MARCIANISE. Un grazie alla cortesia del sindaco Trombetta, ma ora scoppia il caso del bando modificato per favorire Iuliano e fregare Fulvio Tartaglione

11 Febbraio 2025 - 12:28

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Piacevolmente impressionati dal post che il primo cittadino ci ha dedicato e che pubblichiamo in calce. Però sia noi che il primo cittadino dobbiamo sforzarci di separare gli aspetti personali, che auspichiamo siano improntati sempre al rispetto reciproco, con la funzione che Casertace da un lato e lui dall’altro svolgono e che, per amor della democrazia, deve creare conflitti anche aspri, ma sempre costruttivi. E questo non può prescindere da risposte dettagliatamente precise ai nostri articoli che dal Comune, purtroppo, non arrivano ancora perché non può rappresentarsi come tale una semplice, laconica e apodittica confutazione assertiva

MARCIANISE (G.G.) – Il post scritto dal sindaco Trombetta domenica mattina all’indirizzo di questo giornale e di chi lo dirige serve a poco, ma quel poco è comunque utile.

Ristabilire, infatti, un clima più sereno e una dialettica più pacata contribuisce, secondo noi, a una migliore comprensione dei contenuti di un dibattito che diventa utile, proficuo quando di approssima alla necessità di determinare un’assonanza dialettica dei temi trattati.

Da questo punto di vista l’invito formulatoci dal sindaco a far visita alle stanze del Comune di Marcianise, se da un lato rappresenta un atto di cortesia di cui lo ringraziamo, dall’altro lato non è molto utile alla necessità che noi abbiamo, l’unica, di informare i nostri lettori che, per quanto riguarda gli articoli in questione, sono anche cittadini di Marcianise.

Non è nostro compito guardare nei computer e nei pc comunali, come ci ha invitati a fare il sindaco. Ma anche questo rappresenta un invito che conferma ciò che noi abbiamo pensato sin dall’inizio: il primo cittadino non è una persona cattiva, non è uno interessato a mettere le mani nel borsone del pubblico danaro. Se lo abbiamo attaccato è perché, partendo da una responsabilità oggettiva siamo stati costretti a transitare verso una responsabilità soggettiva che consiste in una culpa in vigilando che nessuna legge Bassanini può sottrarre da una valutazione nei confronti della massima espressione amministrativa di Marcianise nel momento in cui ritiene forse ingenuamente, che attorno a sé non ci siano imbrogli, non ci siano forzature normative, non ci siano – arriviamo a dire – reati consumati. In effetti fa un po’ tenerezza l’invito che Trombetta ci fa a sederci davanti ai Pc del Comune come se fossimo esponenti della polizia giudiziaria mandati lì dalla Procura della Repubblica.

Noi non siamo questo, facciamo un altro lavoro e il sindaco non può non concederci il riconoscimento che questo lavoro può anche essere fallace, può anche risolversi nella esplicazione di una montagna di sciocchezze, (ma di montagna si tratta, perché ogni nostro articolo è frutto di uno sforzo enorme nello studio, nell’analisi e spesso in un nuovo studio che si sovrappone al primo in modo da comprendere come le magistrature di legittimità penali, civili, amministrative, hanno interpretato e applicato questa o quella norma.

Siccome Antonio Trombetta dice di essere uomo di ingegno e non dubitiamo che lo sia deve sforzarsi a scrivere qualcosa in più rispetto a ciò che fa nei suoi post.

Il sindaco non è un privato cittadino che può evitare di sobbarcarsi la lettura di un nostro articolo del genere di quelli che facciamo ultimamente a Marcianise, che può evitare di sobbarcarsi la lettura di una sentenza del Tar o di un tribunale. Digeribile o non digeribile, un sindaco deve leggere a nostro avviso, se vuole realmente interloquire con noi, gli articoli pubblicati dalla prima all’ultima sillaba. Perché se sono lunghi e indigeribili per lui, ciò capita solo a causa della necessità civile che noi abbiamo di recare rispetto all’istituzione a cui ci rivolgiamo, che non può essere certo trattato a pasta e fagioli in dieci righe buttate in un social.

A ognuno il suo: Facebook non è la piattaforma adatta a replicare a un articolo come quello da noi scritto sabato, ma Trombetta può inviarci una lettera in cui spiega perché “non è come diciamo noi”, così come ha scritto apoditticamente nel post. Confrontarsi con un articolo come quello di sabato scorso rappresenta la misura dell’impegno culturale, morale, civile, istituzionale, politico di una fascia tricolore. Perché il confronto su temi come quelli trattati non consiste in una scampagnata, in quattro boiate messe lì alla rinfusa, ma presuppone uno sforzo di comprensione che parte dalla digeribilità di tutti gli elementi normativi che citiamo.

