MARCIANISE. Carabinieri in Comune. Acquisiti tutti i documenti della mansarda abusiva del sindaco Velardi

2 Marzo 2022 - 18:00

Polizia Giudiziaria e notizie di reato, uno nostro piccolo ripassino. Che il comandante dei Vigili abbia compiuto un errore nel fermare, inopinatamente e ingiustificatamente, l’iniziativa dell’ufficiale di Pg Filippo Lasco, è anche dimostrato praticamente dal caso del tutto sovrapponibile, accaduto qualche mese fa in quel di Trentola Ducenta con il fratello dell’ex sindaco Andrea Sagliocco

 

MARCIANISE – Ci sono due fatti certi. Il primo è che ad oggi nessuno è andato a controllare se il cittadino Antonello Velardi abbia o meno ottemperato all’ordinanza di abbattimento e ripristino dello stato dei luoghi, firmata lo scorso 17 novembre dal “fu” dirigente Anacleto Fuschetti e relativa al terzo piano dell’abitazione del sindaco totalmente abusivo.
La seconda è che stamattina i Carabinieri della Compagnia di Marcianise hanno bussato alla porta dell’Ufficio Tecnico del Comune e acquisito tutta la documentazione riguardante l’abuso edilizio compiuto da Velardi, per il quale è già iscritto da tempo nel registro degli indagati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di S.Maria C.V.
Tutto il reto è nebbia.

Una cortina che stamattina i Carabinieri, evidentemente su direttiva della già citata Procura, hanno cominciato a far diradare.
Non è che ci vuole un giurista per capire che il diritto, anzi il dovere di intervenire o di segnalare verbalmente i fatti al magistrato, tocchi all’ufficiale di polizia giudiziaria nel momento in cui questi venga a conoscenza di una notizia di reato che, beninteso, non significa necessariamente che il reato sia stato commesso ma semplicemente che esiste una possibilità che questa circostanza si sia verificata.
Di qui la necessità di effettuare un controllo diretto.
Non c’è dubbio, quindi, che al di là di quelle che possono essere delle ragioni di opportunità relative a dissidi personali che lo hanno opposto in passato al primo cittadino, l’iniziativa assunta dall’ufficiale dei Vigili Urbani di Marcianise Filippo Lasco, il quale aveva scritto all’Ufficio Tecnico affinché lo scortasse nel sopralluogo che aveva intenzione di realizzare in quel terzo piano di via Kennedy, fosse assolutamente irreprensibile.
Per cui, non si è capito per quale motivo la comandante dei Vigili Urbani di Marcianise Guglielmina Foglia, spalleggiata dal dirigente a quanto pare, del locale commissariato di Polizia, abbia chiesto a Lasco di cestinare quella lettera.
L’onere dell’esercizio dell’azione penale grava sul Pubblico Ministero.
Ma del Pm, l’ufficiale di polizia giudiziaria è una diretta propaggine.
Questi può, anzi deve raccogliere, gli elementi in modo da poterli trasmettere all’ufficio inquirente.
E lo deve fare nel momento in cui ha acquisito nozione di una notizia di reato.
Abbiamo sentito stupidaggini di tutti i tipi.
Ad esempio si è detto che i Vigili Urbani, come ufficiali di polizia giudiziaria, sottostanno, in occasione dei presunti casi di abuso edilizio, alla potestà dell’Ufficio Tecnico. Tutte chiacchiere.

Qui c’è un ufficiale di Polizia Giudiziaria che è stato fermato, a cui è stato impedito di svolgere la sua funzione e non si sa perché.
Tornando all’articolo 331 del CPP, questo regola l’azione di un pubblico ufficiale e non parla, dunque, di un’attività caratterizzata dai poteri e dai limiti che connotano la possibilità di intervento della Polizia Giudiziaria.
Mentre infatti il 331 stabilisce che i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile d’ufficio, devono farne denuncia per iscritto al Pubblico Ministero o a un ufficiale di Polizia Giudiziaria, l’ufficiale di Pg, almeno in una prima fase della sua attività può intervenire autonomamente. Questo fa capire chiaramente, attraverso l’equiparazione della figura del Pm a quella dell’Ufficiale di PG, nella fase di ricezione da un pubblico ufficiale di una notizia di reato, quale sia il grado di interdipendenza tra le due funzioni, pur essendo quella di Pm gerarchicamente superiore rispetto a quella di un ufficiale che dal Pm viene coordinato.

Questo rapporto gerarchico attiene ad altre fasi di un’indagine. Nel caso in cui, invece, l’ufficiale di Pg viene a conoscenza di una notizia di reato, interviene in nome e per conto del Pm, che può avvertire successivamente.

Potremmo snocciolare decine e decine di esempi, pescandoli direttamente dal nostro archivio.
Ne evidenziammo uno: un po’ di mesi fa, a Trentola Ducenta, i Vigili Urbani, dopo aver constatato che il ginecologo Raffaele Sagliocco, fratello dell’ex sindaco – poi arrestato e oggi sotto processo – Andrea, non aveva provveduto ad abbattere una parte del suo manufatto abusivo, sapete cosa hanno fatto?

Comandante Guglielmina Foglia, sa cosa hanno fatto? Sta scritto nel nostro giornale.

Lo hanno denunciato al Pm in forza di un accertamento di polizia giudiziaria che ha consentito loro di stabilire che Raffaele Sagliocco non aveva ottemperato all’ordinanza.

Ora, a meno che Marcianise – e il fatto non è improbabile – appartenga a un’altra nazione in cui non esiste né il Codice Penale, né il Codice di Procedura Penale, che riteniamo la comandante Foglia conosca a menadito, essendo appunto comandante, alto ufficiale del corpo dei Vigili Urbani, qui inottemperanti sono stati i Vigili Urbani prima ancora dell’Ufficio Tecnico e prima ancora del dipendente più alto in grado Angelo Piccolo, il quale è entrato in Comune durante la prima consiliatura di Velardi e al quale è stata offerta la possibilità di star tranquillo e indugiare proprio da quella bizzarra e a dir poco inopportuna iniziativa che ha indotto Filippo Lasco a cestinare la formale comunicazione con cui rendeva nota all’Ufficio Tecnico la sua volontà di andare a constatare se Velardi avesse o meno ottemperato all’ordinanza.

Davanti a quella comunicazione, l’Ufficio Tecnico non avrebbe mai potuto rifiutare l’ausilio tecnico al sopralluogo.

Se lo avesse fatto, sarebbero ricorsi tutti gli elementi per una contestazione di una grave omissione di atti d’ufficio, reato da tempo inglobato in quello più ampio e generale di abuso d’ufficio di pubblico ufficiale, ai sensi dell’articolo 323 del Codice Penale.