MARCIANISE. Volano gli stracci: il sindaco fa allusioni, Velardi difende Giovanna Iadicicco. Il veto di “Cipster” e consorte e la vecchia fattoria suina

24 Febbraio 2024 - 17:56

In calce all’articolo il post del primo cittadino, a cui è seguito, a strettissimo giro di tempo quello del suo predecessore. Non piace la designazione dell’ex assessora velardiana. Il sindaco si auto elogia e si cuce i gradi di “padre nobile”

MARCIANISE (g.g.)- Facciamo subito una premessa che, naturalmente, non sarà compresa dai diretti interessati, ma che noi di CasertaCe e, in particolare, chi scrive questo articolo, si sentono di esporre come necessità emotiva e morale: la nostra presa di posizione, nettamente contraria, stabilmente antitetica a quella di Antonello Velardi, è stata assunta a partire dagli ultimi due mesi dell’anno 2015, cioè dal momento esatto in cui, il Velardi, brigando con l’allora segretario nazionale del PD Matteo Renzi e con il suo inviato per il lavoro sporco, Franco Mirabelli, azzerò letteralmente lo Statuto del PD pur di candidare l’ormai ex giornalista de Il Mattino a Sindaco di Marcianise. 

Da allora, fino alla sua seconda caduta, nulla abbiamo risparmiato ad Antonello Velardi. Ma la partita, per noi, è terminata esattamente nel momento in cui lui è ridiventato un privato cittadino. Ciò perché nessuno dei 100/150 articoli, da noi dedicati alle vicende della sua amministrazione, è stato pubblicato con l’intento di attaccare la persona, delle cui sorti non frega un ficosecco ai lettori di questo giornale, ma sempre per tenere in vita e per corroborare giorno per giorno una motivatissima e argomentatissima trama di contestazione nei confronti del sindaco di Marcianise, del primo cittadino pro tempore, per il modo con cui Antonello Velardi, che incarnava la massima istituzione di Marcianise, amministrava la sua Città.

Esposta questa inutile premessa, nessuno si stupisca se oggi, nella guerra ormai neanche più sotterranea apertasi tra Antonello Velardi e il sindaco Antonio Trombetta,  noi  assumiamo una posizione di totale imparzialità, di assoluta equidistanza. Ci teniamo il nostro punto di vista sulle personalità di entrambi, ma siccome ciò non è materia di trattazione di un giornale serio, qual è CasertaCe, tale punto di vista lo teniamo distinto e distante dagli articoli che pubblichiamo a partire da questo.  

Dunque circa 5 ore fa il sindaco Antonio Trombetta, oltre ad aver parlato bene di sé, oltre ad aver visto solo luci e nessuna ombra nella propria azione di governo, oltre ad aver fatto, dunque, ciò che fanno tutti i sindaci, che anche se gli cade il tetto del Comune sulla testa, anche se gli esplodono due strade, così come è successo a Marcianise nelle ultime settimane, affermeranno sempre che” tutto va bene, madama la marchesa” e che in futuro la propria Città diventerà meglio di Basilea e di Zurigo, ha anche declinato alcune allusioni polemiche.

Francamente, dato che da una decina di giorni non abbiamo avuto la possibilità di seguire attentamente le vicende marcianisane, non avevamo capito con chi ce l’avesse colui che si è autodefinito “padre nobile della città”.

In questi mesi sin dal mio insediamento sono stato bersaglio di fuoco amico…” e ancora: “ho ricevuto attacchi strumentali e a volte ignobili volti a dare una falsa rappresentazione della mia persona e della mia amministrazione...”

Per quanto riguarda il fuoco amico possiamo ritenere che il bersaglio rechi un nome, un cognome e soprattutto una stella di latta: Peppe Tartaglione alias lo Sceriffo.

