaneo, di orizzontale nella figura di quest’ultimo, esiste un vero movimento di popolo non indotto dalle logiche della politica politicante, quale potente reattore della scalata, quella di Velardi, di cui la fascia di Marcianise dovrebbe essere solo un gradino, un punto di passaggio?
Noi sull’argomento non abbiamo mai nutrito grandi dubbi. Più Velardi tentava, in verità con modalità e con l’uso di un alfabeto della comunicazione piuttosto grossolano, di avvalorare l’idea di essere un prodotto del popolo, estraneo alle logiche imposte dai poteri forti e dalle agenzie che esercitano la potestà nelle scelte delle carriere, e più noi ci convincevamo del contrario, più noi, conoscendo bene le modalità che ne avevano accompagnato l’affermazione professionale, in pratica l’antitesi di una orizzontale meritocrazia, maturavamo l’idea che Velardi fosse l’esperienza più avanzata, la sublimazione che ha messo insieme, in una impareggiabile summa, e magnificato tutte le logiche perverse che hanno fatto della politica italiana e meridionale in particolare una vera e propria fogna a cielo aperto.
Grandi vecchi, burattinai e qualche interprete del ruolo di deus ex machina. C’è stato e c’è tutto questo nell’operazione-Velardi.
Velardi, dunque, dentro al sistema e con il sistema della vecchia politica oggi ancor più insidiosa del passato, perchè travisata, nascosta dietro insidiosi quanto accattivanti linguaggi modernisti, non innovativi, ma fraudolentemente “innovativisti”.
Discorso troppo fumoso? Ok, facciamo un esempio pratico. Stamattina, il “Fatto Quotidiano”, che sarà anche un giornale partigianamente contrario a Matteo Renzi ma che spesso e volentieri correda i suoi articoli di richiami documentali inoppugnabili, scrive un articolo in cui rivela che il signor Zigon, cioè mister Getra, l’azienda di tutte le meraviglie, il fiore all’occhiello, magnificato a ogni piè sospinto, della zona industriale di Marcianise, ha
E allora, quando il giorno 11 giugno 2016, Matteo Renzi da presidente del consiglio ha fatto visita in combutta con Velardi, alla Getra, questo è accaduto perchè lo stato italiano, che in quel momento Renzi rappresentava come massima espressione del governo della nazione, sviluppava la propria attenzione sull’esperienza industriale della Getra, allo scopo di compiere una sorta di ricognizione dei sistemi produttivi più efficaci e innovativi oppure Renzi è andato lì per legittimare con un mega spot un’azienda amica che di li a poco avrebbe versato 150 mila euro per la sua campagna referendaria?
E tutte ‘ste cerimonie, ‘sti premi che il signor Zigon ha preso al comune di Marcianise, sono frutto di una valutazione imparziale, di un riconoscimento fondato su elementi di giudizio al punto da considerare questa azienda un esempio e un vanto per Marcianise oppure magari, conoscendo l’attitudine al contributo fornito alle idee forti dalla Getra così com’è successo per il referendum, rispetto alla battaglia politica di un presidente del consiglio che molto aveva fatto, secondo lo stesso Zigon, per sostenere il successo della propria azienda, dicevamo, conoscendo questa attitudine e avendo Marcianise un sindaco ideologo che non si occupa della parva materia
della gestione (noooo!!!), magari può fornire un finanziamento a cotata massa critica?