Ci deve dire perché, al netto di fantasiosi e stupidamente infondati ricorsi a condoni e traslazioni di volumetria, il suo vicesindaco Pasquale Salzillo ha potuto costruire una elegante casa di abitazione sfruttando e decuplicandola la volumetria di una vecchia baracca usata per autorimessa; ci deve spiegare perché la segretaria comunale Maria Carmina Cotugno, il 110 Salvatore Fattore applicano in maniera a dir poco stravagante l’articolo 19 comma 1 bis del decreto 165/01 perequando, con una chiosa incidentale a dir poco spregiudicata la posizione e la condizione di un dirigente vero, nei ranghi del Comune di Marcianise a tempo indeterminato, qual è Fulvio Tartaglione, con la posizione e la condizione di uno che dirigente del Comune non è, visto che la sua assunzione originaria a tempo indeterminato non lo colloca tra i dirigenti, funzione che invece ha assunto grazie alle acrobatiche e a nostro avviso illegali procedure dell’articolo 110 del Tuel.

E una cosa nuova le chiediamo oggi, sindaco: in questo clima di distensione, di ritrovato senso del rispetto personale, che non deve però far dimenticare che noi possiamo anche abbracciarci, camminare a braccetto da amici per le strade di Marcianise, ma continuiamo a fare due mestieri diversi che possono – anzi, in una democrazia devono – devono arrivare qualche volta a una contrapposizione anche dura nell’interesse superiore dei cittadini e dei lettori, le formuliamo la seguente domanda.

Però prima una preghiera: ci risponda a tono. La ringraziamo per la cortesia e i toni garbati, ma qui non siamo in un bar a sorbire un caffè, ma nel luogo della democrazia, dove abbiamo la necessità di controllare quello che il potere costituito fa, informando il popolo sovrano, che nel caso specifico è espresso in quota parte dai lettori.

Il bando grazie al quale Aniello Iuliano è divenuto dirigente facente funzioni di questo VII Settore dedicato al Pnrr – rispetto al quale Iuliano, ci dicono, sarebbe già riuscito a intercettare già 30 milioni di euro, senza accorgersi però che il Pnrr finir mentre rimarrà sul groppone della spesa pubblica di Marcianise una nuova ripartizione, che di per sé non è transitoria, a differenza dei soldi stanziati dall’Unione Europea durante e dopo la pandemia – è stato uno o ce ne sono stati due? Il primo bando firmato da Fattore ma probabilmente sotto la sovrintendenza di Iuliano, prevedeva come requisito l’aver svolto almeno per cinque anni attività amministrativa all’interno degli uffici tecnici del Comune di Marcianise?

Sarebbe stato, a nostro avviso, un requisito buono e giusto, un requisito di serietà e di legittimazione di questa procedura. Noi sappiamo per certo che il citato requisito esisteva nel primo bando, poi è scomparso. E perché?

Forse perché Aniello Iuliano non possedeva il titolo dei cinque anni?

Guardi, sindaco, un 110 è sempre un 110. La decisione finale spetta sempre al primo cittadino, ma questo non può muoversi rispetto ad un bando conformato in una certa maniera. Dopo aver realizzato operazione monocratiche in occasione del primo 110 fatto ad Aniello Iuliano ai Lavori Pubblici, poi esteso con un suo decreto sindacale all’Urbanistica Sue, avete deciso, soprattutto grazie alle pressioni di questo giornale, di utilizzare lo strumento dell’interpello. Avevate fatto un bando ben preciso che prevedeva i cinque anni, che poi è scomparso. Questo non sta bene.

Noi siamo convinti che lei, sindaco Trombetta di questa cos anon sa nulla. A che ora torna a casa la sera? Pensiamo che lei conduca una vita piuttosto morigerata. Ma questi qua, quando lei torna a casa, si vedono, vanno a magnà, e lì concepiscono tante nefandezze. Stia attento, diffidi dai suoi assessori e da chi la circonda, eccettuato Stravino che è amico mio e quindi per definizione gode di immunità diplomatica.

Questi le lisciano il pelo la mattina e lei, che è un credulone, inorridendo all’idea di perdere la fascia, si fida e fa male. Per cui è meglio che non veniamo ad accendere i pc, perché se lo facessimo sul serio, altro che fossa comune.

Se proprio lei vuole fare il sindaco con dignità, impari ad apprezzare chi la tratta, come noi facciamo, con costruttiva ruvidezza. Non conosciamo l’uomo per cui non possiamo formulare un giudizio, ma l’idea che ci siamo costruiti in questo anno e mezzo di amministrazione è quella di una persona ingiustamente strumentalizzata. E allora con la solita franchezza che lei spesso non ha apprezzato, chiediamo all’uomo a cui l’età dovrebbe aver fornito saggezza: quanto conta una fascia tricolore e quanto la dignità di una persona eletta dal popolo?