L’omicidio di Lido Scalzone. Condannato a 10 anni il boss pentito Antonio O’Ninn Iovine

1 Dicembre 2018 - 11:04

SAN CIPRIANO D’AVERSA (Tina Palomba) – Nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì, è arrivata la condanna, emessa  dal Gup del tribunale di Napoli,  a dieci anni il boss Antonio Iovine, che aveva optato per il processo con  rito abbreviato. L’ex boss del clan dei Casalesi, oggi collaboratore di giustizia, ha ricostruito ogni particolare di un efferato omicidio, avvenuto 32 anni fa, nei pressi del Lido Scalzone, a Castel Voturno, di un cittadino di colore: Saer Konte. Iovine, secondo le testimonianze e le confessioni, è stato l’esecutore del delitto, insieme ad un altro boss, Francesco Schiavone detto Sandokan (che ha scelto il rito ordinario).

Non si poteva spacciare la droga nell’area controllata dai Casalesi nel regno, all’epoca, di Antonio Bardellino e pertanto ne fu decretata la morte. Gli immigrati non potevano assolutamente gestire attività illecita in un’area sotto egida di quel clan in piena ascesa. Tra gli anni 80 e 90 furono diversi i casi di immigrati trucidati a colpi di fucile come Konte, uccisi per la stessa ragione.  Il Pm aveva richiesto chiesto 18 anni per Iovine, ma a favore del boss sono state riconosciute le attenuanti dell’art.8  riguardanti il suo status di collaboratore di giustizia e pertanto ha avuto lo sconto a 10 anni, assistito dall’avvocato Giuseppe Tessitore.