MAZZETTE PER L’APPALTO. IL NOME della ditta che ha vinto i lavori da 100 mila euro per la Procura pilotati dall’imprenditore casertano con interdittiva antimafia

12 Dicembre 2022 - 18:40

Attraverso un lavoro di ricerca abbastanza complesso, abbiamo scoperto qualche dettaglio in più sull’operazione della GdF del Gruppo di Formia guidati dal colonnello Galluccio, oggi emersa con la notifica di conclusione indagini ai danni del businessman casertano (ancora senza nome) e due funzionari dell’Autorità portuale

CASERTA (l.v.r.) – Restano ancora nell’anonimato le generalità dell’imprenditore casertano, proprietario di un’azienda colpita da interdittiva antimafia, che avrebbe corrotto attraverso regali in denaro e beni Salvatore Ciccolella Guido Guinderi, due funzionari dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, ovvero l’ente che gestisce il porto di Gaeta, per vedersi aggiudicati i lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione della banchina di Riva della Darsena dei Pescherecci.

Partiamo da quello che si sa del businessman casertano. L’imprenditore ha subito un’interdittiva antimafia attraverso una delle sue aziende con sede a Fondi, in provincia di Latina. Ed è stata proprio la prefettura pontina, quindi, ad emettere il provvedimento che nega

la possibilità a questa impresa di partecipare a procedure per l’aggiudicazione di appalti pubblici.

Un problema per vincere l’appalto al porto di Gaeta risolto attraverso l’utilizzo di società intestate a prestanome, parenti e amici, in modo di partecipare sotto mentite spoglie e aggiudicarsi i lavori, secondo quanto scoperto dalla guardia di finanza del Gruppo di Formia guidato dal colonnello Luigi Galluccio.

Ora veniamo alla procedura vera e propria. L’appalto per la manutenzione della banchina con importo iniziale di 103 mila euro è stato affidato dall’Autorità portuale nel maggio del 2020. All’interno del sito istituzionale dell’ente c’è davvero pochissimo su questa procedura. Una carenza di informazioni che, però, non ci ha reso impossibile (ma quasi) di scoprire i dettagli di questa procedura.

Secondo le indagini della Finanza, i tre coinvolti avevano adottato un sistema di partecipazione agli appalti in modo tale da simulare una concorrenza ma, in realtà, le imprese erano riconducibili a un solo imprenditore.

La SO.CEM con sede a Napoli è la ditta che vedrà aggiudicarsi i lavori, con un ribasso che porterà il valore della commessa a 93 mila, 280 euro e 99 centesimi.

La procura di Cassino e i finanzieri del gruppo di Formia ritengono che sia questa impresa, da decenni attiva nell’ambito dei lavori e di proprietà di Sergio Catello, ad essere stata segnalata dall’imprenditore casertano come amica e quindi da dover rendere vincitrice della commessa pubblica.

Una falsa concorrenza, quindi, che avrebbe creato una patina di legalità totalmente fasulla. L’appalto era stato già deciso a tavolino, pilotato dal casertano emigrato nel basso Lazio e dai due funzionari.