L’IMPERO DEI BALIVO. Il maggiore cespito del CLAN DEI CASALESI e il timbro raro e originale della Direzione Nazionale Antimafia
7 Luglio 2018 - 10:31
TRENTOLA DUCENTA – Girava voce attorno all’aula in cui si sta celebrando il processo Jambo che di lì a qualche giorno si sarebbe consumato uno dei più grandi sequestri di beni della storia d’Italia. Spifferi, tuoni e la pioggia è arrivata: 45 milioni di euro la valutazione di tutto quello che è finito sotto chiave e che appartiene alla famiglia Balivo.
Qualcuno si è chiesto pe rquale motivo ciò sia avvenuto solo oggi e non contestualmente all’emissione dell’ordinanza Jambo. Quell’impianto accusatorio era pronto per determinare infatti solamente il sequestro che effettivamente avvenne in contemporanea con gli arresti, dei beni di proprietà di Alessandro Falco.
C’è voluto un lavoro molto intenso per creare le condizioni di un’ordinanza importante come quella, eseguita dagli uomini della Polizia di Stato di Caserta. Lavoro tecnico, che reca il sigillo molto significativo della Direzione Nazionale antimafia. Fatto irrituale visto che il più delle volte è la Dda a muovere i fili di un’indagine finalizzata a chiedere misure economiche di questo genere contro quello che viene considerato il grande tesoro del clan dei casalesi.
Alla Dna oggi c’è Federico Cafiero De Raho, che al pari del suo predecessore Roberti, conosce benissimo il lavoro e gli atti della dda napoletana che ha scoordianto per anni nella stagione dei grandi arresti, compreso quello epocale di Peppe Setola.
Ecco, quel sigillo della Dna rende speciale, al di la dei valori economici sequestrati, l’operazione di ieri.