MARCIANISE. Velardi sfida il Prefetto e i comandanti delle forze dell’ordine: rivuole la scorta e fa ricorso al Tar

18 Marzo 2020 - 18:24

MARCIANISE – Quando ad Antonello Velardi, al tempo sindaco di Marcianise, è stata attribuita la scorta, a seguito di presunte minacce denunciate, noi abbiamo molto criticato questa decisione, assunta per volontà del Ministero degli Interni, che non volle sentire ragione e non tenne neppure conto delle oneste valutazioni fatte dai comandanti provinciali delle diverse forse di polizia.

Criticammo, ma non ci sognammo neppure lontanamente di mettere in discussione la legittimità di una decisione che a nostro avviso era, e resta, sbagliata, ma che andava eseguita e rispettata senza se e senza ma.

Qualche settimana fa, cioè quando Velardi non era già più sindaco da molto tempo, la scorta è stata revocata. D’altronde, l’acrobatica motivazione per la quale gli fu assegnata, connetteva la necessità di protezione ad una più serena esplicazione, da parte di Velardi, della sua carica istituzionale.

Cessata questa, sono dunque cessate anche le necessità di una protezione costante. Anche in questo frangente, la Prefettura di Caserta non ha potuto non ascoltare i vertici delle forze dell’ordine che, riteniamo abbiano il polso della situazione e possono ben valutare se esistono ragioni per garantire una scorta ad un privato cittadino che sicuramente non fa parte di quella particolare categoria di giornalisti esposti – l’ultimo caso è quello che direttore di Repubblica Verdelli – visto che gli articoli scritti da Velardi nella sua vita professionale possono essere computati utilizzando un paio di volte le dita di entrambe le mani.

Di fronte a valutazioni così autorevoli, visto che un Prefetto, un Questore e due alti ufficiali dei Carabinieri e della Finanza sono persone che meritano rispetto soprattutto quando esercitano la funzione che erogano, Velardi, da privato cittadino, da redattore capo centrale de Il Mattino, dove continua a svolgere una mansione molto ben remunerata, ma comunque attinente al lavoro dei cosiddetti “culi di pietra” e non di quelli che pensano il giornale e lo scrivono realmente, ha sfidato la Prefettura e i vertici delle forze dell’ordine, ricorrendo, incredibile ma vero, al Tar della Campania, allo scopo di ottenere l’annullamento del provvedimento che ha revocato la sua scorta.

Nei prossimi giorni, faremo delle ricerche, ma noi non ricordiamo un solo caso in cui è capitato che un beneficiario di scorta e dunque un beneficiario di spese urgenti da parte dello Stato, si sia rivolto al Tar per ottenere la revoca di una decisione assunta da persone che di ordine pubblico e di strategia atta alla difesa dei cittadini se ne intendono, dato che lo fanno per professione.

Insomma, non parliamo di un normale ricorso al Tar, ma di un tentativo di mantenere un privilegio, perché di privilegio si è trattato, al di sopra delle valutazioni obiettive di alti rappresentanti dello Stato.

Il Tar saprà ben valutare i fatti e ci stupisce un poco che autorevoli amici di Antonello Velardi, stiamo parlando di Salvatore Mezzacapo e della moglie Anna Corrado, entrambi giudici del Tar, non l’abbiano sconsigliato, quantomeno per una ragione di bon-ton istituzionale.