MONNEZZA D’ORO A CASERTA E AD AVERSA. Chiuse le indagini della Dda: ora Carlo Marino, Iovino, Savoia, D’Auria, Paolo Galluccio e Raffaele Serpico rischiano il processo

11 Febbraio 2022 - 21:36

Sono 24 gli indagati: 20 persone fisiche e 4 in quanto rappresentanti legali di altrettante società. IN CALCE ALL’ARTICOLO L’ELENCO COMPELTO DEGLI INDAGATI A CUI E’ STATO NOTIFICATO L’AVVISO DI CONCLUSIONE DELLE INDAGINI

 

CASERTA A più di tre anni e mezzo di distanza dal loro innesco, la Direzione distrettuale di Napoli ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 24 indagati, 20 persone fisiche e 4 società, tutti indagati per diversi reati; dalla corruzione alla turbativa d’asta, passando per l’abuso d’ufficio e il falso ideologico, per l’ormai arcinota vicenda delle gare di appalto dei rifiuti della città di Caserta, di quella di Aversa, per episodi accaduti nel Comune di Curti e per altri ancora verificatisi in Comuni della provincia di Napoli.

Si tratta di Carlo Savoia, 52 anni di Sant’Arpino, imprenditore e cardine dell’indagine in quanto accusato di aver avvicinato, anche attraverso intermediari, politici e tecnici dei comuni per truccare le gare per l’aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani. E ancora Biagio Bencivenga di Cardito; Gennaro Cardone, 49 anni di Portici, uno dei collaboratori più fedeli a Carlo Savoia; Eduardo Cotugno, 55 anni residente ad Aversa;  Giuseppe D’Auria, meglio conosciuto come Pippo D’Auria, 67 anni a giugno, residente a Caserta, nei cui uffici comunali svolge la mansione di funzionario, da pochi giorni con tanto di posizione organizzativa riconosciuta e su cui grava l’accusa di aver preso anche mazzette, per altro trovate nella sua abitazione dai carabinieri dei Noe che nel novembre del 2018 sequestrarono 6500 euro in contanti.

Indagini chiuse anche per Angelo Egisto 36 anni di Avellino, per Igino Faiella 55 anni napoletano, comandante dei vigili urbani di Curti, per Michele Fontana, 53 anni di Villa Literno, per l’imprenditore salernitano Carmine Gallo, titolare delle quote di maggioranza del Consorzio Cite.

Atti notificati anche all’ex dirigente del Comune di Caserta, il 70enne Marcello Iovino di Casaluce, a Paolo Galluccio 48 anni di Aversa, ex assessore del Comune normanno e, naturalmente, all’attuale sindaco di Caserta Carlo Marino, 53 anni, difeso dall’avvocato Gabriele Amodio e indagato per il reato di turbativa d’asta.

L’elenco prosegue con i nomi di Salvatore Merola, ex vigile urbano 69enne di Curti,  Nicola Mottola di Lusciano, 45 anni, Michele Oliviero di Villa Literno, imprenditore nel settore dei rifiuti, Antonio Raiano sindaco di Curti, anche lui finito agli arresti domiciliari per poi esserne liberato dal tribunale del Riesame, Raffaele Serpico, 54 anni, al tempo dirigente del settore ambiente del Comune di Aversa dove ancora oggi svolge funzioni apicali, Ernesto  Scamardella 60 anni di Napoli, anche lui appartenente allo staff dei collaboratori di Savoia insieme alla 19esima indagata Anna Scognamiglio, 34 anni di Trecase in provincia di Napoli. Ultimo della serie, ma sicuramente importante nell’operazione della gara truccata al Comune di Caserta Pasquale Vitale, per gli amici Pasqualino, 62 anni di Caserta.

Le imprese indagate e raggiunte da avvio di conclusione indagini, sono la Xeco, riconducibile direttamente a Carlo Savoia, dato che le quote erano nelle mani della moglie di questi e del già citato Gennaro Cardone. In questo caso l’avviso è stato notificato a Salvatore Tessitore, 46 anni di Sant’Arpino, legale rappresentante della citata Xeco; la Lea srl, rappresentata da Angelo Egisto; la Bema srl legalmente rappresentata da Andrea Guadagno, 36 anni di Villa Literno e, infine, la Fontedil con sede a Roma e rappresentata da Luigi Cavaliere, 41 anni, nato ad Aversa e residente a Foiano della Chiana in provincia di Arezzo.

Come spieghiamo in tutte le circostanze in cui pubblichiamo notizie relative alla notifica di chiusura delle indagini, ora tutti gli indagati hanno 20 giorni di tempo, un termine che parte esattamente dal momento in cui l’atto viene materialmente notificato, per chiedere alla Dda di essere interrogati, oppure per presentare memorie difensive o elementi di prova a discarico. A conclusione di questa fase, ammesso e non concesso che uno o più indagati vorranno avvalersi di tale possibilità, il pm Fabrizio Vanorio deciderà se chiedere o meno il rinvio a giudizio degli indagati. Nella stragrande maggioranza dei casi, questo avviene, ma è anche vero che il passaggio dallo status di indagato a quello di imputato è molto delicato e dunque è doveroso attendere altri due o tre mesi per capire se tutti i 24 indagati assumeranno la citata veste di imputati nel momento in cui dovranno poi comparire davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare il quale, a meno di richieste di rito abbreviato, deciderà se rinviare o meno a giudizio i neo imputati.