L’EDITORIALE. De Luca al di sopra della legge: “Io sono io, e voi non siete un cazzo”. La sinistra è quella sua e dei suoi indagati o quella di Crozza e De Gregori?

24 Luglio 2025 - 13:31

A margine della incredibile vicenda della nomina del nuovo Dg dell’Asl di Caserta, in cui si è arrivati a far sparire una delibera dello scorso 26 giugno, una valutazione, ovviamente solitaria, di questo giornale, che da tempi non sospetti non considera il delirio d’onnipotenza del governatore solo un fatto caratteriale

Vincenzo De Luca è ammalato – non diciamo affetto per un motivo – di delirio di onnipotenza.

“Affetto” è una parola troppo leggera, che può riferirsi a una malattia passeggera, ma non è così. Lui è l’eroe del popolino, di chi non sta lì a sottilizzare. Lo vede così bullo, così guappo, e collega ciò a un modello di leadership che, tutto sommato, non è un unicum della storia, anzi.

Quanti uomini politici, quanti dittatori, quanti potenti hanno costruito posizioni in base alla loro postura e alle parole di incantatori di folle. Non vogliamo allargare troppo il discorso, ma crediamo di non offrire una citazione complicata se invitiamo i nostri lettori a fare mente locale su alcune vecchie immagini di Benito Mussolini.

Oggi risultano buffe, ridicole, ma negli anni ’30 quelle posture in cui il Duce alzava il labbro, la fronte, con le mani sui fianchi, adottando lo sguardo di chi vuol far capire di essere un invincibile, hanno conquistato tantissimi italiani, un popolo molto sensibile alle posture, alla mimica, a differenza di quello tedesco che di Hitler apprezzava i decibel, la marzialità dei suoi comizi, quasi sempre urlati.

Trasferiamoci ad oggi. Se il comico Crozza ha potuto costruire una delle imitazioni di suo maggior successo, proprio interpretando De Luca, è perché questi ha offerto all’attore la possibilità di caratterizzarsi in una serie di atteggiamenti, ma soprattutto in una dialettica spavalda, quella di chi dice: “io so tutto, io sono io e voi non siete un cazzo”, come afferma il marchese del Grillo in una delle scene più iconiche del celeberrimo film di Alberto Sordi.

Postura, per l’appunto. Quando De Luca, l’altro giorno, ha assunto proprio una postura nel momento in cui ha fatto un intervento all’ospedale Pascale di Napoli, alludendo chiaramente al partito dei Cinque Stelle, che parte favorito alle prossime regionali per esprimere il nome del prossimo governatore della Campania (ultimi sondaggi alla mano, 54% a 46%).

Ha affermato in pratica che delle “brave persone” non ci si può fidare perché sono dei farisei, mentre di lui – che si pavoneggia nell’onnipotenza estetica di un eterno bad boy – ci si può fidare eccome, dato che naturalmente questa Regione non avrà mai, sempre secondo lui, un altro governatore del suo livello, perché i bravi ragazzi sono degli ipocriti, mentre gli spigolosi (ecco la postura dell’autocompiacimento) possono risultare anche antipatici, ma pensano ed operano per i cittadini.

D’altronde, cos’è un delirio di onnipotenza se non la manifestazione di un percorso che ti ha portato a cementare convinzioni inscalfibili e mai pervase dal dubbio, che tu sia il migliore e tutti gli altri dei coglioni, inadeguati alla missione.

Se De Luca avesse veramente operato per i cittadini, questo si coglierebbe nella ragion d’essere del consenso di cui gode. De Luca, invece, è forte grazie alla superficialità di analisi dei cittadini che si innamorano di un’icona, di un discorso, che vedono nelle imitazioni di Crozza una ulteriore promozione e non un campanello d’allarme azionato sornionamente da un uomo di sinistra, qual è Crozza, nei confronti di una impostazione che si professa di sinistra (quella di De Luca) ma in realtà è quella un uomo solo al comando, in pratica di un dittatore, bravo a circondarsi di una banda di piccoli o medi cortigiani, un plotoncino di piccoli e medi ricottari di cui qualcuno indagato, dei vari Franco “a frittura” al secolo Franco Alfieri, per i quali l’unica cosa che conta è lo stipendio da consiglieri regionali o da assessori e, dunque, com’è tipico dell’habitat dei dittatori, non avranno mai la corteccia cerebrale per confrontarsi con lui.

De Luca è luciferino: ha inaugurato di qua e di là delle strutture sanitarie, facendo leva sulla superficialità e ignoranza dei suoi corregionali e spacciandole per grandi conquiste della scienza, dell’innovazione e del buon governo, quando, in realtà, erano pressappoco atti dovuti. Ma sotto a questo vestito buono c’è il disastro delle liste di attesa, delle persone ammalate di cancro che, se non hanno un santo in paradiso, un raccomandatore, se non hanno i soldi per pagarsi una PET, una scintigrafia, una TAC, una risonanza, sono già morti che parlano, che possono tranquillamente cominciare a ragionare sul loro posto al cimitero.

Ed è questa maggioranza silenziosa, le migliaia e migliaia di persone che subiscono il welfare sanitario (ma non solo) inesistente di questa Regione, a costituirsi come punto debole della nostra terra. Dovrebbero infatti stare ogni mattina sotto al palazzo Santa Lucia e impedire al governatore di entrarvi. E invece, con la loro bella prenotazione di una TAC che potranno fare tra due anni, quando magari non servirà più, stanno lì ad aspettare il fac-simile del cacicchio di turno, dello Zannini, dell’Oliviero, consegnato loro dal sindaco del paese, dopo che magari gli ha messo 150 metri d’asfalto davanti a casa.

E allora cosa c’entra la sinistra con De Luca, che oggi, non ha avuto neppure avere la cortesia di fare una telefonata a Mario Ferrante per chiedergli un passo indietro dall’Asl di Caserta, senza dargli confidenza perché ha osato, al momento della nomina, obiettare qualcosa quando si è prospettata l’ipotesi di dover trasferire in età un po’ avanzata ancora una volta la sua famiglia da Avellino a Caserta, preparandogli dunque la scena, le forche caudine, di conoscere dai giornali la sua giubilazione, la cancellazione dalla carica di nuovo DG. Cosa c’entra la sinistra con la lesa maestà? Con uno che si comporta da imperatore dell’ancient regime, quello capovolto dalla Rivoluzione Francese, icona storica della sinistra?

La sinistra è quella di De Luca o quella di Crozza che, tra il serio e il faceto, ne evidenzia una spavalderia tipica di un capobastone, di un dittatore militare del Sud America di un tempo? La sinistra è quella di De Luca o è quella di Francesco De Gregori che nella canzone Adelante denuncia con amarezza un problema tutto culturale, che poi è la cornice costitutiva e struttura di ispirazione di questo articolo, ossia lo scambiare il diritto con il favore?