Mettevano in vendita falsi prodotti biologici: 7 imprenditori finiscono nei guai

28 Febbraio 2023 - 13:01

Per loro l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode in commercio: immettavano sul mercato mandorle e pomodozi falsamente indicati quali biologici. Blitz della Guardia di Finanza.

CASERTA Associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode in commercio. Da questa mattina i militari del comando della Guardia di Finanza di Caserta e gli ispettori dell’Unità investigativa centrale dell’Icqrf stanno dando esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di sette persone indagate per avere commercializzato prodotti agroalimentari falsamente indicati quali biologici dal 2016 al 2022.

Una frode milionaria commessa immettendo sul mercato prodotti dichiarati falsamente come biologici, come mandorle e pomodori; sette le persone indagate – otto invece le aziende – per associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode aggravata in commercio nell’ambito di un’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha chiesto e ottenuto dal Gip l’emissione per i soggetti coinvolti delle misure cautelari dell’interdizione per dodici mesi dall’esercizio dell’attività imprenditoriale e del divieto di dimora nel Casertano.

Tra gli indagati, spiega una nota della Procura guidata da Carmine Renzulli, cinque imprenditori titolari “di importanti aziende operanti nel commercio di prodotti da agricoltura biologica”.
Tre gli imprenditori ritenuti al vertice dell’associazione criminale: si tratta di un casertano proprietario di due imprese
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trasformazione con un volume annuo di 20 milioni di euro e di un’azienda agricola, di un imprenditore catanese titolare di un’azienda di import-export di mandorle e frutta secca e di un terzo operante nella provincia di Cuneo, titolare anch’egli di azienda che commerciano frutta secca e conserve di pomodoro. Per gli inquirenti, gli indagati avrebbero commercializzato per anni, tra il 2016 e il 2022, ingenti quantità prodotti falsamente dichiarati come biologici, che non erano tali perché provenivano dall’estero, come le mandorle che erano importate dalla California, sfruttando una rete di imprese compiacenti attive in Puglia, Calabria e Lazio.