MARCIANISE Velardi può anche presentare mille querele, ma per noi è un evasore fiscale senza se e senza ma fino a quando non si discolperà nel merito davanti ai suoi concittadini

5 Agosto 2022 - 19:53

IN CALCE ALL’ARTICOLO LA PLANIMETRIA DI CASA VELARDI. Ancora una volta, ma noi colpo su colpo rispondiamo, siamo costretti ad occuparci di questa vergognosissima vicenda della casa abusiva del primo cittadino, sviluppando il nostro ragionamento su tre punti fondamentali

 

 

MARCIANISE (gianluigi guarino) Quando la strategia del nemico della legge e delle istituzioni si modifica, devono comportarsi di conseguenza coloro i quali vivono, come noi viviamo, nutrendo le nostre giornate di battaglie fondate sul principio e sulla nostra inguaribile incredulità che in un luogo civile, in una democrazia occidentale chi è chiamato a rappresentare le istituzioni fa autentica strage dello stato di diritto.

Bisogna allora, provare a tenere la mente fredda e sviluppare, sempre di più, l’utilizzo dello strumento della logica. E’, inutile, infatti, arrabbiarsi, “farsi il sangue amaro”, disperarsi di fronte ai nemici del diritto, ma anche di fronte ai servi sciocchi, alle loro esposizioni di ignoranza sesquipedale che ultimamente vanno in onda, pardon, in rete, in streaming dall’aula del consiglio comunale di Marcianise, dove degli autentici sterminatori e sterminatrici della grammatica, della sintassi, del buon vivere civile, della normale creanza che rende evidente il fatto che un dibattito relativo alla questione, non certo irrilevante, su un sindaco che ha pagato oppure non ha pagato imposte, tasse e tributi comunali, sostengono in maniera surreale che quello non sarebbe argomento di pertinenza e di competenza del massimo organismo della rappresentanza cittadina, come se il problema di stabilire se ci sia stata o meno evasione fiscale riguardasse un privato cittadino e non, invece, chi indossa una fascia con i colori della Nazione e si rappresenti nel gonfalone di identità della propria comunità, fermo restando che il piano giudiziario non è certamente ridotto, mortificato da un dibattito politico-istituzionale.

Bisogna essere più espliciti. A noi piace la tecnica delle domande autoformulate, ma indirizzate, in realtà, al sindaco di Marcianise Antonello Velardi. Questi ha il diritto di presentare tutte le querele che ritiene opportuno presentare. Ma questo è solo un aspetto della storia, della vicenda che noi da mesi stiamo narrando. L’altro punto, sicuramente cogente nella sua formulazione, sicuramente molto più importante del primo, addirittura dirimente sul piano della legittimazione politico-istituzionale del ruolo esercitato da Velardi, attiene al suo rifiuto di rispondere a domande che, attenzione, badate bene, riguardano solo marginalmente il suo comportamento rispetto ai doveri fiscali, prima di assumere una carica pubblica, ma riguardano, soprattutto, il suo comportamento nel tempo in cui ha ricoperto la carica di sindaco, che ancora oggi esercita a pieno titolo.

E’ mai possibile che, fermo restando, ripetiamo, il diritto di presentare a proprio piacimento, querele, citazioni e bla bla bla, il primo cittadino continui a derogare dal suo obbligo morale e civile di informare i marcianisani su quello che sta succedendo intorno alla vicenda della sua casa di viale Kennedy?

E’ mai possibile che Velardi non chiarisca alla città se il Comune che lui amministra, abbia svolto la doverosa attività di controllo per verificare e per dar conto ai cittadini e, dunque, alla democrazia rappresentativa, se lui stesso abbia effettivamente ottemperato, come ha dichiarato in autocertificazione lo scorso 13 dicembre, all’ordinanza di abbattimento, firmata da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, ovvero dal dirigente Anacleto Fuschetti?

Abbattimento e non altro, non smontaggi provvisori e transitori di bagni e arredi; sradicamento del pavimento e non copertura, imboscamento provvisorio dello stesso. Ad un’ordinanza si adempie senza se e senza ma. Questo vale per qualsiasi cittadino. Per il primus inter pares, per il primo tra i cittadini, vale il triplo, il quadruplo anzi, dieci volte tanto. Eppure, oggi, 5 agosto, a quasi nove mesi dalla presentazione di quell’autocertificazione, il sindaco non ha ancora detto chiaro e tondo alla città se l’Ufficio tecnico e i vigili urbani abbiano realizzato lo stradoveroso sopralluogo. Per cui, oggi, con buona pace delle querele di Velardi, sfidiamo chiunque a dimostrare che l’autocertificazione di ottemperanza, presentata dal sindaco il 13 dicembre, abbia poi trovato riscontro in un controllo, in una verifica che, invece, immancabilmente, avviene per tutti gli altri cittadini.

