OSPEDALE DI CASERTA. Invece di pensare al riconoscimento delle fasce a tutti i 1250 dipendenti del comparto, Gubitosa e i suoi amici Cisl e Uil si occupano delle poltrone. Gli altri sindacati abbandonano il tavolo
4 Ottobre 2024 - 17:44
Stamattina lo strappo quando, inopinatamente, ma tutto sommato per noi coerentemente con la storica mission di questo dirigente e dei falsi sindacati che gli reggono bordone, voleva rovesciare l’ordine del giorno, parlando prima di posizioni organizzative e funzioni professionali e poi di quello che riguarda ognuno dei infermieri, degli Oss, delle ostetriche e dei tecnici che lavorano nel nosocomio casertano
CASERTA (G.G.) – Il contratto nazionale del comparto sanitario prevede, agli articoli 102 e 103, l’obbligatoria creazione di un fondo, proporzionale alla platea dei componenti assunti nel comparto degli infermieri, degli oss, delle ostetriche, ecc. che all’ospedale di Caserta ammonta o dovrebbe ammontare a 10 milioni di euro in rapporto agli attuali 1250 dipendenti circa.
Naturalmente, non è che le direzioni generali possono attingere a questi soldi come gli pare e piace, visto che se questo fondo esiste legittimato da un pezzo del contratto nazionale di lavoro, possiede un vincolo materiale e morale.
Si tratta che devono, dovrebbero essere erogati ai dipendenti dotto forma di incentivi, per le ex fasce che oggi si chiamano Deb differenziali economici di base, per incarichi professionali, eccetera.
Insomma, come tutte le cose che in Italia vengono messe su carta, anche questa appare valida, positiva, ineccepibile, perché stabilisce un rapporto tra un’attività supplementare, tra una capacità produttiva espressa e riconosciuta del lavoratore, che si riverbera sulla qualità del servizio erogato ai pazienti.
Il lavoratore è incentivato dal movente anche economico a fare di più e meglio e se fa di più e meglio, ci va bene anche il paziente.
Come si può, dunque, criticare un meccanismo che appartiene a forme di definizione di un diritto del lavoro moderno ed emancipato?
Il problema è che quando una buona legge o un buon contratto nazionale di lavoro che, al pari della legge, è anch’esso una fonte del diritto, finisce nelle mani di un sedicente management il cui unico obiettivo è quello di fare gli interessi della politica perché la politica e solo la politica ha permesso a chi di questo management fa parte di diventare un dirigente pubblico come mai sarebbe potuto succedere in Svizzera, in Francia, in Germania, negli Stati Uniti, dove se non sei bravo non vai da nessuna parte, della qualità di una norma viene fatta letteralmente strage.
LA VERA FUNZIONE SINDACALE, GRANDE SCONOSCIUTA A CASERTA E IN CAMPANIA – Prendiamo, perché noi ci occupiamo delle cose di Caserta e provincia e non andiamo oltre, il caso dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Se stiamo dicendo una stupidaggine, concederemo al direttore generale Gaetano Gubitosa e al suo direttore amministrativo una prima posizione bloccata per una settimana nella nostra homepage con il seguente titolo: “Voi di Casertace siete degli asini, cambiate mestiere”.
Lasciamo stare per il momento il fondo di 10 milioni obbligatoriamente ricostituito. Parliamo di quello precedente, cioè di quello su cui l’azienda ha operato. Se si toglie qualcosa relativa alle indennità che dovevano essere necessariamente attribuite, il resto è stato tutto quanto portato altrove rispetto ai vincoli normativi.
Una dinamica degli incarichi a di poco irregolare, con qualche coordinamento attribuito al minimo del minimo delle remunerazioni. Zero posizioni organizzative e, come abbiamo scritto in più occasioni, oggi Dep, pagato dopo 14 anni. Un vero e proprio record, che sancisce la cattiva gestione del presunto management ospedaliero casertano, che ha dovuto utilizzare la maggior parte dei soldi del fondo per pagare gli straordinari.
Ovviamente ciò è successo perché, nonostante le decine e decine di denunce di questo giornale il Gubitosa, prono alla politica, ha voluto mandare avanti un nosocomio con 850 dipendenti del comparto.
Un sottodimensionamento pazzesco. Francesco Bottino, uno dei suoi predecessori, poteva avere tutti i difetti del mondo e qualcuno ha dimostrato di averlo veramente, però quando partiva alla volta di Napoli, ossequiava la politica, ma fino a un certo punto. Non andava con la coda tra le gambe e diceva a De Luca che lui i soldi per pagare tutto quello straordinario frutto bacato del sottodimensionamento del personale, non li aveva, e che dunque la Regione avrebbe dovuto assumere l’impegno di compensare, se proprio assumere nuovo personale non si poteva.
