Marocco e Burundi vincono la Strabenevento 2025: Kadiri e Nimbona davanti a tutti.

2 Maggio 2025 - 09:11

È il portacolori della Carmax Camaldolese, il vincitore della 32ª edizione che si impone in 29’04” davanti a Meucci. La burundese, anche lei targata Carmax, vola in 32’41” e conquista il pubblico salendo sul podio con la figlia in braccio.

BENEVENTO (Pietro De Biasio) – Certe volte le gare si vincono al secondo giro. È il momento in cui il cuore batte più forte, le gambe fanno male, ma se hai dentro il fuoco sacro, allora ti alzi in piedi sui pedali, pardon, sulle punte, e piazzi il cambio di ritmo. È quello che ha fatto Yahya Kadiri alla 32ª edizione della «Strabenevento». Maglia fucsia e nero della Carmax Camaldolese, stile fluido, falcata potente. E soprattutto un crono che parla da solo: 29’04” sui 9,99 km cittadini, media di 2’54”3 al chilometro.

Non è roba da gita fuori porta. Secondo, ma tutt’altro che battuto, Daniele Meucci (Esercito), che in 29’09” ha dato dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di essere ancora un punto fermo del fondo azzurro. Terzo Giuseppe Gerratana (Aeronautica Militare), in 29’52”, che con il suo passo regolare ha tenuto botta senza mai cedere al calo. La burundese Elvanie Nimbona, anche lei tesserata Carmax Camaldolese, ha corso con una leggerezza disarmante, stoppando il cronometro a 32’41” (media 3’16” netti), lasciando la favorita Sofiia Yaremchuk a più di un minuto: 33’46” per l’azzurra dell’Esercito. Terzo gradino per Annamaria Naddeo (Running Club Napoli), che ha stretto i denti fino alla fine chiudendo in 36’32”. Il successo collettivo? Tutto per la Carmax Camaldolese, vera corazzata popolare del podismo campano.

Con 57 classificati e 29.301 punti, hanno staccato nettamente i Road Runners Maddaloni (51 atleti, 18.781 punti) e i padroni di casa Amatori Podismo Benevento (43 atleti, 17.445). In totale sono state 142 le squadre iscritte, segno tangibile di una partecipazione sempre più capillare e diffusa. Un dato colpisce più di altri: gli uomini sono stati l’85,95% (734 atleti), le donne il 14,05% (120), per un totale di 854 classificati. Un dato che racconta quanto il podismo sia ancora oggi un mondo fortemente maschile, ma con margini di crescita per il settore femminile. Interessante anche la distribuzione anagrafica, che conferma la vocazione «master» della corsa sannita su strada:

40-49 anni: 285 (33,37%) – il vero cuore della gara

50-59 anni: 271 (31,73%) – esperienza e resistenza.

60+ anni: 152 (17,8%) – i leoni d’acciaio.

30-39 anni: 109 (12,76%) – fascia in crescita.

20-29 anni: 28 (3,28%) – il futuro da coltivare.

Under 20: 9 (1,05%) – l’avanguardia giovanile.

Tra i protagonisti silenziosi ma fondamentali, il gruppo «Fun Pacer». Ancora una volta hanno scandito il ritmo con precisione e spirito di servizio, trasformando una gara in un’esperienza collettiva. A dettare i 4’00” al chilometro c’erano Luciano Napoletano (Podistica Sammaritana) e Massimo Catena (Run L.A.B.), perfetti nel guidare chi cercava il PB. A 4’30” sono stati Alberto Molitierno (Run L.A.B.) e Carmine Attardi (Cicciano Running) a fare da metronomi umani, mentre il gruppo dei 5’00” ha trovato in Giuseppe Beneduce (Carmax Camaldolese) e Domenico Bonaparte (Runcard) due guide affidabili e carismatiche. Per i 5’30” sono scesi in campo Cipriano Riccardo (Run L.A.B.) e Antonio Caruso (Napoli Run), mentre l’accoglienza e il sostegno per chi chiudeva intorno all’ora sono stati affidati a Leopoldo Rossi (Atletica Cales) e Iolanda D’Avino (Cicciano Running): sorrisi, incitamenti e braccia alzate per tutti.

Un servizio prezioso che ha reso la gara ancor più inclusiva e partecipata. La gara ha brillato per il parterre tecnico, per il tifo, per l’entusiasmo popolare. Ma è giusto raccontare anche ciò che non ha funzionato: 40 minuti per ritirare il pettorale, un solo bagno disponibile, e poca acqua per gli atleti di metà classifica in giù. Un errore grave, soprattutto in una giornata di caldo torrido. Una riflessione, però, va fatta: «la gara è una sola, ma ognuno corre la sua gara». Chi corre forte, chi è tra i primi, spesso non incontra alcun problema: arriva, trova acqua, buffet, servizio immediato. Ma i problemi stanno dietro. Quando iniziano ad arrivare 60/70 persone al minuto, serve una macchina organizzativa che tenga botta anche in fondo, non solo davanti.  Ottimo invece il piano traffico, circuito ben chiuso e sorvegliato, con passaggi scenografici nel cuore del centro storico.

Bella anche la medaglia e coinvolgente la diretta speakerata da Gennaro Varrella e Martina Amodio, coppia ormai collaudata nel racconto live delle gare. Un circuito disegnato con il compasso della passione, veloce ma tecnico, in uno scenario urbano che unisce storia, tradizione e calore umano. Ottima in complesso la gestione logistica e dei servizi, curata nei dettagli dagli instancabili organizzatori dell’Amatori Podismo Benevento, capitanati dal presidente Raffaele Zollo, con il prezioso supporto del Comune, della Provincia e della Regione. Una sinergia che funziona, capace di attrarre ogni anno atleti da tutta Italia. La cartolina che resta? Kadiri che taglia il traguardo con le braccia al cielo, Nimbona che stringe tra le braccia la figlia durante la premiazione, e i «Fun Pacer» che guidano sorrisi e sudore fino all’ultimo metro. A Benevento ha vinto l’atletica vera. Quella che unisce élite e amatori, cronometro e passione.