MADDALONI. Il sindaco De Filippo non potrà far la cura dimagrante delle commissioni consiliari. Ecco perché
18 Settembre 2018 - 19:27
MADDALONI – Primo stop per la maggioranza di Andrea De Filippo. Il sindaco che si è speso per trovare con i capigruppo consiliari di maggioranza e opposizione una soluzione che portasse alla riduzione dei componenti delle singole commissioni consiliari, ha dovuto arrendersi all’evidenza del Testo unico sugli enti locali, il quale, essendo un libro di leggi, non si rende conto di come si sono comportati in passato e di come si comportino i consiglieri comunali di Maddaloni rispetto a tutti quelli che negli altri Comuni partecipano alle commissione, si fa per dire, perché mettono la firma o se la fanno mettere e “si fottono” i quattrini del gettone senza produrre nulla e dunque rubandolo alle casse pubbliche. Per cui De Filippo non potrà ridurre il numero delle componenti delle commissioni.
L’art. 38, comma 6, del citato Tuel, prevede, infatti, che nelle commissioni consiliari ci sia il rispetto del criterio proporzionale nella composizione. Per la giurisprudenza, il criterio è rispettato quando viene assicurata, in ogni commissione, la presenza di ciascun gruppo esistente in consiglio comunale in modo che, se una lista è rappresentata da un solo consigliere, questi dovrà partecipare a tutte le commissioni costituite, assicurando una composizione delle commissioni proporzionata all’entità di ciascun gruppo consiliare. Anche il TAR si è espresso in merito in più occasioni, in particolare quello della Lombardia con sentenza del 4 luglio 1992 N° 796 e il 3 maggio 1996 con sentenza N° 567. Il sindaco Andrea De Filippo, che si sta caricando di tante, troppe incombenze in questi giorni, ha bisogno di collaborazione di chi gli verifichi la praticabilità giuridica di idee come questa. Per esempio, occorrerebbe un buon segretario comunale.