MARCIANISE. Velardi senza freni: ora se la prende anche con i carabinieri. Per una volta, tiri fuori the balls e faccia il nome, se ne ha il coraggio
12 Giugno 2019 - 21:24
MARCIANISE – (g.g.) E in che modo sarebbe cambiata “la zizzinella” nell’ufficio tecnico, sindaco Velardi? Che le concessioni edilizie le prende Pino Riccio che salta la fila di centinaia e centinaia di altri richiedenti che aspettano da anni? E quale sarebbe la zizzinella cambiata, quella di Pino Riccio, assessore ai lavori pubblici ai tempi d’oro in cui nell’ufficio tecnico, del quale lei parla, dominava Fulvio Tartaglione e Pino Riccio era il suo armonicissimo assessore?
Allora, quale sarebbe la zizzinella finita? Il problema è che noi, di questo qua, siamo costretti ad occuparci, perchè le sciocchezze che scrive non meriterebbero neanche un grammo di attenzione, visto che, mano mano, da capziose sono diventate oziose. Cioè inutili. Ma purtroppo anche quando dice stupidaggini, se queste provengono da una persona che svolge la funzione di sindaco, un giornale del territorio non può, virgilianamente, “guardare e passare”.
Stupidaggini a cui nessuno bada più, perchè a nessuno, a Marcianise, viene più in mente l’idea che questo sindaco, il sindaco delle concessioni edilizie in regalo a Pino Riccio, dunque, non a uno di primo pelo, ma a uno che ha attraversato tutte le stagioni più controverse della politica e dei rapporti attivi tra la politica e gli uffici tecnici, che continuano alla grande, con rinnovato vigore, anche oggi.
Solo che prima c’era Fulvio Tartaglione, poi è arrivato Gennaro Spasiano. I due erano quello che erano, ma almeno una laurea in ingegneria se l’erano presa, oggi invece capo dell’ufficio tecnico è il segretario comunale Onofrio Tartaglione, che lo gestisce in nome e per conto del sindaco Velardi. Insomma una vera e propria bancarella del torrone. Entrambi avranno accumulato al massimo qualche ora di Educazione ed Applicazioni tecniche alla scuola media.
Passi per i giornalisti prezzolati, perchè oramai siamo abituati a ‘ste puttanate, sapendo bene che rispetto al passato, oggi a Marcianise, in tanti conoscono l’etica di CasertaCe e la confrontano con l’etica di Antonello Velardi; in tanti sanno chi ha fatto i soldi fingendo di fare il giornalista e chi invece i soldi non li ha fatti perchè non li ha voluti fare, avendo votato la propria esistenza alla bellezza della conoscenza e alla testimonianza di un modello almeno accettabile di etica pubblica.
Noi siamo quello che siamo: dei delinquenti, dei camorristi, dei prezzolati, appunto. Siamo degli pseudo tutto. Ma una qualità la possediamo: scriviamo e parliamo “in faccia”, facendo sempre i nomi e i cognomi e non svolgendo mai l’esercizio codino e codardo del messaggio trasversale, obbliquo, che appartiene ad una stagione che evidentemente Velardi ben conosce e che tanto bene gli ha portato.
Ad esempio, se noi avessimo avuto qualche dubbio sull’operato del maresciallo di cui Velardi scrive nel suo post di oggi, avremmo fatto il suo nome e il suo cognome. Siccome quella denuncia per le firme false non è stata presentata anonimamente, ma addirittura con tanto di conferenza stampa, rappresenta un fatto sicuramente più trasparente, più presentabile del metodo dialettico (si fa per dire) del sindaco Velardi.
E poi che vorrebbe insinuare il primo cittadino? Che i carabinieri che si sono occupati dell’indagine per le quali lui si trova ad un passo dalla richiesta di rinvio a giudizio per il reato di falso in concorso, sia stata fabbricata ad arte? Cosa vuole insinuare, che quelle firme siano in realtà autentiche e che questi poteri occulti della Benemerita eversiva hanno fatto sì da farle sembrare false?
Cosa pensa Velardi, che i carabinieri, i poliziotti, i finanzieri siano tutti quanti come il suo amico del cuore, il mariuolissimo reo confesso Emilio Spaziante?
Ovviamente, prima di dire la nostra, abbiamo dato conto, sillaba per sillaba, del post del sindaco, pubblicandolo integralmente, come fanno i giornalisti civili che non hanno paura di mettere in gioco le proprie idee, in maniera nitida, trasparente.
Siamo esattamente l’antitesi di quello che Antonello Velardi è stato ed è, come pseudo giornalista e come, ancor di più, pseudo sindaco.