E questo è il primo punto. Ne presenti anche mille di querele, ma se Antonello Velardi può nutrire disprezzo, possa sentirsi diffamato o, addirittura, calunniato dal sottoscritto o da questo giornale, il sindaco di Marcianise, come del resto ogni sindaco italiano, europeo, americano e chi più ne ha più ne metta, non può non far conoscere la tesi e il pensiero dell’amministrazione comunale anche di fronte alla contestazione più banale, alla domanda più oziosa, al quesito tendenzioso. E’ un fatto di civiltà istituzionale, è un fatto di civiltà tout court. Cavolo, questo dice di essere stato un giornalista di testate nazionali, avrebbe detto Totò “alla faccia del bicarbonato di sodio”, questo ha capito dell’etica pubblica, in tanti anni di bicicletta? Se resta in silenzio, vuol dire che ha qualcosa da nascondere. Non si scappa.

Secondo punto: siccome è successo che dopo nove mesi, l’amministrazione comunale capitanata da questo sindaco, non ha svolto i controlli sull’ottemperanza dell’ordinanza di Fuschetti, è chiaro che qualsiasi cosa il primo cittadino continuerà ad esprimere e a manifestare al cospetto di altre istituzioni, di altri enti di potestà e di controllo, va presa per quello che è, cioè per un’autocertificazione che può rispondere a verità, ma che può anche non rispondere a verità. Come  facciamo a ragione e a valutare quella strana comunicazione fatta dal Velardi al Catasto, con la quale afferma che il famoso sottotetto il quale, secondo un’ordinanza di un pubblico ufficiale, è stato utilizzato per anni illegalmente come civile abitazione, ora è veramente un sottotetto anzi, è diventato una somma di piccoli locali di sgombero, come da immagine che alleghiamo? Insomma, da un sottotetto, una serie di sottotetti nani. Ma noi non vogliamo metterci a fare lo spirito di patata. Noi chiediamo solamente di controllare, in modo da poter dire al sindaco Velardi che ci siamo sbagliati e, dunque, ci cospargiamo la testa di cenere. Ma se lo Stato italiano, attraverso l’Ufficio tecnico, attraverso i vigili urbani, attraverso i carabinieri, la polizia, la finanza, i pompieri, la delegazione dei Marines, i corazzieri del Quirinale non va a dar riscontro, nei termini di legge, a quello che Velardi ha autocertificato il 13 dicembre, scusateci, ma perché dovremmo credere a priori al fatto che oggi quel terzo piano è un insieme di locali di sgombero, cioè è un sottotetto organizzato, manco a dirlo provvisto di mura, divisori, perché questa è la pluralità di locali di sgombero dichiarata al Catasto dal sindaco? Sarà pure così, ma se lo Stato non ci mette il timbro, non sarà mai, per diritto, così. Pensate un po’ che secondo le teorie lunari esposte da qualche assessore o da qualche altra autorità del consiglio comunale, questi non sarebbero argomenti da trattare nel parlamentino della città. E dove bisogna trattarli, allora, sulla Luna, appunto, su Marte? Che cavolo c’entra il diritto, assolutamente inviolabile, che un cittadino ha di presentare un esposto o una denuncia all’autorità giudiziaria con un altro diritto, del tutto distinto dal primo, che ogni rappresentante del popolo, ogni consigliere comunale ha, di chiedere, di interrogare, di  dibattere, di contestare e, perché no, anche di esercitare una funzione di sindacato ispettivo, come succede quando vengono insediate delle commissioni d’inchiesta o anche semplicemente di approfondimento?

Terzo ed ultimo punto. Il presente non è decifrabile, perché il signor comandante dei vigili urbani, Guglielmina Foglia, e il signor funzionario dell’Ufficio tecnico, Angelo Piccolo, non hanno fatto il proprio dovere, non hanno steso un verbale sullo stato del luogo, sulla reale condizione attuale di questo maledetto o benedetto sottotetto di viale Kennedy.

Ma quello che è successo ieri lo sappiamo e neppure la “leonina” pratica omissiva di chi oggi ricopre cariche che, comunque, gerarchicamente sottendono a quella del sindaco coinvolto in questa storia, possono edulcorare, emendare, men che meno, cancellare.

