MADDALONI “sottomarca” di Afragola. Si scassa un compattatore, città sporca. De Filippo deponga il super ego e cambi la delega all’assessore Liccardo

5 Novembre 2019 - 12:03

MADDALONI – Si ha la sensazione che il contratto stipulato con il Comune di Maddaloni non abbia, per la Buttol, lo stesso valore e la stessa serietà, di quello che la medesima impresa ha firmato in altri Comuni, a partire da quello di Afragola.
Questo lo potrebbe ben testimoniare Salvatore Liccardo. E sapete perché? Perché Liccardo è l’unico ad avere un osservatorio privilegiato.

Lui, infatti, per una serie di coincidenze forse irripetibili, si trova ad essere l’assessore alla nettezza urbana a Maddaloni che, in quanto tale, ha come interlocutore contrattuale la Buttol, titolare dell’appalto per la raccolta dei rifiuti in città, e dipendente, a quanto ci dicono dell’Ufficio Ambiente, del Comune di Afragola, dove, in un’altra veste, è allo stesso modo interlocutore istituzionale della Buttol, titolare sempre del servizio di raccolta rifiuti nella città dell’area nord di Napoli.
Quindi, viene da dire, chi più di lui?

Chi più di Liccardo può capire perché stamattina, ancora una volta, si è verificato l’ennesimo, a questo punto farsesco, incidente di percorso, con un altro compattatore finito male, il cui guasto ha determinato la mancata raccolta di una parte significativa dei rifiuti nella città di Maddaloni?

Prima una settimana di agitazione perché non c’erano i compattatori per scaricare. Due giorni fa hanno portato un bilico e un compattatore, che si sono presto rotti entrambi. I meccanici sono arrivati alle 8:30 di stamattina, motivo per il quale oggi non è stato possibile effettuare la raccolta.

Perché il risultato, i fatti, sono talmente gravi che una pur comprensibile, logica ragione attenuante, posta dall’amministrazione comunale, non è più accettabile, anzi, per usare un termine giuridico, è divenuta tecnicamente inammissibile.

Il livello politico esercita, o meglio, dovrebbe esercitare le sue funzioni, in base, ripetiamo in base, al principio della responsabilità, di cui fanno parte soprattutto le relazioni tra i fatti e la valutazione di qualità delle suddette funzioni.
E allora, visto che da giugno ad oggi sono trascorsi cinque mesi e la città di Maddaloni non riesce ad uscire dalla crisi della monnezza, ogni giustificazione, ripetiamo, pur fondata, non è più efficace affinché quel principio di responsabilità sviluppi i suoi effetti.

Sappiamo bene che il sindaco Andrea De Filippo, per carattere, non lo farà mai.
Ma questo è un suo limite, perché l’autostima, l’alta considerazione di sé diventano elementi positivi quando sono accompagnati anche da una consapevolezza dei propri limiti e dei propri difetti, e nel caso specifico di quella realtà effettuale, di quella monnezza che a quintali giace, molto spesso, nelle strade della città.

Il sindaco De Filippo non si può più autoassolvere. Non può pensare che ci sia sempre una ragione ineluttabile e non affrontabile, che gli consenta di dire che ciò che sta capitando non è colpa sua o della sua giunta.
Non la vogliamo mettere in maniera troppo complicata, ma di fronte a fatti del genere ci si dimette oppure si assumono provvedimenti nei confronti di chi è titolare della delega fallita.
Lo diciamo da luglio: Salvatore Liccardo, per cento motivi diversi, che il sindaco neutralizza attraverso il suo ego cieco e accecante, ma soprattutto nocivo per lui stesso, dovrebbe lasciare quantomeno la delega che ha assunto.
Conflitto di interesse, confusione di ruoli, ma soprattutto una città che anche stamattina è una merda, non virtuale, non discutibile, ma tremendamente reale.