MARCIANISE. CHE POLPETTA: ora Pasquale Salzillo comanda lui. Concessioni edilizie, permessi, condoni: la promozione di Angelo Piccolo e la determina che fa acqua

23 Settembre 2023 - 19:48

Operazione realizzata attraverso un discutibilissimo riconoscimento della cosiddetta incarico di Elevata Qualificazione. Dunque, quello che avevamo preannunciato qualche mese fa si è verificato

MARCIANISE (g.g.) – Quando Pasquale Salzillo, attuale vicesindaco e dominus dell’amministrazione reale, vera, quella della gestione, ci ha scritto in occasione di un primo articolo a lui dedicato, abbiamo deciso di rispondergli anche in privato.

Nel secondo caso, quando abbiamo affrontato l’argomento delle attività dell’immobiliarista di Frattamaggiore, ex coltivatore di asparagi, Ferdinando Canciello, non gli abbiamo, invece, risposto. Perché negare l’evidenza, ciò che almeno in 50 persone, di Marcianise ma anche non di Marcianise, comunque profondi conoscitori delle trame che si sviluppano dentro e attorno le strategie commerciali della famiglia Canciello, possono testimoniare in tutte le sedi, ci pare una perdita di tempo.

Poi, tutte le stupidaggini, tipo “quello scrive perché glielo dice quell’altro“, roba che sentiamo da 15 anni da tutti quei politici i quali, non avendo un solo contenuto per rispondere ai nostri articoli e, quindi, in una confutazione scritta, si rifugiano nell’unico sentiero possibile, cioè quello del giornalismo a pagamento che, in effetti, è questione reale della nostra provincia, ma assolutamente inapplicabile, per fatto genetico, al nostro caso.

Una canagliata travestita da pettegolezzo che se serve in qualche modo a distrarre i lettori più superficiali, ha comunque un limite evidente che noi sottolineiamo ogni volta.

Ammesso e non concesso, infatti, che io sia un criminale alla stregua di Francesco Schiavone Sandokan, ammesso e non concesso che il sottoscritto – come dice ultimamente Giovanni Zannini – sia un insert coin, mi chiedo e chiedo ad ogni persona di buon senso se ciò sposta, come fatto discriminante di un’informazione utile, la questione della valutazione sull’autenticità o sulla non autenticità di una notizia? O comunque, il fatto che l’abbia scritta Sandokan o Guarino insert coin, rimuove il problema della sua veridicità o della sua appartenenza al mondo del farlocco?

Mettiamo caso che Guarino sia davvero un insert coin come dice il mondragonese. Ciò può significare a priori che quel figuro che scorta De Luca nella città di Zannini muti i connotati della sua carta d’identità in modo tale che non si chiami può Pasquale Razzino detto Scarola, uno che ha passato 15 degli ultimi anni venti in carcere per reati di camorra e ha un fratello che ha ricevuto condanne definitive a 30 anni di reclusione per omicidi e altri fatti di sangue eseguiti in quanto numero due e successore del boss Augusto La Torre? No, non li cambia (CLICCA E LEGGI).

Ora, con questi due soggetti, Zannini da una parte, Salzillo dall’altra, non è che ci possiamo mettere a fare discussioni sulla critica della ragion pura. Però possiamo tranquillamente affermare che, non certo per quello che dicono nei confronti del sottoscritto, bensì per la logica che li ispira, sono degli idioti.

Se, infatti, oggi, per la terza volta, ci occupiamo di Pasquale Salzillo, non è perché abbiamo preso una fissazione per quest’ultimo o perché coltiviamo degli obiettivi, mire inconfessabili che, senza il loro raggiungimento, siamo pronti a dare il via ad una presunta campagna di persecuzione, come qualche idiota di cui sopra va affermando, ma è perché, come avevamo ampiamente pronosticato, a comandare al momento è soprattutto lui.

Comanda perché è in grado, per esperienza, per il suo vissuto, di tenere le mani in pasta, di tenere le mani in un blocco di carne tritata da cui si formano e si consolidano significative e prelibate polpette.

L’ultimo dei nostri pensieri, quando ci svegliamo la mattina, sarebbe quello di occuparci di lui. Poi, leggiamo determine come quella firmata recentemente dal dirigente comunale Michele Punzo e che facciamo? Ci giriamo dall’altra parte?

Anche se volessimo, non potremmo. Perché quella determina, a proposito di prodotti di macelleria, è la carne viva dell’attuale governo cittadino, rappresentando quello che viene definito un modus operandi che al momento la qualifica. Se non ci occupiamo dei suoi contenuti, dovremmo chiudere – come si sul dire – “baracche e burattini” e non occuparci più di questa città.

