LO SCANDALO 118. I due medici hanno marcato visita e sono spariti, così sono morte due persone. La rabbia dei parenti. Quelli dell’Asl dovrebbero andare a nascondersi

10 Luglio 2020 - 10:10

MONDRAGONE/CASTEL VOLTURNO (g.g.) – A più di 36 ore di distanza dalle due morti avvenute, la prima in zona Baia Verde di Castel Volturno, la seconda a Mondragone, si vanno chiarendo i dettagli di una vicenda che potrebbe lasciare degli strascichi anche giudiziari qualora le famiglie delle due persone decedute volessero andare fino in fondo per capire se la morte dei propri congiunti sia stata anche legata alla clamorosa, incredibile assenza dei medici di turno a bordo delle due ambulanze del 118 accorse per affrontare questi codici rossi.

I fatti si sono verificati ieri mattina, mercoledì 8 luglio alle 6 circa, per quanto riguarda riguarda i fatti verificatisi a Baia Verde. Il secondo episodio, quello di Mondragone, si è consumato circa tre ore dopo cioè alle 9. Sulla vicenda, come abbiamo scritto ieri (clicca qui per leggere) sono in corso le indagini dei carabinieri che hanno già acquisito la registrazione delle comunicazioni avvenute tra la centrale operativa di Caserta e le ambulanze.

Contrariamente a quanto abbiamo scritto ieri, nei due casi in questione i medici non erano quelli forniti dalla coop Misericordia che pure ha aggiunto questo ulteriore servizio a quello ormai storico, controverso e denso di polemiche, degli infermieri che in più di un’occasione hanno lamentato di essere sottopagati, ma della Asl di Caserta. Stando alle prime risultanze riguardanti le osservazioni documentali, pare che entrambe le ambulanze erano ufficialmente medicalizzate, perché così era formalmente riportato nei fogli ufficiali dei turni. Per la centrale operativa di Caserta non dovevano esserci mezzi, in quanto non risultavano, non medicalizzati in servizio lungo il litorale domizio.

Pare, ma si tratta di una indiscrezione, che i due professionisti, giunti a lavoro, avrebbero marcato visita, con tanto di referto, lasciando dunque senza presidio le due ambulanze. E’ successo quello che nella maggior parte dei casi non succede e che aveva fatto passare sotto silenzio altri casi come questo: stavolta proprio le due ambulanze prive di medico hanno dovuto fronteggiare altrettanti codici rossi. La conseguenza è stata letale.

A questo punto, però, il discorso deve allargarsi alla organizzazione generale, che da almeno un anno denunciamo come pessima, del servizio di emergenza. Mai dovrebbe succedere, infatti, che ambulanze e 118 escano senza medici a bordo. Eppure, la centrale operativa, non sapendo spesso a quale santo votarsi, di fronte alla disastrosa gestione da parte dell’Asl, tenta la sorte confidando nella buona preparazione dei presunti volontari della Misericordia. Il piano è questo: mandiamo un’ambulanza, per tamponare in attesa che possa intervenire, dopo, una medicalizzata.

Le prospettive disegnano un quadro a tinte fosche: il problema dell’assenza dei medici sulle ambulanze, potrebbe anche aggravarsi in quando l’Asl ha dimezzato, amputato il monte ore di straordinario. In pratica, il medico farà un giorno al presidio 118 di Castel Volturno e dunque mancherà a quello di Mondragone, e il giorno dopo accadrà esattamente il contrario. Altro che Terzo Mondo.

Questo è successo negli episodi mortali di ieri mattina. In avanscoperta è andata una ambulanza senza medico. Il paziente era già grave e in arresto cardiaco. La centrale operativa aveva l’unica chance di spedire una medicalizzata, che sarebbe dovuta partire, però, da Teano, cioè da una località che si trova a 40 minuti di lontananza. I carabinieri sono stati chiamati dai parenti. La centrale operativa vedendo i carabinieri si è cautelata e avrebbe già denunciato entrambi i medici.

Il tutto si è consumato in un clima di altissima tensione, con i carabinieri che hanno dovuto sudare le proverbiali sette camice per calmare i parenti delle vittime, che si sono letteralmente scagliati sui volontari che nessuna colpa avevano di ciò che era successo.

Chissà se questo ennesimo disastro della sanità casertana e campana convinca i “professoroni” che guidano l’Asl ad affrontare in maniera strutturale, piantandola con i palliativi e i turafalle, nell’ormai gravissima situazione in cui versa il servizio 118 in provincia di Caserta.