MONDRAGONE. Anziani reclusi in casa in attesa dei tamponi. Diario di una sanità al collasso e di una dottoressa X che…

6 Novembre 2020 - 20:35

MONDRAGONE (Maria Assunta Cavallo) – In questo difficile momento sanitario, oltre a fare i conti con il Covid-19, che sta piegando il mondo intero, bisogna fare i conti anche con molte altre situazioni. La seconda ondata del virus era prevedibile così come era prevedibile che dopo il nord, venisse colpito duramente il sud, con un rapido aumento giornaliero dei contagi soprattutto in Campania, gia’ sotto i riflettori per la mancanza di posti letto in ospedale. E si cominciano a registrare le lunghe code delle ambulanze all’esterno delle strutture sanitarie, come accaduto oggi al pronto soccorso di Sessa Aurunca dove gli operatori del 118 hanno dovuto attendere ore per sbarellare i pazienti covid con saturazione bassissima. Queste persone paradossalmente, sono da ritenersi fortunate, in un sistema sanitario sempre più frammentario, che non riesce a garantire a tutti la stessa possibilità di accesso alle cure mediche. E come già affrontato in un precedente articolo, ogni giorno riceviamo segnalazioni da cittadini i cui familiari anziani, o non sono adeguatamente assistiti in casa, nonostante positivi al coronavirus, o non riescono ad effettuare in tempi accettabili un tampone.

Dopo l’ennesima segnalazione giunta da un cittadino mondragonese, in ansia per le condizioni di salute della madre 77enne, in attesa di tampone, rimasta probabilmente contagiata dal marito ricoverato nel reparto covid dell’ospedale di Latina, abbiamo deciso di contattare sua “maesta” dottoressa X, che si occupa di effettuare il test del tampone, su segnalazione del medico di base, a coloro che presentano sintomi da Covid-19. Ebbene, volevamo con lei esaminare il caso della signora P, ma siamo rimasti basiti dalle modalità usate da questa signora che pur di non darci risposte, ha da subito inveito contro la nostra persona. Eppure ieri è bastata una semplice telefonata di un ex Sindaco di un comune limitrofe, intervenuto per placare l’animo di una donna che ha preteso a tutti i costi l’intervento del team covid dell’Asl di Mondragone con a “capo” la dottoressa X, immediatamente precipitatasi sul posto, che aveva chiesto soccorso per il padre, risultato positivo al tampone e che di fronte all’impossibilità di un trasporto in ospedale da parte dei sanitari – sia per mancanza di posti letto, sia perché il paziente non è mai stato segnalato dal suo medico generico all’Asl di competenza e sia perché le sue condizioni non apparivano gravi, ha inscenato una guerriglia casalinga contro l’intero equipaggio del 118, consentitemi, il migliore in circolazione professionalmente parlando.

Noi non siamo di certo raccomandati e neppure vogliamo esserlo ma pretendiamo chiarezza ed educazione, ma non tutti sanno cosa sia il bon-ton. Forse la dottoressa ha il dente avvelenato con la stampa e non avrà di certo dimenticato l’articolo pubblicato dal giornale on line “Appiapolis” il 29 settembre 2020 riguardo “l’assistenza e l’efficienza dei dirigenti dell’Asl del distretto 42, che lascia alquanto a desiderare” e dove si cita la storia “di un signore residente in uno dei Comuni afferenti al distretto, che a seguito di un importante intervento chirurgico, aveva inoltrato regolare richiesta all’ufficio di competenza del distretto 42, per ricevere gli ausili respiratori. Responsabile dell’ufficio preposto – scrive la testata – pare fosse una certa dottoressa X che a distanza di più di un mese, non ha dato il minimo cenno di riscontro neppure in ordine all’inoltro della pratica. Pare abbia replicato ad una delle sollecitazioni che le sono state rivolte, che era troppo stanca a causa dell’emergenza Covid”. Dunque, la dottoressa essendo stanca per colpa di un lavoro ben retribuito e che lei stessa ha scelto di svolgere, tralascia le sue mansioni e allora con questa ciliegina sulla torta, il caso è risolto!.