MANIFESTI ELETTORALI E I BELFORTE A CASERTA. “Non era camorra”. Sconto di pena per Vincenzo Rea

23 Febbraio 2023 - 11:13

Secondo i giudici non c’è stata la partecipazione del sessantaduenne ad un’associazione mafiosa, ai sensi dell’articolo 416 bis

CASERTA – Il sessantaduenne casertano Vincenzo Rea è stato assolto dalla prima sezione penale della Corte di Appello di Napoli dal reato di associazione camorristica.

La vicenda riguarda il monopolio dei manifesti elettorali del comune di Caserta in occasione delle elezioni regionali 2015 e ritenuto dalla Dda di Napoli a totale appannaggio del clan Belforte.

Secondo l’inchiesta della Dda di Napoli, Giovanni Capone, condannato in continuazione con altre sentenze a 16 anni e 6 mesi e all’epoca detenuto, aveva dato precise indicazioni sull’affissione dei manifesti elettorali nella città di Caserta per le regionali 2015 che sarebbe stata esclusiva della Clean Service. L’imposizione avveniva sia in modo esplicito, come captato nel corso delle intercettazioni, sia attraverso minacce ai singoli soggetti sorpresi ad affiggere manifesti.

Rea aveva ricevuto una condanna a a 7 anni di carcere in corte d’Appello, perché accusato e ritenuto responsabile di associazione mafiosa, estorsione e scambio elettorale politico mafioso.

Una condanna ritenuta ingiusta dagli avvocati del 62enne E così i legali Michele Di Fraia, Rossella Luglio e Giuseppe Scala hanno presentato ricorso in Cassazione in favore del loro assistito.

La decisione dell’ultima istanza è stata presa poi lo scorso anno, sempre nel mese di febbraio. I giudici della suprema Corte confermavano

la condanna in Appello per quanto riguardava i reati di estorsione e scambio politico mafioso, annullando la decisione, però, relativamente alla contestazione di associazione camorristica, rinviando tutto ad un’altra sezione della Corte di Appello partenopea.

Nelle scorse ore, la prima Sezione Penale del tribunale di secondo grado di Napoli ha assolto Rea per non aver commesso il fatto, specificatamente all’imputazione di associazione camorristica.

In questo modo, la condanna del 62enne passa da sette anni di carcere a quattro anni e otto mesi.