Nicola SCHIAVONE ribadisce: “Il sindaco Nicola Pagano a disposizione, io socio del fratello Domenico nel business da 500mila euro a CAPUA”

17 Maggio 2019 - 17:43

TRENTOLA DUCENTA(g.g.) Nicola Schiavone ha parlato, nei suoi tanti interrogatori, anche dell’acquisto di un immobile a Capua per un importo di 500mila euro. Questa non è una notizia nuova perchè ne abbiamo fatto cenno noi e anche gli altri giornali. Però, si sa che quando dalle aule di udienza filtrano delle informazioni oppure, come in questa circostanza, si parla di una vicenda in quanto viene considerata una sovrastruttura di una più importante, può capitare che non si ha un quadro preciso della situazione.

Nicola Schiavone, l’immobile di Capua. Se n’è detto e se n’è scritto quando sono stati illustrati i contenuti dei documenti integrativi, depositati dai pubblici ministeri della dda, in sede di udienza del tribunale del Riesame, al tempo in cui questo si è riuniti per decidere sul ricorso presentato dagli avvocati dell’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli. Quel ricorso è stato rigettato e delle dichiarazioni di Schiavone non se n’è parlato più.

Oggi, spulciando un pò di documenti attinti dai fascicoli in un processo di camorra, in cui sono stati recentemente iniettati dall’accusa verbali di interrogatorio di Nicola Schiavone, abbiamo incrociato un’altra volta questa storia dell’immobile capuano. Ovviamente, ci sono quelle parti già pubblicate, anche in relazione alla presunta disponibilità della famiglia di Casal di Principe, trapiantata a Capua, degli imprenditori Verazzo, nei confronti di Nicola Schiavone e nella considerazione di quest’ultimo, in una sorta di applicazione della proprietà transitiva, della disponibilità indiretta, accessoria, forse non consapevole di Antropoli, ad assecondare le trame dei Verazzo che poi, secondo Nicola Schiavone, erano anche, in certe circostanze, le trame del clan dei casalesi.

C’è di più, però. C’è la pista trentolese che non è stata affrontata. Noi ci siamo fidati delle agenzie e non avevamo mai letto direttamente i verbali. Ora che lo abbiamo fatto, siamo in grado di fornire una informazione completa a chi ci legge.

Schiavone dichiara: “Vi dò anche una prova logica della disponibilità del sindaco di Trentola Nicola Pagano nei miei confronti.” Schiavone, a questo punto, formula un esempio, dando la sensazione di poterne fare anche tanti altri: “Vi parlo di un mio investimento di 500mila euro con Domenico Pagano, imprenditore di Trentola (è sempre quello del palazzone di Piazza Vanvitelli a Caserta, zona ex La Leccese, n.d.d.), fratello del sindaco Nicola, affinchè acquistassimo un immobile a Capua.

Schiavone dice in sostanza (il testo integrale delle sue dichiarazioni lo potrete leggere in calce) di aver consegnato la sua parte per l’investimento a Giacomo Capoluongo.

E qui ci fermiamo un attimo per dare un senso logico al racconto. Giacomo Capoluongo e Domenico Pagano sono stati sempre raccontati come uomini di Michele Zagaria. Un imprenditore e un altro imprenditore anche un bel pò camorrista, di Trentola, in grado di muovere molti soldi e di farli fare al boss di Casapesenna. Dominatore per anni anche della piazza di Trentola.

Ma chi segue assiduamente CasertaCe, non fermandosi solo ai titoli e alle fotografie, sa che noi più volte abbiamo scritto, anche dedicandoci, a pensarci bene, dei titoli ai tempi dei nostri focus sull’ordinanza Jambo, della rottura dell’idillio storico tra Michele Zagaria e la famiglia Capoluongo, a causa della operazione di assegnazione della farmacia comunale di Trentola Ducenta.

Ovviamente, quando Capoluongo rompe con Michele Zagaria, cambiano alcuni punti cruciali delle dinamiche di business criminale. I Capoluongo, infatti, non sono stati mai dei “pescetielli di cannuccia“, non potevano essere spazzati via con un atto di violenza. Per cui, quando hanno rotto con Zagaria, Giacomo Capolungo è andato da Nicola Schiavone, accompagnato dalla sua scuderia di imprenditori, tra cui il più importante era senz’altro Domenico Pagano, fratello e fondamentale ispiratore del sindaco di Trentola Nicola Pagano.

Non sappiamo dunque se il racconto di Schiavone sia vero, ma sulla verosimiglianza, possiamo fornire anche garanzie in base alla conoscenza storica e documentale delle grandi dinamiche che hanno percorso, attraversato il clan dei casalesi nel primo decennio del ventunesimo secolo fino all’arresto di Nicola Schiavone, avvenuto nel 2010 e di Michele Zagaria avvenuto il 7 dicembre 2011.

Attenzione, non abbiamo terminato questo focus sulle dichiarazioni di Nicola Schiavone. Quelle che abbiamo riportato e commentato oggi rappresentano solo una piccola parte del materiale che abbiamo a disposizione e su cui torneremo con il nostro solito cipiglio analitico, domani e nei prossimi giorni.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO