MARCIANISE. La verità sulle quattro donne che dormono nel vano bancomat: “Una è disabile ma rifiuta l’aiuto che le spetta. Le altre sono sane e abili al lavoro”

30 Ottobre 2018 - 11:15

MARCIANISE – Si palesa, dopo giorni confusi di polemiche e mezze verità, la posizione dell’amministrazione Velardi rispetto alla vicenda che vede coinvolte le quattro donne che hanno denunciato la loro condizione di indigenza dormendo nel vano bancomat della filiale marcianisana del Banco di Napoli.

Ad esporsi è l’assessore Cinzia Laurenza: “Le donne sono le quattro occupanti illegittime dell’immobile comunale di Via Paolo De Maio, che abbiamo liberato lo scorso aprile dopo un crollo che ha subito il fabbricato. Dopo tante stupidaggini è giunto il momento di spiegarvi come stanno le cose, per amore della Verità“.

E così l’assessore ha spiegato che si tratta di tre sorelle e di una loro amica e che tra di loro c’è un soggetto invalido al quale per legge il Comune ha offerto la collocazione a totale carico dell’ente presso una struttura per anziani.

La signora, continua la Laurenza, “puntualmente rifiuta, in quanto pretende un appartamento a carico del Comune per sé e per le altre tre persone. I Servizi Sociali, nonostante i suoi continui rifiuti, ogni giorno la monitorano e continuano ad offrirle la collocazione gratuita presso la struttura per anziani“.

Le altre tre donne, invece, hanno rispettivamente 50 anni, 36 anni e 29 anni.

Sono sane e abili al lavoro.Non

posso andare nel dettaglio ma i Servizi Sociali hanno constatato e relazionato su tutte le loro entrate (comprese quelle che percepiscono dallo Stato) e posso assicurarvi che insieme avrebbero la possibilità di prendere in locazione una casa“.

Tra le altre cose, le ultime due non risiedono neppure a Marcianise: una a Portico e l’altra a Capodrise.

Lo ripeto convintissima – continua Cinzia Laurenza – come già detto per gli ex occupanti abusivi del Centro Polifunzionale. Il Comune non dà case. Se il Comune dà una casa a Tizio perché non dovrebbe darla a tutti gli altri cittadini? Per le categorie deboli ovviamente il Comune deve fare di tutto e lo stiamo facendo come sempre.
Ma per chi è giovane, chi può lavorare, il Comune se desse loro una casa manderebbe il messaggio a tutti gli altri cittadini che basta puntare i piedi a terra per far cadere la casa dal cielo. (…)”

“La casa a queste tre persone non la possiamo dare, la legge lo impedisce e non lo faremo – conclude l’assessore – L’aiuto iniziale si. Le signore sono state, infatti, a totale carico del Comune da aprile a giugno.
Ma quest’aiuto, come loro ben sapevano, non poteva durare per sempre“.