 

PERCHE’ SECONDO NOI IL SINDACO E’ UN EVASORE

Partiamo da un presupposto che poi dovremo modificare, non perché lo diciamo noi, ma perché lo mette nero su bianco la legge. Il presupposto è che dopo 5 anni dal momento in cui è sorta una obbligazione fiscale relativa ad una tassa, ad un’imposta o a un tributo comunali, quell’obbligazione si estingue per intervenuta prescrizione.

Siamo d’accordo o non siamo d’accordo, alla luce di quello che ha scritto il pubblico ufficiale Anacleto Fuschetti, che il signor Antonello Velardi abbia utilizzato abusivamente, illegalmente il suo terzo piano, registrato come sottotetto e che, come sottotetto, ha pesato in tutta la dinamica espressiva dei costi legati alla manifestazione fiscale di quell’immobile, dal 2004 al 2015? Siamo d’accordo o non siamo d’accordo, poi, che dall’inizio di giugno 2016, c’è stato il concorso di un’aggravante, perché quel terzo piano non è stato utilizzato illegamente solo dal signor Antonello Velardi, ma dal sindaco pro tempore di Marcianise? E ora, fatene pure cento di querele, poi vediamo se davanti a un magistrato queste cose che appartengono alla logica e non ad una tesi, saranno messe in discussione dall’autorità giudiziaria.

Siamo d’accordo o non d’accordo su queste circostanze obiettive e, a nostro parere, assolutamente oggettive? Cavolo, il sindaco di Marcianise o uno dei suoi sostenitori, per una volta, a sei anni e più dall’avvento di questa struttura politico-amministrativa, provasse a mortificarci, ad insultarci, dopo però avere dimostrato che questi nostri ragionamenti sono infondati. Dimostrazione significa argomento contro argomento, discorso, logos, confronto concione. Mai, non è successo mai perché, evidentemente, quello che noi scriviamo non è frutto di una persecuzione personale, ma della desolata constatazione di una deriva apparentemente inarrestabile e che è una deriva soprattutto culturale, come dimostrano certi interventi fatti durante la seduta del consiglio comunale dell’altra sera.

Ora, se il signor Antonello Velardi, da sindaco, usa la prescrizione fiscale, così come ha accettato, perché avrebbe potuto rinunciarvi, la prescrizione penale vuol dire che il periodo dei cinque anni è quello che va dal dicembre 2016 al dicembre 2021, quando un’autocertificazione, fatta passare in giudicato dall’inadempienza dei vigili urbani e dell’Ufficio tecnico, ha santificato che quel terzo piano è divenuto una somma di locali di sgombero con tanto di mura, divisori, ecc, così abbiamo anche scoperto la neo architettura del ripostiglio disegnato come un appartamento di abitazione.

Ma per questi cinque anni, vogliamo o non vogliamo applicare il calcolo fiscale su quello che è certificato da un pubblico ufficiale? E cioè che ci sono, per quanto riguarda la Tari, almeno altri 150 metri quadri, e ci manteniamo bassi, usati per civile abitazione, soggetti al pagamento della tassa rifiuti. E vogliamo dire o non lo vogliamo dire che questi 150 metri quadri, e ci (ri)manteniamo bassi, fanno sì che almeno dal 2016 al 2021 quella di Velardi non sia stata una abitazione principale, in quanto quei metri quadri fanno arrivare la superficie tassabile ad una cifra superiore ai 300 metri quadrati, dunque, ben al di là del limite di 240 metri quadrati che l’ormai famoso articolo 6 del Decreto ministeriale del 2 agosto 1969, pienamente legittimato da un recentissimo pronunciamento della Corte di Cassazione, definisce come discrimine tra uno status di “abitazione principale” e quello di “abitazione di lusso”?

Non c’è dubbio che almeno dal dicembre 2016 al dicembre 2021 Velardi debba pagare l’Imu, in quanto dall’ordinanza del pubblico ufficiale, Anacleto Fuschetti, si desume che lui abbia usufruito, tra secondo e terzo piano, di più di 300 metri quadrati.

Ma qualcuno può seriamente affermare che non sia così? Noi andiamo fino alla Corte di Strasburgo e non ci faremo certo intimidire.

E se sull’Imu non esistesse nemmeno la prescrizione? Vabbé, questo ve lo riveleremo tra domani e lunedì.

 

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Planimetrie Casa Velardi (1)