Quando abbiamo posto il problema di un rapporto troppo fraterno, formatosi a monte ed esternamente rispetto alle reciproche attività svolte all’interno dell’ente pubblico cittadino, tra Salzillo e l’architetto Angelo Piccolo, volevamo proprio configurare uno scenario che, puntualmente, si è verificato ed è scritto tutto nella determina numero 380 del 14 settembre scorso il cui testo, leggere per credere, pubblichiamo nel link in calce a questo articolo.

L’ALTA PROFESSIONALITA’, OVVERO TI CREO UN DIRIGENTE-NON DIRIGENTE

Non si tratta di una grande alchimia, ma di una roba spesso utilizzata dai comuni per dare un potere cospicuo, forte, a persone di cui gli amministratori, cioè il sindaco o il vicesindaco, oppure gli assessori, oppure ancora qualche consigliere che possiede numeri importanti all’interno del massimo consesso cittadino, si fidano e con cui hanno creato un feeling rispetto al quale non si registrerà nessuna perdita, nessuno sbafo. In poche parole, ognuno sarà il custode e il tutore degli interessi politici (o di altri interessi) dell’altro.

Un procedimento simile lo abbiamo visto a Caserta con l’attuale comandante dei vigili urbani Luigi De Simone il quale non era e non è dirigente, ma ne esercita le funzioni perché un altro dirigente, stavolta vero, preso a caso (chiaramente Franco Biondi), gli ha fornito un incarico di “elevata responsabilità”, ai sensi dell’articolo 16, comma due, lettera A, del contratto nazionale di lavoro degli Enti Locali.

Con questo incarico uno può esercitare la funzione di dirigente. ED è quello che è successo – come avevamo ampiamente previsto, lo ripetiamo – con l’architetto Piccolo, il quale è diventato dal 14 settembre funzionario ad altissima qualificazione e che dal mese prossimo vedrà aumentato il proptio stipendio di poco meno 1300 euro al mese rispetto a quanto già guadagna oggi, per la precisione, con 13 mensilità, 1236 euro in più.

Ma soprattutto il mite dirigente Punzo ha affidato ad Angelo Piccolo la mansione che garantisce la più alta cifra di potere reale: sarà responsabile del cosiddetto Sportello unico per l’edilizia.

E ti pareva! Ogni permesso a costruire, ogni concessione, ogni procedura di condono, sanatoria eccetera, saranno esclusiva e assoluta prerogativa di Piccolo.

IL RAPPORTO TRA ANGELO PICCOLO E PASQUALE SALZILLO. SE QUALCHE MARCIANISANO…

Ora, seriamente parlando, c’è un marcianisano, un solo marcianisano che possa affermare tranquillamente che Pasquale Salzillo, nonostante ricopra la delega di assessore alle Attività Produttive, rimarrà fuori da questa partita?

C’è un marcianisano pronto a giurare e a spiegare che Salzillo non c’entra nulla con la super promozione di Piccolo?

C’è un marcianisano pronto a giurare e a spiegare che Stefano Farro, titolare ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica, sarà il solo, da delegato al ramo, a fornire gli indirizzi ad Angelo Piccolo?

Siamo seri, sù, e non neghiamo l’evidenza.

LA DETERMINA CON IL COPYRIGHT DELLA SEGRETARIA COMUNALE COTUGNO, RAFFAZZONATA E INCOMPLETA

Per quanto riguarda la determina, sicuramente apparecchiata dalla segretaria comunale Maria Carmina Cotugno, beh, qualche cosa da dire l’abbiamo e in questo caso ci rivolgiamo soprattutto agli addetti ai lavori, trattandosi di argomenti piuttosto complessi per i quali c’è bisogno del callo che ci siamo fatto sui polpastrelli e sul culo, lavorando per avere un rapporto sereno, paziente e costruttivo con i contenuti delle leggi e delle norme italiane, il più delle volte incomprensibile per i comuni mortali.

La combinazione che un giurista, leggendo la determina di cui sopra, andrebbe a qualificare come il “combinato disposto” tra il decreto legislativo 165 del 2001 e l’appena citato CCNL degli Enti Locali non porta assolutamente – a nostro avviso – alle conclusioni, generiche e raffazzonate, dell’atto di determina firmato Punzo.

E ora vi spieghiamo il perché. Partiamo dal basso per arrivare all’alto. Partiamo, dunque, dalle norme del CCNL, per arrivare a qielle di fonte gerarchica più alta, del decreto legislativo.

