MONNEZZA, TRUFFA E MAZZETTE al Cub. Il peculato diventa abuso d’ufficio. Prescrizione per diversi imputati, tra cui il noto politico Enrico Fabozzi

23 Giugno 2021 - 17:52

Restano invece in piedi le accuse per l’allora direttore generale Antonio Scialdone e per quattro commissari liquidatori, che devono rispondere del reato di truffa

 

 

S.MARIA C.V. – Un processo troppo grande e ambizioso per poter reggere alla lunga ai problemi legati ai tempi elefantiaci della giustizia italiana.

E così capita che quell’indagine della Procura della Repubblica su centinaia di episodi, verificatisi nella gestione del Consorzio Unico di Bacino dei rifiuti delle province di Caserta e Napoli, si va smontando pezzo pezzo, colpita soprattutto dai tempi di una prescrizione già arrivata per molti capi di imputazione.

Il dibattimento si sta celebrando, a S.Maria C.V., a cospetto del collegio presieduto dal giudice Giovanni Caparco, il quale ha reso nota, oggi, la sua decisione di derubricare i capi di imputazione di peculato, trasformandoli in abusi di ufficio, con la conseguenza del non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.

Questo accade con poche eccezioni.

Precisamente quelle relative ai capi di imputazione 53, 56, 57 e 86, che pubblichiamo integralmente in calce, riguardanti l’ex direttore generale del Cub Antonio Scialdone, che resta il solo a rispondere per questi capi di imputazione data che l’altra persona indagata, cioè l’e sindaco di Grazzanise Enrico Parente, coinvolto in quanto presidente del Cub per qualche periodo, è deceduto da qualche anno.

Stesso discorso vale per i 4 commissari liquidatori Gianfranco Tortorano, Domenico Pirozzi, Lorenzo Di Domenico e Gaetano Farina Briamonte, che restano imputati per il reato di truffa.

Chi esce dal processo, invece, è l’altro ex presidente del Cub Enrico Fabozzi, già consigliere regionale e sindaco di Villa Literno.

Una doppietta, la sua, visto che poche settimane fa era stato assolto con formula piena nel processo Dda sui presunti appalti di camorra al Comune di Villa Literno.

Anche in quella circostanza, parimenti a questo procedimento, Fabozzi è difeso dall’avvocato Mario Griffo.