Lo scandalo della PESCHIERA GRANDE, l’ordine del giorno diventa “raccomandazione” in consiglio. La storia dei Liparoti distorta a piacimento

16 Ottobre 2018 - 18:24

Caserta – (Pasman e G.G.) E’ una severa censura, al di la della scelta di stemperare lo strumento dell’ordine del giorno in un primo tempo utilizzato dal gruppo del Pd e trasformato poi in semplice raccomandazione, all’operato del direttore della Reggia Mauro Felicori quella espressa ieri dal consiglio comunale di Caserta per la vicenda dell’affidamento ventennale a privati della Peschiera Grande, di cui ci siamo occupati immediatamente nelle scorse settimane, non appena divenuta nota, per l’abnormità evidente dei suoi vari profili, prima di tutto quello della sua compatibilità con l’essenza culturale del monumento e con il suo prestigio.

Per chi non ancora conoscesse la faccenda riassumiamo in fretta dicendo che, in un luogo di delizie ed ameno come quello, è venuta la pensata di realizzare – in un invaso peraltro manifestamente inadatto allo scopo, per conformazione ed andamento – una improbabile scuola nautica, ma soprattutto un approdo per consentire ai turisti di effettuare, a pagamento, i classici giri in barca di ogni parco acquatico.

Alla fine, dell’ordine del giorno, presentato dal Pd e dal consigliere Gianni Comunale in epoca precedente alla sua nomina da parte di Carlo Marino nel consiglio generale dell’Asi, non è rimasto in pratica nulla di effettivamente vincolante. Un ordine del giorno è lo strumento di indirizzo più importante a disposizione di un consiglio comunale.

Ci rendiamo conto che per il gruppo Speranza per Caserta fosse importante portare a casa anche un minimo risultato su questa cosa, anche se, non volendolo, il gruppo di Apperti e Norma Naim ha tolto le castagne dal fuoco a Carlo Marino e a Gianni Comunale che aveva perso, dopo la nomina nell’Asi la sua vis combattiva. E lo ha fatto presentando quella raccomandazione che poi è stata l’unica cosa che il consiglio comunale ha votato ieri.

Una raccomandazione che se è un’arma spuntata dal punto di vista amministrativo, è sicuramente molto valida in termini di contenuto: “…di trasmettere ad horas all’UNESCO tutta la documentazione relativa all’affidamento per 20 anni, con la formula della finanza di progetto, al fine di tutelare un Bene Monumentale, Patrimonio dell’Umanità, nel rispetto dell’art. 9 della Costituzione.

La concessione escogitata da Mauro Felicori, peraltro intervenuta alla vigilia del suo pensionamento e nella netta ed immediata avversione, prima ancora del governo cittadino, di figure politiche certo di non secondo piano del territorio come il consigliere regionale Gianpiero Zinzi e di ben quattro parlamentari pentastellati, Antonio del Monaco, Margherita del Sesto, Nicola Grimaldi e Marianna Iorio, è stata reputata anche dal consesso comunale – ben oltre i toni istituzionali dei documenti prodotti in assise e con una inedita condivisione totale tra maggioranza ed opposizione – tale da doversene chiedere non solo la revoca attraverso il sindaco Carlo Marino, ma da dovere essere segnalata ai massimi organi di vigilanza del sito vanvitelliano, ossia il Ministero dei beni culturali e la Commissione nazionale italiana per l’Unesco.

Finora il manager emiliano, a riguardo alle contestazioni già rivoltegli, ha avuto un atteggiamento di ostentata noncuranza. Vedremo ora come reagirà, rispetto a questa autentica sollevata di scudi, a questa bocciatura senza appello.

Certo questo ultimo avvenimento non sembra molto compatibile con l’idea manifestata dal primo cittadino di Caserta di volergli conferire la cittadinanza onoraria.

Intanto il complesso dei Liparoti, che si doveva recuperare e ristrutturare per usi più confacenti di quelli progettati in funzione della logistica della ipotizzata scuola nautica, incomprensibilmente va a ramengo, senza il minimo di interventi. Lasciato nell’abbandono e nel degrado, queste sue gravi e forse colpevoli condizioni sono state paradossalmente poste tra le motivazioni che hanno determinato ad indire l’affidamento (nelle foto, la situazione di incuria del complesso dei Liparoti).

E qui viene da chiedersi se agli occupanti di quelle che erano una volta residenze di servizio a canoni irrisori e per i quali è intervenuta la recente condanna per responsabilità erariale dell’ex direttrice del museo Raffaella David e dei due dirigenti della Sezione di Caserta dell’Agenzia del Demanio, sia stato chiesto il ripristino dei luoghi prima del loro abbandono.

Intanto, sul piano dell’iter di affidamento, i termini per la presentazione delle istanze di adesione, fissati per lo scorso 8 ottobre, sono stati prorogati al prossimo giorno 20, a causa di una imperfezione procedurale emersa con riguardo alle coperture assicurative necessarie.

Speriamo che questi pochi giorni che restano siano sufficienti perché alla Reggia, volenti o nolenti, torni la ragione.