Per quanto riguarda, invece, la falsa rappresentazione, magari ce l’ha con noi ma Casertace non è un fattore politico, per cui in questo articolo non ci metteremo a perder tempo per rispondere ad Antonio Trombetta riservandoci di farlo poi a tempo debito. Se qualcuno leggendo queste note, si è chiesto se si fosse registrato nelle ultime ore un problema, un sommovimento nella maggioranza, ipotesi resa probabile dall’ampia e, in verità, piuttosto penosa lisciatura di pelo a qualche esponente della minoranza, invitato tra le righe a tradire il mandato popolare ricevuto, imitando quello fatto immediatamente dalla coppia Giovanni Pratillo-Pino Riccio, ogni dubbio è stato fugato da Antonello Velardi in persona il quale, a circa tre ore di distanza dal post del sindaco, ne ha, a sua volata, pubblicato uno che ci ha permesso di fare la conoscenza di una signora di cui, in un primo tempo non ci siamo neppure ricordati i connotati personali e politici. Si chiama Giovanna Iadicicco e, dal tono e dai contenuti dello scritto velardiano, si capisce che sia stato oggetto di qualche brutta azione da parte di qualcuno.

Al che abbiamo alzato il telefono per domandare un po’ in giro, venendo a conoscenza che Giovanna Iadicicco, moglie di Francesco Rossano, contitolare del centralissimo bar Duomo, fa parte della ristrettissima schiera delle amazzoni di Antonello Velardi insieme all’arcinota Angela Letizia, e a Giovanna Cirillo che con la Iadicicco – poi ci siamo ricordati, chi fosse pensandoci un poco sopra – è stata assessora dell’ultima giunta velardiana.

Ed è stato proprio il nome di Giovanna Iadicicco ad essere stato calato sul tavolo dall’area costituita da Antonello Velardi e Gerardo Trombettta, per sostituire il compianto Antonio Golino.

Apriti cielo: fulmini e saette. A partire dalla coppia reale marcianisana costituita da Nicola Scognamiglio e  Maria Luigia Iodice. Altro che veti, porte chiuse con cento mandate sul muso della Iadicicco.

E già, perché Nicola Scognamiglio ha sempre pensato che Velardi fosse una persona da attaccare, anche da insolentire con certi soprannomi da lui personalmente coniati, ma solo perché intralciava le idee, i propositi  e le ambizioni irrefrenabili, smodate, incontinenti sue e della moglie. Quando poi Velardi gli è risultato utile alle ultime elezioni comunali, con una lista costruita da quest’ultimo e da Gerardo Trombetta, la vecchia fattoria è sparita dal lessico di Scognamiglio. Buona è risultata anche la scelta del defunto Antonio Golino, come rappresentante in giunta di quell’area. Golino, infatti, era un politico avveduto. Delle 10 cose che ascoltava nella stanza dei bottoni, ne portava fuori una e teneva per sé le altre nove. Per cui era un assessore collegato a Gerardo Trombetta e ad Antonello Velardi fino ad un certo punto. Diciamo per il 30% mentre per l’altro 70 attaccava un altro proverbiale quadrupede residente della vecchia fattoria di Scognamiglio “lì dove desiderava il padrone”.

Il nome di Giovanna Iadicicco non piace perché appartenendo al novero delle amazzoni dell’ex sindaco lei andrebbe nelle riunioni di giunta a rappresentare in tutto per tutto Antonello Velardi, Gerardo Trombetta e Peppe Tartaglione. E soprattutto si porterebbe ogni sillaba pronunciata ai suoi riferimenti politici. Questo non va bene, non tanto al sindaco, che magari non attacca il quadrupede dove vuole il padrone, ma è lui stesso il quadrupede che vaga stralunato “in mezzo ai suoni”, ma alla coppia reale Scognamiglio Iodice. Per questo motivo, alla luce del post di Velardi, può anche darsi che il mitico “Cipster” possa riaprire da un momento all’altro, ad orologeria, e con una selettività collegata al proprio tornaconto, la vecchia fattoria suina.