MARCIANISE. Eh, e mo’ solo questo ci mancava: l’ingegnere del comune di CAPUA Francesco Greco, inquisito per corruzione e turbativa d’asta per favori ad aziende vicine al clan dei Casalesi, in cima ai desideri dei cugini Rossano per un’assunzione col 110

13 Giugno 2022 - 10:16

Riprende la giostra impazzita della scelta dell’ennesimo dirigente dell’area tecnica. A Greco sono riconosciute delle capacità che lo rendono adatto ad affrontare la patata bollente della richiesta di recupero abitativo del proprio sottotetto abusivo ripresentata ultimamente dal sindaco Velardi

 

 

MARCIANISE – I magistrati della Dda di Napoli prima dell’esito non certo entusiasmante per loro del processo contro l’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli (CLIKKA E LEGGI), in cui in pratica sono state considerate non fondate le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Zagaria, ha continuato a coltivare il secondo filone di quell’indagine, conseguenza dell’ordinanza con cui nel febbraio del 2021, furono arrestati, tra gli altri i due cugini Verazzo, noti costruttori edili di Casal di Principe, trapiantati a Capua.

Oggi, quel fascicolo si trova al cospetto di un gup del tribunale di Napoli che dovrà dar riscontro positivo o negativo alla richiesta di rinvio a giudizio, formulata dai pm dell’Antimafia a carico dei Verazzo e degli altri indagati, divenuti, a questo punto, perciò, imputati, tra i quali c’è anche il nome di Francesco Greco, dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Capua.

Se è vero, com’è vero, che il tribunale del Riesame, cosiderò due mesi dopo quegli arresti e due mesi dopo quel provvedimento di interdizione per un anno dai pubblici uffici, inflitto a Francesco Greco, accusato dei reati di corruzione e turbativa d’asta, con l’aggravante camorristica naturalmente del già articolo 7 della legge 201 del 91, oggi 416 bis comma 1, troppo labili le ragioni per tenere in vita quei titoli cautelari, che furono dunque revocati, con Greco che guadagnò la reitegrazione in servizio già ad aprile, è anche vero che la direzione distrettule antimafia resta convinta del fatto che esistano gravi indizi di colpevolezza a carico dello storico ingegnere capo del comune di Capua.

Nei giorni scorsi abbiamo appreso che c’è anche il suo nome, tra coloro i quali hanno presentato domanda, ai sensi dell’articolo 110 del testo unico sugli enti locali, per occupare la poltrona di dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Marcianise, la più bollente che ci sia, visto che, con Velardi sindaco e Tommaso Rossano, vicesindaco e super assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica, ci siano rimasti secchi, fulminati sopra, un numero cospicuo di dirigenti costretti, messi in condizione dalle contingenze e dalle impostazioni di governo (si fa per dire) dei citati Velardi e Rossano, ad andare via, a scappare, spesso a gambe levate, per evitare guai.

Una vera e propria ecatombe partita da Gennaro Spasiano, Angela D’Anna, moglie di un compagno di scuola del Velardi e riteniamo quindi anche di Onofrio Tartaglione, coimputato con il sindaco nel processo per i falsi permessi, e continuato con Fiorenzo De Cicco, Francesco Giacco, Francesco Letizia, che in questo bando ex articolo 110 si ripropone, Anacleto Fuschetti.

Francesco Greco dunque ancora oggi viene ritenuto un fiduciario del clan dei casalesi nell’ufficio tecnico del comune caleno. Mo’, magari i pm si sbaglieranno, pure ma non stiamo parlando degli ultimi tra i mentecatti, anche perchè già in passato, precedentemente a questa inchiesta, il nome di Francesco Greco lo aveva lambito altre.

E allora, nel momento in cui ci dicono che l’assessore, nonchè vicesindaco Tommaso Rossano è un entusiastico ammiratore di questo ingegnere, unitamente al libero profssionista, nonchè suo cugino Roberto Rossano, la cosa non ci appare strana. Greco, infatti, è uno che ha, come si suol dire, il pelo sullo stomaco.

Una caratteristica di consistenza, di durezza, di personalità che poi ognuno utilizza, a fin di bene o a fin di male, andando ad assescondare le proprie attitudini, le proprie visioni del mondo, il proprio rapporto con quello che recentemente il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha definito “vil moneta”.

Francesco Greco è un non colpevole per la legge. E su questo non si discute. Ma è, contemporaneamente, un imputato sub iudice. Però, essendo un decisionista ed avendo il sindaco Velardi la necessità di continuare a svolgere, nei confonti del comune che amministra, il ruolo attivo di sindaco e passivo del cittadino che ha violato la legge, ecco che l’esperienza di Greco potrebbe ritornare utile nell’analisi, diciamo così più avveduta dell’istanza di recupero abitativo che il primo cittadino è ritornato a presentare per rimettere in funzioe l’appartamento di residenza che per 18 anni ha occupato illegalmente. 

Una patata bollente che ricompare dopo l’operazione del massetto di cemento di cui abbiamo scritto qualche ora fa (CLIKKA E LEGGI) e che, a nostro avviso, presenta qualche elemento su cui sarebbe utile una decisione netta, perentoria ed opportuna del sindaco, in modo da verificare se per caso l’impresa che ha svolto quei lavori si sia distratta ed abbia dimenticato di eliminare il pavimento della residenza non certo plebea, dato che, se così non fosse, lo stato iniziale dei luoghi non sarebbe stato affatto  ricostituito. 

Beh, Francesco Greco al comune di Marcianise. E’ una possibilità che però deve concretizzarsi nel momento in cui non si concretizzasse il ritorno di Francesco Letizia, uno dei coordinatori dell’ultima campagna elettorale di Antonello Velardi e riparato a Napoli, sua sede originaria, quando ha capito che la nomina ottenuta, subito dopo le elezioni, sempre ai sensi del 110, è avvenuta in patente violazione delle norme vigenti, così come abbiamo scritto, spiegato fino alla nausea più volte così come è stato messo nero su bianco in dettagliatissimi esposti, arrivati fino alla presidenza della repubblica.

Staremo a vedere.