OMICIDIO NELLA CAPITALE. Dietro il delitto dello chef romano spunta la pista della droga

13 Marzo 2023 - 17:07

Un gruppo di sudamericani notati negli ultimi giorni davanti al ristorante gestito dalla vittima Emanuele Costanza.

ROMA/SPARANISE/FRANCOLISE Spunta anche la pista della droga dietro al delitto, avvenuto venerdì sera all’Esquilino, dello chef Emanuele Costanza, meglio conosciuto come Manuel Costa, per mano di Fabio Giaccio, 43enne di Sparanise ma per anni residente a Francolise, prima di scegliere la Capitale dopo essere più volte incappato nelle maglie della giustizia per questioni di droga. Giaccio, tra l’altro, negli anni addietro sarebbe stato anche fidanzato con la figlia del ras di Sparanise, Franco Papa.

Ora, come dicevamo, anche nel delitto consumatosi nella Capitale, spunta la pista della droga, tra il Casertano ed il Sudamerica. Più volte, infatti, nelle ultime settimane, un gruppo di sudamericani è stato notato davanti al locale di Costanza, socio di Giaccio in una pizzeria ubicata nella stessa strada dell’Osteria degli Artisti gestita da Costanza. ù

Tante, in ogni caso, le ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche un debito da 100 mila euro.

Un audio dello chef riporta riporta i motivi dei dissidi con l’omicida reo confesso: «Noi ci eravamo messi d’accordo che a maggio mi avrebbe dato 100mila euro. Ma mo’ sti 100mila euro non me li da finché non lo metto in condizioni di aprirlo. Io gli ho detto non è che dipende da me, dipende da te», dice Costa a un amico.

Al quale poi racconta l’incontro con il fratello dell’omicida: «Mi ha rincastrato il fratello di Fabio, che mi stanno a fa tutte cose e proposte. Te damo i sordi però prima apri il locale. Fra un mese se il locale lo fai funzionare…allora ti diamo i soldi. Io gli ho detto senti: l’ultima volta ha preso, mi ha mollato le chiavi e se n’è andato via». In un altro messaggio si parla invece dei 30 mila euro: «Ho dovuto pagare l’affitto gennaio, febbraio e marzo e sono tre mesi che tengo il locale chiuso. Io indietro non gli ho ridato più una lira logicamente. E neanche ti do niente. Io non ti ho mandato via. Il locale sta qua, tu te ne sei voluto andare via e io ho dovuto pagare i tre mesi di affitto. Mo rivuoi il locale perché non vuoi perdere quei 30mila euro che hai speso. Però mica li ha dati a me. Ci ha pagato gli affitti, li abbiamo pagati insieme».