Almeno in un’occasione, quella che ricordiamo noi, poi può darsi che sia successo altre volte, Bottino portò a casa circa 3 milioni di euro per finanziare lo straordinario “coattivo”.
Quando ci dicono per quale motivo regaliamo solo critiche a Gubitosa, si dovrebbe avere la serietà di leggere tutti gli articoli che abbiamo scritto sull’ospedale di Caserta negli ultimi anni dalla prima all’ultima sillaba, spiegandoci con lo stesso impegno analitico da noi esposto per quale motivo il Dg fa bene e noi invece diciamo castronerie.
Ora, come possa sedersi ogni volta un dirigente di questo tipo a un tavolo di trattativa con i sindacati si può ben immaginare.
Tutte le sigle dovrebbero metterlo alle strette, e così fanno le sigle che di mestiere fanno il sindacato, non il ricottificio.
Lo fa da sempre Nursing Up, che non a caso, non per fortuna o combinazione è il più forte all’interno dell’azienda, ma lof a da qualche tempo, piacevole novità, anche un sindacato storicamente nemico di questo giornale, ossia la Fials, a cui evidentemente certe lezioni sono servite per cominciare ad assolvere ai doveri che la costituzione italiana impone alle organizzazioni sindacali. Lo fa anche il Nursing. Al contrario, non lo fanno Cisl e Uil, la Cgil non la nominiamo proprio perché avendo zero Rsu va a sedersi al tavolo con Gubitosa solo per scroccare un caffè.
Ma la Cisl e la Uil non sono dei veri sindacati nell’ambito della sanità casertana. Sono, invece, come abbiamo scritto cento volte, cinghie di trasmissione dei potenti di turno.
Si accordano con i direttori generali spacciando per intese convenienti per gli interessi dei loro iscritti operazioni studiate a tavolino che poi ai loro iscritti, a cui ovviamente non viene raccontata la verità, non producono alcun vantaggio materiale (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO PRECEDENTE ARTICOLO CON QUALCHE DETTAGLIO IN PIU SULL’ARGOMENTO).
In questi giorni si sta facendo una trattativa che chi conosce la storia dei sindacati italiani, chi ha letto per piacere o dovere di studio universitario i manuali di diritto sindacale, sa che è seconda solo alle trattative che si svolgono a Roma per il rinnovo dei cosiddetti contratti collettivi nazionali.
Ci riferiamo alla trattativa della cosiddetta contrattazione decentrata, o contratto integrativo aziendale che dir si voglia.
Quello nazionale stabilisce una cornice normativa vincolante, garantendo però la possibilità di realizzare delle intese migliorative rispetto a quella che in gergo si definisce base minima, tipica dei contratti nazionali.
Non si scherza, e invece Gubitosa, sia detto con rispetto per la persona, scambia queste cose per la partita di tressette che va a farsi quando torna nella natìa Montemiletto. Stamattina le tre vere sigle sindacali, ossia Nursing Up, Nursing e Fials, si sono alzate e hanno abbandonato il tavolo, ritenendo che non esistessero le condizioni serie e proposte serie da parte dell’azienda.
Cos’è successo? Quando stamattina si è aperto il tavolo, chi vi sedeva, dalla parte dei veri sindacati, era convinto che si trattasse di una rapida certificazione di tutto quello che era stato stabilito nelle cosiddette pre-intese.
I tre anni del contratto integrativo avrebbero dovuto mettere al centro quello che non può non essere il fulcro della difesa dei diritti sindacali, ossia le Dep.
E sapete perché? La crescita automatica e dunque il passaggio da una fascia a un’altra di un dipendente del comparto, che poi si traduce in meno di 100 euro lordi al mese in più, è conquista riguardante tutti i dipendenti, non uno sì e l’altro no, non uno sì perché appartiene alla Cisl, alla Uil, al Nursing Up, e l’altro no perché appartiene al sindacato Pinco Palla.
No. Questo è un interesse che riguarda tutti i lavoratori e su cui ogni sindacato avrebbe dovuto concordare. Ecco perché diciamo che esistono nell’ospedale veri sindacati e sindacati farlocchi.
Non perché ci sia stato antipatico prima Nicola Cristiani della Cisl o attualmente Guido Alfano o un altro ancora. È gente che non conosciamo, che rispettiamo come esseri umani. Il nostro è un ragionamento di equità.
