MADDALONI. L’agente di polizia penitenziaria morto durante una lite: probabile malore, ma la certezza che non sia stato omicidio la potrà dare solo l’autopsia
19 Agosto 2025 - 19:34

A 24 ore di distanza non c’è ancora l’ufficialità. La salma si trova nel reparto di medicina legale dell’ospedale civile di Caserta. La verità incontestabile serve anche per tranquillizzare la famiglia della vittima, che i minuti immediatamente successivi alla tragedia ha cercato di farsi giustizia da sé
MADDALONI (g.g.) – L’ipotesi del malore legato alla tensione e all’emotività suscitata dalla lite furibonda, avuta con il compagno di sua figlia, resta l’ipotesi maggiormente accreditata per spiegare la morte di Mario Maccarone, agente di polizia penitenziaria in pensione, deceduto ieri all’incrocio tra via Brecciame e via Pintime (CLICCA E LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO IN PROPOSITO).
Nonostante il disperato tentativo di soccorso prestato da un’infermiera, chiamata a gran voce dal presidente del consiglio comunale di Maddaloni Francesco Capuozzo – il primo ad accorrere sul luogo della tragedia – con l’uso di un defibrillatore.
E’ chiaro che se si è trattato solo di uno schiaffo, come risulterebbe da una prima ricostruzione emersa però da indiscrezioni e non da verbali ufficiali, l’ipotesi del malore si raffredderebbe. E questo diventerebbe ancor più solido nel momento in cui fossero confermate altre voci, che raccontano di problemi cardiaci avuti in passato da Mario Maccarone.
Però, in casi come questi, ogni dubbio va fugato. Anche perché il responsabile D.D.F., dello schiaffo, è stato denunciato, per il momento a piede libero dagli agenti della polizia di stato locale. In situazioni del genere si può procedere per aggressioni, lesioni, ma ogni ipotesi relativa ad una delle fattispecie previste dal codice penale, degli omicidi diversamente connotati, va esclusa.
Ma questi dubbi potranno essere fugati solo se, la salma di Mario Maccarone, non a caso portata nel reparto di medicina legale dell’ospedale civile di Caserta, sarà sottoposta, come immaginiamo abbia disposto il magistrato della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere, disporrà un esame autoptico approfondito.
D’altronde, un arresto cardiaco è la matematica fine di una vita. Ma l’arresto cardiaco può essere frutto di un processo non determinato da un trauma, ma può essere conseguenza anche di un trauma. Ed è questo che dovrà stabilire l’esame autoptico, in modo da tranquillizzare, ovviamente per quel che è possibile, la famiglia di Maccarone, provata dal dolore e intrisa di rabbia, al punto da aver tentato di farsi giustizia nei minuti successivi alla lite, quando diversi componenti di questo nucleo familiare si sono avvicinati all’abitazione del compagno della figlia di Maccarone la quale, a sua volta, ha urlato il suo dolore accusandolo di essere stato lui ad uccidere suo padre.
Ovviamente si capisce che si è trattata di una reazione emotiva, del tutto comprensibile, ma siccome si tratta anche di una storia destinata a lasciare più di qualche strascico nei rapporti tra persone e nuclei familiari è fondamentale che tutti conoscano la verità sulla morte di Mario Maccarone. Se sarà accertato che il malore si è verificato per causa naturale e se a questo sarà aggiunto il fatto che anche Maccarone è stato corresponsabile di quella lite, allora D.D.F. sarà sicuramente scagionato.
Ma devono combaciare tutti questi elementi per iniettare nella testa dei congiunti della vittima, un minimo di tranquillità che in questo momento non c’è assolutamente, alla luce di questa frase che D.D.F avrebbe pronunciato, quando allontanandosi avrebbe urlato “Non l’ho fatto apposta”.