MARCIANISE. Velardi applaude a scena aperta la giudice Anna Corrado, ma anni fa Stella e Rizzo, sul Corriere, la “pizzicarono” col marito

27 Febbraio 2019 - 21:17

MARCIANISE (G.G.) – Due dei profeti del terzo millennio, cioè J-Ax e Filippo Neviani in arte Nek, avrebbero classificato la storia della brillante pubblicazione presentata a Roma con il sindaco Velardi in prima fila, tra i casi da selezionare in un eventuale sequel della celebre canzone “Freud”.

Una marcianisana doc in quanto originaria di Puzzaniello, zona che ha dato i natali all’autentico patriziato cittadino e in cui, non a caso, è nato anche il sindaco Velardi, ha discusso, insieme ad una platea intellettualmente evoluta, della sua opera sulla trasparenza nella pubblica amministrazione.

Riflesso freudiano inconsapevole o esercizio penitenziale consapevole?

Una domanda a cui sarà difficile dare una risposta. Potrebbero aiutarci due colossi del giornalismo contemporaneo.

Sì, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella qualcosa della relazione tra il giudice del Tar Anna Corrado da Puzzaniello e la categoria quasi ontologica della trasparenza ce la potrebbero raccontare, avendo memoria storica e potendo trovare documenti nel loro sterminato archivio.

Quelle carte e quei riscontri che ispirarono un loro articolo pubblicato da “Il Corriere della Sera”, mica pizza e fichi, caro Velardi. O neppure il “Corrierone” è un giornale degno?

Erano i tempi in cui Rizzo e Stella, sfruttando gli ultimi colpi di coda della centralità dello strumento cartaceo nei grandi processi della comunicazione giornalistica, scuotevano l’Italia con le loro inchieste sulla malagestione, sullo spreco di denaro pubblico e, per l’appunto, sulla scarsa trasparenza di atti e processi amministrativi.

Il giorno 17 novembre del 2008 Rizzo e Stella dedicarono un passo importante del loro lavoro proprio all’allora neo-giudice Anna Corrado. Ovviamente, se avessero saputo che era originaria di Puzzaniello, cioè della Silicon Valley della provincia di Caserta, ogni dubbio si sarebbe diradato.

Ma non lo sapevano e affondarono il coltello nella piaga dell’inopportunità e dell’opacità della procedura che aveva portato la Corrado ad aggiudicarsi il concorso per l’assunzione di 29 referendari, ovvero giudici del Tar.

La questione posta da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella era la seguente: Salvatore Mezzacapo, non sappiamo se parente del Mezzacapo a cui Totò e Peppino infrangevano i vetri della finestra nel film Totò, Peppino e la Malafemmina, faceva parte da giudice del Tar dell’organismo di autogoverno da cui venivano nominate, scrivevano testualmente Stella e Rizzo, le commissioni d’esame.

Ovviamente, com’è uso di questo giornale vi favoriamo, in calce a questo articolo, il link a quello uscito su “Il Corriere della Sera” nel 2008.

Ora, noi ci sentiamo molto più liberali e garantisti dei due giornalisti del quotidiano di via Solferino.

Loro sicuramente sono più bravi di noi, ma noi siamo più liberali di loro, per cui, al di là di tutto, per una semplice questione di ius sanguinis, di superiorità della specie puzzanellara, siamo certi che l’allora dottoressa Anna Corrado avrebbe vinto a prescindere quel concorso.

Però la relazione tra questo, la commissione che ne determinò l’esito e l’organo di autogoverno di cui faceva parte Mezzacapo investe direttamente il tema di copertina del libro, cioè la trasparenza.

Si dà il caso, infatti, che Salvatore Mezzacapo, anch’egli di Marcianise, era il marito e riteniamo lo sia ancora di Anna Corrado, che Antonello Velardi festeggia in un post più elogiativo dell’agiografia di un santo.

Ma d’altronde, si sa, l’abbiamo già detto. La trasparenza è una categoria ontologica e ognuno bene o male ne può stabilire i confini della propria concezione. Per cui tutto torna nel momento in cui si registra l’omogeneità tra la presentazione di un libro sulla trasparenza scritto da Anna Corrado e la presenza di un trasparente qual è Velardi.

A prescindere da Freud, parafrasi innovativa del noto film “Tutta colpa di Freud”.

 

 

 

L’ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA: https://www.corriere.it/politica/08_novembre_17/giudici_aumento_caso_arbitrati_ca57aa1e-b477-11dd-b063-00144f02aabc.shtml