MARCIANISE. Altro che rotazione, Velardi ora vuole occupare l’ufficio tecnico con un suo amico che lavora in Trentino e con Antony Acconcia è amore vero

21 Gennaio 2019 - 13:34

MARCIANISE(g.g.) Il frasario e la struttura del lessico che utilizza il sindaco Antonello Velardi quando replica ad articoli giornalistici che non gli aggradano, merita di essere, a questo punto, dopo anni e anni di risposte dure, ma sempre collocate dentro ad una continenza dialettica che non appartiene, per evidente e non più contestato riconoscimento di un marchio di ignoranza tout court, liquidata con una semplice alzata di spalle. Ormai, le sue, sono delle sparate sempre più solinghe applaudite solamente da qualche giullare di corte, già ricettore di prebende o in attesa di riceverle.

Come abbiamo scritto più volte, mettersi appresso a lui, sprecando energie in un inutile controcanto rispetto all’insulto volgare, da vera e propria Suburra che sprizza da tutti i suoi pori, significa fare il gioco del primo cittadino, il quale vuole distogliere l’attenzione dai fatti, dai contenuti autentici del suo agire.

D’altronde, la mistificazione fa rima con distrazione. Se uno è distratto dal fracasso, non si concentra sulla considerazione delle cose e dei fatti e, dunque, si associa supinamente all’apparenza, ad una sorta di “verità primaria” che poi non è altro che una bugia strutturale e costantemente alimentata da una narrazione farlocca.

Prendiamo questa vicenda dei decreti di Velardi. Li ha fatti. Li ha scritti, li ha firmati. Ed è così. La smentita lascia il tempo che trova perchè le fonti sono solidissime e indiscutibili. Il sindaco, dopo qualche mese, ha accettato la richiesta formulata da Gennaro Spasiano,

dirigente dell’ufficio tecnico, di ottenere il nulla osta dall’ente di cui è dipendente a tempo indeterminato, per il trasferimento in altra sede.

Spasiano non ce l’ha ancora un’altra sede e infondate erano le voci su un suo ritorno alla provincia. Ma la sta cercando, perchè i suoi rapporti con il sindaco sono arrivati ai minimi termini. Una situazione che si è creata per un diverso sentire che i due hanno avuto, nell’ultimo anno, sulle vicende vergognose dell’Interporto. Quando tubavano come due piccioncini, costruirono insieme la convenzione più scandalosa che la storia di questa provincia ricordi, la più dolorosa, mortificante svendita dell’interesse pubblico di una collettività agli interessi di un gruppo di furbi imprenditori, i quali avrebbero voluto replicare la stessa operazione che fecero, al tempo, come la costruzione del Campania, salvo incrociare il lavoro duro, sereno e seriamente documentato di questo giornale e un’indagine chirurgica della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Caserta, coordinata dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Oggi quei cantieri, Le Roy Merlin, e compagnia, sono fermi. E speriamo che lo restino per sempre, fino all’abbattimento di quei mostri di cemento che hanno trasformato la mission dell’Interporto in una delle speculazioni più lucrose avvenute in questo territorio negli ultimi 100 anni, con buona pace dei contenuti, letteralmente calpestati, di quell’accordo di programma, che era alla base della nascita, del consolidamento della struttura intermodale delle merci e dei servizi a questa direttamente collegati.

Velardi sta utilizzando, come fanno sempre i mistificatori, lo strumento di alto valore morale. Lo sta usando, per l’appunto. Perchè, a nostro avviso, la sua realizzazione non ha mai costituito un obiettivo reale. La rotazione dei dirigenti e dei funzionari degli uffici pubblici rappresenta la più importante delle raccomandazioni, purtroppo elusa dal 90% degli enti locali e degli enti statali, espressa dall’Autorità Nazionale anti-corruzione e dal suo presidente, il magistrato in aspettativa, Raffaele Cantone.

Ma la rotazione è una modalità attraverso cui un comune realizza un intervento a 360° che non innesta alcun criterio selettivo. Nel senso che il principio va applicato in tutti gli uffici, senza indugiare, per nemmeno un secondo, sull’identità, sulla storia, sulle tendenza politiche, sulle simpatie personali, di questo o quel dirigente, di questo o quel funzionario.

Ha a che fare con questa modalità ciò che il sindaco Velardi sta realizzando? Ha a che fare con la volontà di affermare la necessità espressa da Raffaele Cantone, il siluramento dall’ufficio tecnico comunale di quell’Angelo Piccolo, che lì arrivò qualche estate fa, proveniente dai ranghi dei vigili urbani, dove Velardi lo vuole rispedire?

Lo avrebbe già fatto se Gennaro Spasiano non si fosse arrabbiato, al punto da prospettare al sindaco la paralisi completa di tutto l’ufficio tecnico. Di fronte a questa prospettiva, Velardi avrebbe rinviato il trasferimento di Piccolo di 30 giorni.

Appartiene all’affermazione dei principio della rotazione, l’idea di paracadutare a Marcianise un altro professionista da gratificare con il ricongiungimento familiare, visto che oggi opera nella bellissima ma, evidentemente, non stimolantissima, Moena, località sciistica del Trentino, dove, tra le altre cose, opera un’antichissima scuola di formazione della Polizia di Stato e dove è stanziata una parte del gruppo sportivo delle fiamme oro, relativamente agli atleti impegnati nei cosiddetti sport invernali, l’ingegnere Alberto D’Allio, genero di un ex segretario comunale di Marcianise, grande amico di Raffaele Salzillo e appartenente a una famiglia di sostenitori di Velardi.

Il sindaco ci aveva già tentato qualche tempo fa, non riuscendovi. Ma le operazioni sono in corso e si stanno compiendo sforzi enormi per liberarlo dalle montagne dolomitiche che, evidentemente, non ama.

Con l’arrivo di D’Allio, con buona pace del principio della rotazione, Velardi, in realtà, completerebbe, dopo l’addio di Spasiano, l’occupazione dell’ufficio tecnico, che è poi il punto nevralgico del governo cittadino e piattaforma di lancio per l’occupazione complessiva dell’intera macchina comunale.

Lo strumento è sempre costituito da quell’articolo 110, primo comma, del decreto legislativo 267 del 2000, che poi è l’unica possibilità offerta a un sindaco di chiamare in servizio chi gli pare, offrendogli un contratto che sopravvive fino a quando lo stesso sindaco rimane in carica. Il 110 prevede l’esistenza di una commissione, ma questa a Marcianise diventa solamente un optional, un soprammobile.

Velardi già l’ha fatto con la D’Anna e con altri. Ora vuole farlo con colui che vede come il sostituto ideale di Spasiano. Ideale, perchè D’Allio sarebbe una riproposizione del segretario comunale Onofrio Tartaglione che definire schiacciato e prono rispetto ai desiderata del sindaco, è dire poco.

Si dice anche che l’amicizia, ormai viscerale, che unisce Velardi ed Antony Acconcia, cementata dal comune odio nei confronti della presidente Asi Raffaella Pignetti, potrebbe trovare una sua sublimazione in un altro 110, questa volta utile per assumere proprio l’ex direttore generale della provincia, dell’Asi eccetera; per assumere quello che è un vero e proprio globetrotter della consulenza globale, alle necessità che una certa politica ha di controllare, a suo modo, le procedure amministrative, incanalandole, senza passare guai, nella direzione utile alla realizzazione di interessi di tipo privato o oligarchico.

Ma questa è un’altra storia di cui continueremo a raccontarvi prossimamente.