L’articolo 16, comma due, del CCNL Enti Locali così recita: “Gli enti istituiscono posizioni di lavoro di elevata responsabilità, con elevata autonomia, previamente individuate dalle amministrazioni in base alle proprie esigenze amministrative“. E questo è il piano generale.

La determina si aggancia alla previsione della lettera A del comma due di questo articolo che così, a sua volta, recita: “posizione di responsabilità di direzione di unità organizzative di particolare complessità, caratterizzate da elevato grado di autonomia gestionale e organizzativa“.

L’aggettivo “elevata” non significa che io, dirigente, trasmetto a questo funzionario di evidentissimo spessore professionale – o meglio che l’amministrazione ritiene di elevatissimo spessore professionale – tutti i poteri.

Attenzione a non confondere le carte, confondendo le parole. E’ vero, infatti, che Punzo, nell’involucro della ripartizione dell’Urbanistica, ha fatto sopravviver qualcosa per sé, cioè, probabilmente, ma dovremmo cercare conferma, l’edilizia industriale in area Asi o in altre aree in cui è possibili edificare attività produttive che, manco a dirlo, riguardano Pasquale Salzillo in quanto delegato al ramo.

Ma se andiamo a leggere, cara segretaria Cotugno, la cornice normativa che il CCNL non ha violato, non ha contraddetto, proprio perché parla di “elevato grado di autonomia gestionale e organizzativa“, che non significa “esclusiva autonomia gestionale e organizzativa”, ci accorgiamo che la determina del Punzo è raffazzonata e generica.

Il dirigente non può dare carta bianca, esclusiva, ES-CLU-SI-VA, competenza e grado di autonomia all’architetto Piccolo nel settore dell’Edilizia. E sa perché gli estensori del contratto degli Enti Locali sono stati attenti a centellinare l’uso di questo aggettivo? Spostiamoci al dettato che lei, segretaria Cotugno, fa sottoscrivere a Punzo, all’interno del citato dlgs 165/2001, articolo 17, comma 1 bis:

I dirigenti, per specifiche e comprovate ragioni di servizio, possono delegare per un periodo di tempo determinato, con atto scritto e motivato, alcune delle competenze comprese nelle funzioni di cui alle lettere b), d) ed e) del comma 1 a dipendenti che ricoprano le posizioni funzionali più elevate nell’ambito degli uffici ad essi affidati. Non si applica in ogni caso l’articolo 2103 del codice civile.

Intanto, andiamo a vedere quali sono queste competenze, così come sono esplicitate nelle lettere b,d,e del comma 1 all’interno dell’articolo 17. Partiamo dalla b:

curano l’attuazione dei progetti e delle gestioni ad essi assegnati dai dirigenti degli uffici dirigenziali generali, adottando i relativi atti e provvedimenti amministrativi ed esercitando i poteri di spesa e di acquisizione delle entrate“;

Passiamo alla lettera d, “dirigono, coordinano e controllano l’attività degli uffici che da essi dipendono e dei responsabili dei procedimenti amministrativi, anche con poteri sostitutivi in caso di inerzia;”.

E, infine, la lettera e: “provvedono alla gestione del personale e delle risorse finanziarie e strumentali assegnate ai propri uffici, anche ai sensi di quanto previsto all’articolo 16, comma 1, lettera l-bis“.

Siccome la legge, quale fonte primaria (dlgs 165/2001) che sancisce come solo alcune di queste funzioni possono essere assegnate dal dirigente titolare e sancisce pure, stavolta come fonte secondaria (contratto collettivo Enti Locali) che proprio in quanto solo alcune funzioni sono attribuibili ad un “elevato – dunque, non esclusivo – grado di autonomia gestionale e organizzativa“, il signor Punzo deve dire alla signora segretaria Cotugno che la determina va riscritta perché proprio Punzo deve specificare, visto che non può attribuire la delega all’Edilizia sic et simpliciter al Piccolo, ma la può attribuire solo per alcune delle parti dell’articolo 17 del decreto 165/2001 che l’architetto andrà ad esercitare.

