MAZZETTE E REGALI. 21 europarlamentari indagati. Ecco com’è coinvolto, al momento, Fulvio Martusciello
13 Marzo 2025 - 20:42

Altri sviluppi dopo l’arresto dell’ex assistente di Nicola Caputo. Polizia belga a setacciare le sedi degli assistenti di decine di politici, anche campani. Tutto nasceva una lettera scritta alla Commissione europea, in difesa delle aziende cinesi del 5G e firmata dal forzista di allora e di oggi, dall’ex azzurro Aldo Patriciello e da altri parlamentari stranieri
BRUXELLES – L’ombra di un nuovo ‘Qatargate’ si addensa sul Parlamento europeo. La Procura federale belga ha avviato un’ampia indagine su sospetti casi di corruzione da parte di lobbisti dell’azienda cinese Huawei verso una quindicina di eurodeputati.
La polizia giudiziaria federale ha effettuato numerose perquisizioni.All’alba un centinaio di investigatori, su ordine del giudice istruttore finanziario e della procura federale, hanno perquisito 21 indirizzi nella regione di Bruxelles, nelle Fiandre, in Vallonia e anche in Portogallo. Le accuse sono di “corruzione”, “falsificazione e uso di documenti falsi”, “riciclaggio di denaro” e “organizzazione criminale”. A darne notizia i due quotidiani belgi Le Soir e Knack – affiancati questa volta dalla piattaforma di giornalismo investigativo ‘Follow The Money’ -, che nel dicembre 2022 avevano rivelato le prime informazioni sul Qatargate.
Quest’ultimo scandalo si è visto sgonfiare nel tempo e finora ha portato solo al patteggiamento di Pier Antonio Panzeri, già fuori dal carcere, mentre il processo vero e proprio deve ancora iniziare per gli altri imputati. Tutto è partito da un’indagine su aspetti legati alla sicurezza nazionale dei servizi segreti belgi, che hanno poi passato il dossier alla magistratura inquirente per quanto riguarda le accuse di reati semplici. Al centro dell’indagine ci sarebbe il direttore dell’ufficio di Huawei a Bruxelles, Valerio Ottati, di origini italiane, nato nei pressi di Bruxelles, che prima di approdare nel 2019 nelle stanze del colosso cinese è stato assistente di due eurodeputati italiani.
Si tratta di Nicola Caputo, europarlamentare del Pd dal 2014 al 2019, ora assessore regionale in Campania di Italia Viva, e prima ancora, tra il 2009 e il 2014, di Crescenzio Rivellini, anche lui campano, eletto nelle liste del Pdl.Come risulta dal Cv del dirigente di Huawei, durante la collaborazione con l’esponente del centrodestra, che era presidente della Delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Cina, Ottati avrebbe gestito contatti con rappresentanti e diplomatici del Dragone. Il Parlamento europeo, informato dell’inchiesta, si è detto del tutto disponibile a collaborare. In giornata sono stati posti i sigilli, per poter svolgere le perquisizioni, agli uffici di due assistenti parlamentari.
Stando a Politico, si tratterebbe di Adam Mouchtar, funzionario di lunga data e attuale assistente di Nikola Minchev, europarlamentare bulgaro dei liberali di Renew Europe, e di assistenti che lavoravano per eurodeputati di Forza Italia, o del capodelegazione Fulvio Martusciello o di Marco Falcone, anche se non è ancora chiaro con precisione.
“La presunta corruzione sarebbe stata perpetrata a vantaggio della società Huawei”, riferiscono gli inquirenti. Gli episodi di corruzione sarebbero andati avanti “con regolarità e molto discretamente dal 2021 a oggi, sotto le mentite spoglie di lobbying commerciale e assumendo varie forme, come la remunerazione per assumere posizioni politiche o regali come spese di vitto e alloggio o inviti regolari a partite di calcio”. Tutto questo “per promuovere interessi commerciali puramente privati nel contesto di decisioni politiche”. Secondo la procura, “i vantaggi finanziari legati alla presunta corruzione potrebbero essere stati confusi in flussi finanziari legati al rimborso delle spese di conferenza, e versati a vari intermediari, al fine di nasconderne la natura illecita”.
La Commissione europea non commenta il caso, ma ricorda che il colosso cinese delle telecomunicazioni è considerato ad alto rischio per la sicurezza delle reti 5G e rinnova l’invito agli Stati membri ad agire.
Nell’emiciclo del Parlamento si riaccende invece la polemica sulla necessità di fare piena luce e aumentare la trasparenza dei lobbisti.
Dopo il ‘Qatargate’, diverse riforme sono state introdotte, con misure più stringenti e un nuovo Codice di condotta. Per molti non basta. Il gruppo The Left chiede un dibattito su questo alla prossima plenaria che si terrà dal 31 marzo al 3 aprile.