L’INTERVENTO. L’Ex questore Argirò illustra il suo “Modello Caserta ” per fronteggiare la “malamovida”

18 Aprile 2025 - 18:30

Un Patto per la Sicurezza che coniuga pragmatismo, tecnica e quadro giuridico

Caserta (pm) – Dopo l’ennesimo fine settimana turbolento nella zona della movida casertana, secondo lo schema solito del baccano fino ad ora tarda e del libero campo ad ogni sorta di teppismo in una condizione di anarchia per la sostanziale mancanza di controlli, ci ha scritto il questore casertano a riposo Natale Argirò e volentieri ospitiamo il suo intervento. L’alto dirigente di polizia, che è stato questore delle provincie di Benevento, Regio Emilia e Trieste, individua, sulla scorta della sua esperienza di campo, alcuni misure per affrontare il fenomeno, ritenendo che, come ha intestato il suo elaborato:

E’ GIUNTO IL TEMPO CHE IL COMUNE DI CASERTA CHIEDA UN NUOVO PATTO PER LA SICUREZZA.

Com’è noto, i patti per la sicurezza, ai sensi della legge 15 febbraio 2017, n. 19 ss.ii.mm., possono essere sottoscritti dal Comune, dalle Forze dell’Ordine e dalle altre Istituzioni cittadine per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio, come la baraonda del sabato sera.

Le motivazioni sono bene espresse dal Comitato Vivibilità Cittadina; non conosco la Signora Di Costanzo che lo presiede ma mi complimento con lei per la sua determinazione nel pungolare le Istituzioni cittadine.

I tre passaggi ipotizzati per realizzare il Modello sono i seguenti: 1) Richiesta al Prefetto di un Patto per la sicurezza da parte del Sindaco. 2) Convocazione Comitato Ordine e Sicurezza pubblica (Questore e Comandanti provinciali Carabinieri e Finanza) presieduto dal Prefetto ed integrato dal Sindaco, dal Vescovo, dal Presidente della Provincia, dal Provveditore agli Studi, dal Comandante della Polizia Municipale, dal Direttore generale dell’ASL di Caserta, dal Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna, dal Responsabile del servizio 118, dal Comandante provinciale dei VV.FF, dal Comandante della Polizia Stradale. 3) Sottoscrizione del Patto per la sicurezza in base al quale ognuno dei presenti si impegna ad agire, secondo le proprie competenze, osservando l’ordinanza del Questore relativa all’attuazione coordinata dei “servizi”.

I quattro pilastri sui quali poggia il “Modello” sono: Famiglia, Scuola, Chiesa e Forze dell’Ordine, le cui attività vanno coordinate da un’unica regia, dalla Prefettura con il compito di realizzare un sistema di verifica periodica sullo stato di attuazione degli obiettivi fissati dal Patto. Per la definitiva finalizzazione delle intese in parola e per il riconoscimento del “Modello Caserta”, il Prefetto potrebbe interessare l’Ufficio di Gabinetto del Ministro dell’Interno che assicurerebbe certamente, come da procedure consolidate, il consueto ruolo di regia complessiva.

FAMIGLIA È il primo argine alla istigazione alla violenza che arriva per lo più tramite piattaforme online, perciò, prima di mettere un telefonino o un computer tra le mani del proprio figliolo, è necessario che i genitori siano in grado di insegnarne l’uso e che non avvenga il contrario! Solo genitori preparati possono infatti istruire i lori figli ad usare detti strumenti in modo corretto e consapevole, ad informarli sui vantaggi ma anche sui pericoli che ne possono derivare da un uso inappropriato, fornendogli tutti i consigli e i suggerimenti del caso.

Sono convinto che sia necessario parlare molto con i ragazzi e se non ne hanno voglia, dovrebbero essere i loro stessi genitori a parlare finché non riescano a coinvolgerli in qualche modo e bisogna farlo soprattutto il sabato sera, sia prima che escano di casa verso la movida, sia quando ne fanno ritorno, aspettandoli all’in piedi fino al loro rientro per farsi raccontare come ‘è andata la serata.

LA SCUOLA La formazione e l’informazione dei giovani, dopo la famiglia, passa attraverso la scuola, dove trascorrono metà della loro giornata. Qui bisogna puntare sull’Educazione Civica. Bene ha fatto il Ministro dell’Istruzione ad emanare un decreto il 7 settembre dell’anno scorso per aggiornare le linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, ma non è sufficiente. Agli obiettivi dichiarati di formare cittadini responsabili e attivi, promuovere la partecipazione alla vita civica e rispettare le regole, i diritti e i doveri, dovrebbe far seguito una specifica circolare esplicativa, diretta a prevenire la violenza urbana e le stragi del sabato sera e ad affermare il rispetto della legalità e del decoro urbano. Essendo una materia trasversale bisognerebbe scegliere con molta attenzione docenti particolarmente idonei per affrontare questi temi e poi andrebbero aumentate le 33 ore annue previste per l’Educazione Civica che francamente appaiono insufficienti per poter trattare compiutamente argomenti così importanti e molto delicati, data anche l’età dei discenti delle scuole medie e superiori.

CHIESA Alcune Parrocchie si sono mosse con iniziative varie per raggiungere gli adolescenti affinché imparino a rispettare il decoro urbano, la quiete pubblica e più in generale i diritti altrui. Fra esse mi ha colpito molto la locandina sullo Sportello gratuito di ascolto personale/familiare con un counselor, diffusa dalla Parrocchia di Nostra Signora di Lourdes di Caserta, con la quale si pongono queste domande ai giovani “Che cosa ti gira dentro”? “A che punto sei”? “Non riesci più a capirti”? E poi c’è l’invito “Fissa anche tu un colloquio il lunedì pomeriggio contattando il numero……..”!

Penso che questa proposta per aiutare non solo gli adolescenti in difficoltà, bensì talvolta anche i loro stessi genitori, potrebbe essere estesa a tutte le parrocchie casertane, magari con un’annotazione del Vescovo del capoluogo.

FORZE DELL’ORDINE Giustamente si invoca da più parti una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine, specialmente dopo l’una di notte, come se ciò fosse la panacea per tutti mali del sabato sera. Ma non credo sia così. È molto importante che fino all’orario di chiusura dei locali pubblici si proceda al controllo di veicoli e persone che accedono, stazionano e defluiscono nelle aree interessate, ma è ancora più importante che dette aree siano videosorvegliate e ben illuminate, magari appositamente dedicate ai giovani con la programmazione di eventi che facciano da richiamo.

Nei punti nevralgici di tali aree potrebbero stazionare gli Uffici Mobili delle Forze di Polizia, che con la loro presenza costituirebbero un deterrente per chi voglia delinquere e nello stesso tempo un luogo di accoglienza e di sicurezza dei ragazzi, nonché di denuncia da parte di chi possa aver subito una violenza o una minaccia sul posto.

Quando i servizi ordinari si ritirano, potrebbe entrare in azione un pattuglione straordinario “misto” delle Forze di Polizia o un pattuglione a rotazione, per controllare gli esercizi pubblici affinché rispettino gli orari di chiusura e/o del volume della musica, intervenendo nei confronti degli stessi ragazzi se colti a disturbare la quiete dei residenti. Nondimeno i servizi di controllo del territorio devono poter contare, per qualsivoglia emergenza, su un Pronto Soccorso allertato e sulla disponibilità del Servizio 118, dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile.