MARCIANISE ELEZIONI. Il buon Delle Curti fa un video e virgoletta una sciocchezza. Il voto disgiunto non renderebbe mai nulle le elezioni

11 Maggio 2023 - 19:32

Se non fosse stato giovedì e non mancassero poche ore alla fine della campagna elettorale, avremmo anche evitato di intervenire. Ma l’occasione fornitaci dall’intevento del candidato al consiglio comunale in appoggio all’aspirante sindaco Angelo Golino, ci dà lo spunto per scrivere un articolo di quelli tipici che si fanno a poche ore dal voto e in cui si spiegano le modalità tecniche con cui questo si svolgerà.

MARCIANISE (g.g.) Ci siamo imposti, sin dal primo momento, in quanto protagonisti negli ultimi 7 anni di un racconto della politica marcianisana stringente, analitrico e, concedetecelo, incardinato in una qualità frutto del lavoro durissimo di documentazione, di non entrare nel merito e nel resoconto delle solite boiate di ogni campagna elettorale. Perché si sa che, in queste giornate, si affermano cose che poi non troveranno alcun riscontro nell’operato effettivo di chi avrà la responsabilità di guidare il governo, di garantire la cosiddetta amministrazione reale, cioè il sindaco e la sua giunta e anche di chi, in nome e per conto del popolo sovrano, dovrebbe definire, attraverso il proprio indirizzo politico, le coordinate delle strategie operative.

CI vogliamo concedere solamente una piccola deroga, rispetto a quel poco che abbiamo deciso di scrivere, relativamente a due o tre fatti gravissimi, a partire dall’accordo politico stretto dal candidato sindaco del centrosinistra Angelo

Golino e dal Pd di Dario Abbate con Giovanni Zannini. Articoli che abbiamo scritto non per realizzare obiettivi di cassetta, per catturare visite e like, ma solo per amore di verità e per sottolineare quello che è stato, è e resterà per sempre un tradimento di tutto ciò per cui il Pd di Marcianise ha combattutto dal 2016 in poi.

Questa piccola deroga la dedichiamo, con un po’ di compensione, con un po’ di tenerezza – perché tutto sommato si tratta di un bravo ragazzo – al buon Raffaele Delle Curti, uno che ha avuto il merito di aver capito subito, nella scorsa consiliatura, che Velardi e la sua ammnistrazione erano delle mele bacate. In un post che ha pubblicato in Facebook nelle ultime ore, Delle Curti prova, come si suol dire, a confondere le acque sulla legge elettorale. Questo potrebbe derivare dal timore che il candidato sindaco da lui appoggiato, cioè il citato Angelo Golino, possa soffrire di una piccola o grande emoraggia di voti, a lui sottratti da elettori che, dopo aver dato la preferenza a uno o due candidati al consiglio comunale in lizza con le liste che lo appoggiano, possano indirizzare il proprio consenso, con il sistema arcinoto del cosiddetto voto disgiunto, verso il competitor Antonio Trombetta.

Come si suol dire, Delle Curti si è prestato, titolando il suo post “Attenzione: come si vota e perché il voto disgiunto è nullo”. L’aggettivo nullo Delle Curti lo ha messo tra virgolette, ma è chiaro che ne avrebbe potuto usare almeno altri 10 per esprimere in maniera più chiara, più precisa e più rispondente a ciò che illustra poi nel contenuto del suo video. Nullo, infatti, è un termine che si associa ad una specifica, peculiare fattispecie dei procedimenti elettorali: i cosiddetti voti non validi, infatti, sono quelli costituiti dalle schede bianche e, per l’appunto, dalle schede nulle. Ora, ci può anche stare che in una campagna elettorale come questa, ogni artifizio è buono e non ci scandalizzeremo certo al cospetto di Delle Curti, visto che questa sua piccola operazione mistificatoria è, tutto sommato, un peccato veniale rispetto a tutte le cose nefande che in questa città si sono consumate dal 2016 in poi e, purtroppo, anche durante questa campagna elettorale, da parte di chi era stato al nostro fianco, evidentemente solo per curare i propri interessi, nell’attività inscancabile, cocciuta e, come amiamo scrivere spesso, quasi leopardiana, cioè matta e disperatissima, con la quale abbiamo eretto una barriera granitica di resistenza e di interdizione all’illegalità imperante.

Ci preme solamente chiarire agli elettori, visto che noi lavoriamo tantissimo nello studio e nell’interpretazione delle diverse leggi elettorali, da quella riguardante le elezioni politiche, fino ad arrivare a quella che regola, che disciplina i processi delle elezioni amministrative comunali, under oppure over 15 mila abitanti, che il voto disgiunto è assolutamente lecito e non annulla la scheda, né senza virgolette e neppure con le virgolette. D’altronde, nel suo video Delle Curti non fa altro che esprimere un normale concetto politico, paventando che il voto disigiuno possa determinare quell’asimmetria istituzionale che, mutuando un’espressione tipicamente americana, viene defintiva “caso dell’anatra zoppa” , che accade quando un presidente degli Stati Uniti non ha l’appoggio della maggioranza dei due rami del Parlamento americano, cioè del cosiddetto Congresso e del Senato.

Naturalmente stiamo parlando di un caso che non rappresenterebbe una novità assoluta. Questa legge elettorale, partorita nel 1993 con il numero 81, ha delle qualità, ma anche dei limiti. Tutto sommato, parlare di voto disgiunto rappresenta una comprensibile semplificazione. In punto di rigore normativo, l’elettore quando entra in cabina, vota per due cose, ma lo fa – e questo confonde spesso la valutazione e la qualificazione di questa legge – in una sola scheda. Vota per il sindaco e poi vota per il consiglio comunale. Il meccanismo automatico che porta ad associare il voto attribuito ad una lista a quello del candidato sindaco a cui questa lista si collega, porta a pensare, ancora una volta, che si tratta di un voto unico. Ma, anche in questo caso, il collegamento automatico tra il voto espresso alla lista per il consiglio comunale al candidato sindaco a cui quella lista è associata, diventa uno strumento di comodità valutativa dell’esito di una scheda elettorale.

Ma i voti sono due: uno per il sindaco e un altro per il consiglio. Per cui, il cosiddetto voto disgiiunto non è causa, bensì effetto; non è un’opzione qualificabile con un istituto, come una fattispecie peculiare, ma è semplicemente una constatazione di quello che sulla scheda l’elettore ha fatto nel momendo in cui non ha potuto utilizzare nessuna comodità, come qiella rappresentata dal collegamento automatico di cui prima, ma avendo deciso di votare il signor Tizio per la carica di sindaco e la lista Caio, non collegata a Tizio, dovrà necessariamente apporre due croci, oltre a conservare la facoltà di indicare i nomi di due candidati al consigio comunale, necessariamente appartenenti alla lista Caio.

Per cui, Delle Curti ci ha dato la possibilità, a poche ore dalla conclusione della campagna elettorale, di spiegare come si vota e di spiegare pure che la cricostanza piuttosto rara, piuttosto anomala della presenza in campo di due soli candidati sindaci, in un comune con popolazione superiore ai 15mila abitanti, cambia solamente un aspetto anzi, un effetto del procedimento elettorale: a Marcianise, a differenza di quello che è successo nelle ultme 3 elezioni – probabilmente anche prima, ma non ricordiamo benissimo – non ci sarà stavolta, il ballottaggio, cioè il caso tipico, potremo dire la specialità della casa della legge 81 del 1993.

Indubbiamente, come si può ben comprendere, in base ad elementari valutazioni aritmetiche, il caso dell’anatra zozza, cioè di un sindaco eletto senza l’appoggio della sua maggioranza, ha più probabilità di verificarsi rispetto a quando i candidati in campo siano più di due. Ecco perché il buon Delle Curti ha pensato di fare bene di utilizzare quel termine, quell’espressione, elezioni nulle, quando nulle in realtà non sarebbero. E’ tutta la dinamica che si modifica con soli due candidati in campo in un sistema a doppio turno: i numeri si distribuiscono su due persone. Dunque, se, come appare probabile, i due competitor per la fascia e il gruppo di liste che li sostengono non sono distaccati più di tanto nelle previsioni, basta una sfumatura, 50 voti disgiunti da una parte o dall’altra, per sparare diritti nella zampa della povera anatra.