Se tu fai il sindacato, devi avere nella testa e nel cuore prima di tutto l’interesse dell’intera popolazione dei lavoratori, poi si parla del resto.
Tu, Gubitosa, prima certifichi con la ceralacca la questione del Dep e poi allarghi il discorso ad altri temi. Se la Cisl e la Uil ti fanno da gregari su una impostazione e un metodo diversi, vuol dire che tu fai il mestiere del padrone, ma quelli là non fanno il mestiere dei sindacati. O no?
È una stupidaggine quella che stiamo scrivendo? Se lo è, venitecela a confutare. Altrimenti noi parleremo sempre e comunque di imposture.
Cosa ha proposto invece, stamattina, mister Gubitosa: siccome lui deve rispondere alla politica e per la politica soprattutto napoletana Cgil Cisl e Uil sono importanti, se ne è uscito con una sorta di ribaltamento dell’ordine dei lavori.
La politica non riconosce, infatti, come soggetto da mungere elettoralmente la popolazione intera dei dipendenti del comparto, ma riconosce determinate persone, determinati gruppi di persone, che poi dovranno mobilitarsi in maniera clientelare al momento giusto.
La politica se ne frega dell’interesse di tutti i lavoratori. Questo ovviamente a livello locale. La politica deve accontentare quello perché portato da Oliviero, quell’altro perché è portato da Zannini, quell’altro ancora perché è portato da Caputo. Poi deve accontentare i sindacati che contano a Napoli e Roma, e giù altri favori.
Facciamo un esempio, ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale. Se tu mischi la Senologia che ha 6 posti letti e che per giunta non li ha nemmeno nel reparto ma si appoggia al Day Surgery, con la sala operatoria dello stesso Day Surgery, tu non costruisci un sistema organizzativo utile per l’utenza, costituendo quelli che sono due servizi distinti e separati riducendoli a uno solo.
Non c’è nulla che attiene alla razionalizzazione in una manovra del genere. Stai solamente cucendo il vestito addosso a chi devi gratificare con una posizione professionale meglio remunerata. In pratica parti dal tetto della casa senza occuparti delle fondamenta. Se la Cisl e la Uil avallano operazione come queste, come si fa a non pensare che le medesime vadano a favorire qualche loro dirigente, qualche loro iscritto, ovviamente a scapito di altri sindacati?
Ma agli altri sindacati non frega nulla il fatto che quella o quell’altra persona debba avere la posizione organizzativa o il coordinamento, ma pongono una questione di metodo: tu fai prima il Dep, poi cominci a ragionare sugli incarichi, sulle funzioni, partendo dalle fondamenta e non dalla testa, e cioè mappando l’ospedale in modo tale che ogni posizione professionale riconosciuta, ogni posizione organizzativa riconosciuta, ogni incarico professionale riconosciuto, migliorino la qualità dei servizi e non la peggiorino o la lascino intatta, perché anche lasciandola intatta l’operazione si è chiaramente connotata come un favore fatto alla politica o ai sindacati amici e non come un riconoscimento complessivo e non discriminato quali sono indubbiamente i Dep o fasce.
Ecco perché i veri sindacati, giustissimamente, si sono alzati dal tavolo, mentre i compagnucci non sappiamo di che cosa, sono rimasti nella stanza e poi tutti insieme si sono recati al bar, quasi abbracciandosi.
Ma se Cgil, Cisl e Uil sono i sindacati più importanti d’Italia, non lo sono sicuramente all’interno dell’azienda ospedaliera di Caserta, perché fermo restando gli zero Rsu di Cgil, 4 ce li ha la Cisl e 2 la Uil.
Siccome dall’altra parte Nursing Up ha 9 Rsu, Fials ne ha 3, Nursing 2, significa che questo caffè che Gubitosa ha preso con quelli della Cisl e della Uil è una passeggiata dimostrativa inutile, perché lui senza Nursing Up, Fials e Nursing l’accordo integrativo non lo potrà sottoscrivere mai.
Speriamo che per una volta gli iscritti alla Cisl, alla Uil e alla Cgil si rendano conto che i dirigenti che sulla carta li dovrebbero rappresentare si fanno solo i fatti loro, favorendo amici e amici degli amici.
Noi non sappiamo come funzionino le cose fuori dall’ospedale di Caserta, ma sappiamo che per come viene trattato realmente, per le balle che gli vengono raccontate ogni volta, gli iscritti a Cgil, Cisl e Uil, dovrebbero strappargliele in faccia le tessere a chi gliele ha fatte sottoscrivere.