E non veniteci a dire che la parzializzazione di queste deleghe e di queste funzioni si attua già nel momento in cui Punzo attribuisce per sé la materia dell’edilizia e si tiene per sé quella industriale, perché anche un bambino sa bene che la porzione attribuita a Piccolo rappresenterebbe l’80% della ripartizione dell’Urbanistica e quindi saremmo evidentemente fuori da quella rappresentazione prevista dal 165/2001 sul limite costituito dalla delega relativa solo “ad alcune funzioni”

Questa determina, dunque, è raffazzonata e anche un po’ beffarda perché, oltre a ciò che abbiamo scrito fino ad ora, configura anche un’altra questione, a nostro avviso: ci chiediamo a cosa è servito bandire un concorso interno se il solo Piccolo, avendo ricevuto un riconoscimento di categoria D1 un po’ di tempo fa, possiede i requisiti.

Per cui, delle due, l’una. O tu individui, esaminando semplicemente i titoli dei dipendenti che operano all’interno di quella struttura, chi è il funzionario al quale attirbuire l’incarico di alta professionalità, e in questo caso scegli necessariamente Angelo Piccolo, oppure, visto che la legge comunque te lo permetterebbe (terzo comma dell’articolo 16 del CCNL Enti Locali, forse non a caso rimasto fuori dalla citazione nella determina Cotugno-Punzo) decidi di aprire un bando serio tra concorrenti veri e, dunque, allargato anche ad aspiranti non dipendenti dunque esterni rispetto alla struttura comunale.

SALZILLO, MA TU SEI SICURO DI ESSERE MIGLIORE DI VELARDI?

Alla luce di tutto questo ragionamento, vicesindaco Salzillo, tu puoi anche replicare, ma devi confutare argomentazione su argomentazione. Non bastano le chiacchiere assertie, del tipo “io ti dico che non è così, tu ti commuovi e cambi l’articolo”. Se questo giornale ha scritto sciocchezze, tu devi dire quali sono e qual è realtà da noi travisata.

Altre strade, sia detto con rispetto, cioè quelle che Salzillo ha utilizzato attraverso l’uso di Whatsapp in replica ai due precedenti articoli, sono rappresentative di fumo, di aria fritta.

E se al tempo noi siamo stati duri, durissimi nel condannare Antonello Velardi quando ha fatto cose simili, ci spieghi perché dovremmo andarci più leggere con te? Magari ci sei anche più simpatico unamamente rispetto al Velardi, ma non c’entra nulla. Si tratta di questioni istituzionali. Tu sei chiamato ad amministrare la città in maniera imparziale e parsimoniosa, diminuendo gli esborsi per tutti i cittadini.

Io sono qua, invece, con il mio giornale ad assolvere al compito di controllo neutrale e a chiedermi perché se avete un dirigente, laureato in ingegneria che da anni è stato messo a capo della ripartizione Cultura, cioè di nulla, confinato da Velardi in una sorta di Siberia della dissidenza, ora dovete spendere 16 mila euro l’anno per dare i gradi di dirigente-non dirigente un altro funzionario.

Questa scelta, questa spesa aggiuntiva, insomma, è uno spreco economico, soldi che potevano essere risparmiati e che creano, a nostro avviso, un chiaro profilo che può integrare tranquillamente un esposto alla Corte dei Conti, in considerazione, come detto, che la figura professionale che Piccolo già ricopre, con automatico aumento di stipendio (e con tanto di riconoscimento accessorio di una posizione organizzativa), poteva essere assunta da un dirigente già presente in pianta organica.

E guardate, Salzillo lo sa molto bene che negli anni in cui il sindaco della città era Tonino De Angelis, con il centrodestra di Polverino e compagnia, il sottoscritto nulla ha risparmiato a Fulvio Tartaglione, cioè al dirigente confinato in Siberia, sul quale molto avevamo da dire al tempo con argomentazioni che anche oggi sottoscriveremmo.

Detto questo, però, se tu tieni Tartaglione – buono o cattivo che sia – nel gulag dove l’ha confinato Velardi, non sei meglio di questi, né tu, né il sindaco Antonio Trombetta.

Questo perché il metodo è lo stesso, ovvero di chi non vuole confrontarsi con un dirigente che ha anche la capacità di crearsi uno spazio dialettico autonomo rispetto alla politica.

Dunque – e concludo – io sto qua a denunciare la malagestio e la mala amministrazione. Oggi, così come lo facevo con Velardi e con De Angelis. Tu, invece, Pasuqale Salzillo, hai sputato morale e moralismo al tempo in cui eri all’opposizione, mentre oggi, ottenuto l’obiettivo del potere anche e soprattutto grazie a questo giornale, fai uguale se non peggio rispetto al Velardi.

E questo, caro Salzillo, marca una differenza abissale di tipo culturale, politico ed etico tra la tua esperienza politico amministrativa e la mia esperienza professionale.

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