L’INCHIESTA AVERSA. Tante ombre sui lavori nel palazzo storico del cugino del consigliere Palmieri. PRIMA PUNTATA

27 Maggio 2018 - 18:38

AVERSA (Lidia e Christian de Angelis) – Ci sono novità in merito alle azioni compiute, in ambito edile, dalla famiglia del consigliere comunale di maggioranza Domenico Palmieri. La settimana scorsa ci siamo soffermati sulla costruzione di una terrazza in via Cassino, di proprietà dello stesso consigliere Domenico Palmieri.

Oggi, invece, ci occupiamo del cugino, ovvero di Alfonso Palmieri.

Alcuni cittadini hanno portato alla nostra attenzione, con tanto di documentazione fotografica, la costruzione di alcuni terrazzi-balconi. Opere che creano un dubbio, quindi la necessità di serie verifiche, da parte di chi ha il dovere di farle, su un possibile ampliamento volumetrico di questo palazzo, sito in via Enrico Toti, al civico 45, proprio di fronte via Cassino dove vive il consigliere Palmieri.

A quanto se ne sa, queste opere non sarebbero state, fino ad oggi, supportate da alcun permesso dell’ufficio tecnico del Comune, ma anche questo bisognerà verificarlo, perchè non si sa mai quello che può succedere negli uffici tecnici, dove c’è gran disordine e dove gli atti compaiono e scompaiono, a volte in maniera inspiegabile.

Stiamo parlando di un palazzo del centro storico, rientrante nell’area A2 del PRG vigente.

Le aree A2 comprendono edifici, ovvero complessi edilizi, ovvero parti del territorio che rivestono carattere storico, archeologico, artistico, ovvero di particolare interesse ambientale o testimoniale e le aree circostanti che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, con i complessi suddetti; nonché le parti del territorio destinate ad essere conservate nel loro aspetto ambientale attraverso un organico ed unitario processo di risanamento conservativo”.

In caso di interventi edilizi “abusivi”, cioè nuove costruzioni, ampliamenti o ristrutturazioni o modifiche strutturali e estetiche realizzate senza permesso di costruire o senza Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), o in totale difformità da essi, la regola generale è che una volta accertato l’intervento (da parte del Comune) l’autore dell’abuso deve demolire entro 90 giorni la costruzione illegale e ripristinare l’immobile a com’era prima.

Il decreto Sblocca Italia fra l’altro (Dl 133/2014), introducendo tre nuovi commi all’articolo 31 del Testo unico edilizia (Dpr 380/2001) ha introdotto pesanti sanzioni, da 2.000 a 20mila euro, per chi non demolisce o ripristina entro il termine, fermo restando che l’immobile viene acquisito gratuitamente dal Comune, che deve poi demolirlo a spese dell’autore dell’abuso.

Alfonso Palmieri ha capito che in città si comincia a parlare molto di questi suoi interventi e, a quanto pare, punterebbe ad una “sanatoria a regime”, senza bisogno di condono edilizio.

La domanda è lecita: come mai questi lavori di ampliamento i quali vanno avanti da più di un anno, non hanno incrociato l’azione di doverosa verifica da parte degli organi di controllo, a partire dai vigili urbani o dai tecnici del Comune?

Il problema ora è esploso e non può essere più ignorato. Continueremo a seguire questa vicenda. Abbiamo diviso l’inchiesta in più puntate, questa è solo la prima.