L’INTERVENTO. Il taglio dei 750 lecci della Reggia viola la Carta di Firenze

15 Luglio 2023 - 15:13

Giuseppe Messina, già assessore all’ecologia e al Verde pubblico del Comune di Caserta ritorna sulla notizia e l’approfondisce. In calce all’articolo il testo della carta di Firenze

CASERTA – Nella vicenda “abbattimento dei 750 lecci” della via d’Acqua nel Parco della Reggia occorre fare altre considerazioni.
E’ bene ricordare che il Parco della Reggia è un giardino storico e soggetto, tra l’altro, alla Carta dei giardini storici detta “Carta di Firenze”, Comitato internazionale dei giardini e dei siti storici ICOMOS-IFLA Riunito a Firenze il 21 maggio 1981.

Questo Comitato internazionale dei giardini storici ICOMOS-IFLA ha deciso di elaborare una carta relativa alla salvaguardia dei giardini storici che porterà poi il nome di questa città. Questa carta è stata redatta dal Comitato e registrata il 15 dicembre 1981 dall’ICOMOS con l’intento di completare la “Carta di Venezia” in questo particolare ambito. All’art. 15 si legge testualmente: “Ogni restauro e a maggior ragione ogni ripristino di un giardino storico dovrà essere intrapreso solo dopo uno studio approfondito che veda dallo scavo alla raccolta di tutta la documentazione concernente il giardino e i giardini analoghi, in grado di assicurare il carattere scientifico dell’intervento. Prima di ogni intervento esecutivo lo studio dovrà concludersi con un progetto che sarà sottoposto ad un esame e ad una valutazione collegiale”.
Seconda

considerazione. Dobbiamo evitare uno scontro tra il sapere ufficiale, adottato in questa circostanza dalla dr.ssa Maffei invitando a un dibattito docenti agronomi specializzati in orticoltura, frutticoltura o laureati in lettere o economisti, come conoscenza accreditata e la scienza civica, rappresentata in questo caso dalle associazioni ambientaliste, dalla società civile e da chi ha competenza in materia, ivi compresi architetti del paesaggio, ecc.

Vale, a questo punto, rilevare che la Democrazia, che chiameremo in questo specifico caso, democrazia deliberativa, passa attraverso il confronto tra questi due saperi, tanto importante quanto più la questione è stata politicizzata e da certa stampa, sempre prona a magnificare chi governa, che ha voluto ricordare come le scelte passate effettuate per il monumento sono state sempre all’altezza di chi aveva la responsabilità. Sappiamo bene che è totalmente falso.
A maggior ragione occorre ascoltare chi, nella società civile, una volta tanto, ha qualcosa da dire.