MADDALONI. Il sindaco De Filippo incazzato con 4 consiglieri magliocchiani e zinziani ha cercato di portare Razzano in maggioranza. Chi sono i 3 intoccabili

13 Novembre 2019 - 19:15

MADDALONI (g.g.) – Il sindaco Andrea De Filippo ha cercato realmente di agganciare, abbordare Giuseppe Razzano offrendogli un posto in giunta con contestuale ingresso in maggioranza del gruppo “Maddaloni Città Di Idee“. L’ha fatto nelle settimane successive alle elezioni provinciali, dalle quali la sua maggioranza non è uscita per nulla bene, anzi, è uscita con le ossa rotte, visto che, nonostante quelli di Maddaloni fossero voti pesantissimi, con un valore ponderato alto e pari solo a quello di Caserta, Aversa e Marcianise, non è riuscito a portare un solo eletto alla Provincia. Questo perché la maggioranza si è letteralmente spappolata, evidenziando la scarsa coesione, nel momento in cui ben 4 sono stati i candidati che ovviamente, “scornandosi” tra di loro, hanno disperso i voti, favorendo gli ingressi in provincia di candidati da comuni più piccoli in cui magari c”è stato un accordo granitico per convogliare tutti i voti, o almeno quelli della maggioranza, verso un solo nome.

Sicuramente giustificato Andrea De Filippo, che proprio nelle settimane che hanno proceduto le elezioni provinciali, ha dovuto affrontare problemi personali molto gravi, il dramma della malattia dell’amato fratello, poi, purtroppo, deceduto.

Però, il sindaco qualcosa l’aveva lasciato detto, invano. E il fatto che proprio nel momento della sua difficoltà personale, i consiglieri comunali si siano letteralmente scannati, lo ha amareggiato e non poco. A quanto pare sono 4 quelli il cui atteggiamento ha maggiormente disturbato il primo cittadino: i due magliocchiani di Forza Italia, Di Nuzzo e Domenico Russo, più i due zinziani Giuseppe Magliocca e Carfora, i quali, alla fine, seguendo le indicazioni di Gianpiero Zinzi, hanno votato per un altro Carfora di San Felice, con quello di Maddaloni che, in pratica, pur facendola rimanere in campo formalmente, ha completamente abbandonato la sua candidatura. Tutto questo casino ha irritato De Filippo. E non è improbabile che l’invito a Razzano sia stato formulato proprio sulla scorta degli eventi appena raccontati. La trattativa non è andata bene perché Razzano, a nostro avviso giustamente, ha chiesto a De Filippo l’apertura di una crisi del governo cittadino, con contestuale azzeramento della giunta e con l’inizio di un confronto politico programmatico, di un tavolo civico da cui far nascere un programma e un nuovo esecutivo.

Per altro, l’ingresso di Razzano in maggioranza avrebbe potuto aiutare De Filippo a rendere meno vincolante l’appoggio che Enzo Santangelo si aspetta alle prossime elezioni regionali. Conosciamo bene il sindaco di Maddaloni e possiamo dire con sufficiente grado di certezza che lui, essendo ancora impegnato nel processo che lo vede imputato, con la Dda a sostenere la pubblica accusa, di voto di scambio nella nota vicenda che coinvolse anche la famiglia degli Esposito-Saponari, non vuole esporsi più di tanto. Con Razzano in maggioranza potrebbe trovare un motivo per chiedere a Santangelo di non pretendere più di tanto da lui, in quanto sarebbero due, a quel punto, i candidati alle regionali nella nuova maggioranza cittadina. Dentro a queste vicende si è capito anche che sono solo tre gli assessori che De Filippo considera intoccabili: il primo è Salvatore Liccardo che, aggiungiamo noi, potrebbe anche essere intoccabile ma sarebbe un bene per la città se lasciasse la delega ai Rifiuti e all’Ambiente, dove persiste un’evidente conflitto d’interessi di cui abbiamo scritto più volte e su cui certo non cambiamo idea perché magari nella Buttol c’è qualche generale dei carabinieri che, a nostro avviso, non in maniera provvida (che dobbiamo fare, siamo all’antica) ha accettato un ruolo dirigente dopo essere andato in pensione o perché qualche congiunto diretto di magistrati vi lavora all’interno. La seconda è Caterina Ventrone, su cui non esprimiamo commenti, altrimenti subito verremo tacciati di “allusionismo” e stronzate del genere; la terza è Rosa Rivetti, la quale ha preso tanti voti anche grazie al suo augusto marito. E vabbé, come si suol dire, vai col tango.

Questo lo stato dell’arte che consiste in una sorta di calma apparente. Se avete notato, nell’elenco degli intoccabili non c’è il vicesindaco Gigi Bove. E non perché ce ne siamo dimenticati.