MARCIANISE. Consigliera comunale trova per strada una lettera di 46 anni fa. Ecco la commovente storia di come è stata consegnata alle “signorine” che ancora la aspettavano
5 Ottobre 2025 - 11:15

Una lettera in ritardo di 46 anni: la storia delle sorelle Conchiglia e di un’amicizia che ha sfidato il tempo
E CLICCA QUI PER ASCOLTARLO SU APPLE PODCAST
MARCIANISE – La storia è spuntata sui social solo recentemente, ma in realtà ha radici lontane. Lontanissime. Vecchia di un mese, in apparenza. Ma in realtà di 40 anni, anzi 46. Ed è una di quelle vicende che, se fosse raccontata da Maria De Filippi a C’è posta per te, potrebbe iniziare così:
“Questa è la storia delle signorine Francesca e Marinella…”
E la posta, in effetti, c’entra eccome.
Siamo a Marcianise, fine estate ’25. È il 29 agosto quando Francesca Tortora, consigliera comunale, passeggia in via Orbetello, una stradina laterale che precede il ponte in viale Martin Luther King. A bordo marciapiede, tra cartacce e fogli sparsi, qualcosa attira la sua attenzione: una lettera chiusa, ancora sigillata. Ingiallita dal tempo, un po’ malconcia, ma incredibilmente intatta.
Sulla busta, due nomi: Francesca e Marinella Conchiglia. E un indirizzo che sembra non esistere più: via XXIV Maggio, civico 118.
Francesca Tortora decide allora di affidarsi alla memoria collettiva e pubblica un appello su Facebook:
“Camminando poco fa ho trovato a terra questa lettera ancora chiusa, sono andata in via XXIV Maggio ma non esiste il civico 118. Qualcuno conosce le sorelle Francesca e Marinella Conchiglia? Grazie.”
Da lì parte un piccolo tam tam digitale. I commenti si moltiplicano, tra chi le conosce e chi le ricorda. Spunta il nome di Antonia T., che dichiara di conoscere Marinella, una delle due sorelle, e di avere persino il suo contatto Facebook.
Si scopre così che le sorelle Conchiglia non abitano più a Marcianise: una vive a Marano, l’altra a Crema. Ma la loro mamma, nel frattempo scomparsa, risiedeva ancora all’indirizzo riportato sulla busta. Un dettaglio emozionante, che aggiunge ulteriore malinconia al ritrovamento.
Uno dei due francobolli sulla lettera porta una data indicativa: 1979. Quarantasei anni fa. E l’autrice del messaggio è presumibilmente un’amica calabrese, Graziella, che sulla busta aveva scritto: “Postino affretta il passo che amicizia non aspetta.”
Ironia della sorte: il postino, se davvero l’aveva presa in carico all’epoca, si è concesso una pausa… di quasi mezzo secolo.
L’incontro tra la consigliera Tortora e la signora Marinella per la consegna della lettera doveva inizialmente avvenire di persona, ma poi è saltato. Alla fine, però, la lettera è arrivata a destinazione, grazie a un corriere, lo scorso 8 settembre.
La stessa Francesca Tortora ha condiviso l’epilogo:
“Ciao a tutti. Vi ricordate della lettera trovata a terra? Dopo oltre quarant’anni finalmente la signora Marinella l’ha appena ricevuta tramite corriere. Grazie ad Antonia. Un abbraccio.”
Cosa contenesse quella lettera non è dato sapere. Un segreto custodito da Marinella e Francesca Conchiglia e forse anche da quell’amica calabrese, Graziella, che chissà dove si trova oggi.
Quel che è certo è che, anche in tempi di messaggi vocali e notifiche istantanee, una lettera scritta a mano può ancora raccontare storie straordinarie, riportare alla luce legami dimenticati, e perfino unire di nuovo i fili della memoria.
Perché sì, l’amicizia non aspetta. Ma a volte, sa anche aspettare.



