OMICIDIO ALLE TERME Il carabiniere killer esce dal carcere per essere operato, domani l’interrogatorio dell’ex compagna sopravvissuta

16 Marzo 2023 - 18:30

Giuseppe Molinaro ha lasciato il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

TEANO/CARINOLA Ieri mattina Giuseppe Molinaro, l’appuntato dei carabinieri che il 7 marzo scorso ha ucciso con quattro colpi d’arma da fuoco Giovanni Fidaleo e ferito Miriam Mignano, ha lasciato il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, per sottoporsi ad un intervento chirurgico che era già stato programmato.

La richiesta degli avvocati del militare originario di Teano, Giampiero Guarriello e Paol Maria Di Napoli, è stata accolta dall’autorità giudiziaria di Cassino, che ha dato l’ok. In effetti, come riporta il quotidiano Latina Oggi, nella richiesta dei legali del Molinaro (dall’agosto scorso in servizio presso la stazione dei Carabinieri di Carinola, dove era stato trasferito dopo numerosi anni trascorsi nella caserma di Castelforte) si sottolineava come le condizioni fisiche, senza l’intervento peraltro già programmato, non potrebbero poi consentirgli di essere compatibili con la detenzione in carcere che lo attende. Un intervento che comunque dovrebbe avere una prognosi non proprio lunga, ma che si rendeva necessario.

Come si ricorderà il militare, dal 22 febbraio scorso, era in licenza per gravi motivi di salute, legati a questa patologia e non a problemi di carattere psichico, visto che era in cura da una psicologa di Teano. Ma gli stessi avvocati del Molinaro, inoltre, hanno presentato un ricorso al Tribunale di Napoli, contro l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, competente per pochi giorni, visto che ora tutto è passato nelle mani della Procura di Cassino.

Intanto l’inchiesta potrebbe avere una svolta già domani. I carabinieri della compagnia di Formia hanno ottenuto, infatti, il permesso dai medici del Policlinico Gemelli di interrogare Miriam Mignano, la 31enne di Castelforte gravemente ferita da Molinaro. La donna le cui condizioni cliniche sono in netto miglioramento dopo essere stata sottoposta a due delicati interventi chirurgici per i due proiettili che le hanno attinto addome e torace rappresenta l’unica testimone oculare (oltre che vittima) della sparatoria e potrebbe chiarire agli inquirenti quanto avvenuto.

Si cerca di capire se il gesto compiuto da Molinaro sia stato premeditato o se il carabiniere, in servizio presso la stazione di Carinola, fosse andato in quell’hotel per ottenere un chiarimento da Fidaleo circa la donna contesa. Il racconto di Miriam Mignano sarà vagliato dal sostituto procuratore Chiara D’Orefice e sulla scorta delle sue dichiarazioni il pm inquirente potrebbe riformulare il capo d’imputazione con il relativo reato per Molinaro. Restano in piedi le accuse di omicidio e tentato omicidio, ma non è stata contestata la premeditazione. La verità della 31enne sarà fondamentale per ricostruire l’esatta dinamica della sparatoria, che dovrà essere confrontata anche sul piano prettamente balistico, grazie agli accertamenti dei Ris di Roma e dei carabinieri della compagnia di Formia.