OSPEDALE DI CASERTA. Ops, le barelle della vergogna scompaiono dall’UTIC poche ore dopo il nostro articolo. Dottor Calabrò, si contenga

4 Marzo 2022 - 16:56

CASERTA (g.g.) – I congiunti di uno dei pazienti ricoverati nell’Utic dell’ospedale civile di Caserta ci hanno avvertiti che a poche ore di sostanza dalla pubblicazione del nostro articolo, l’indegno schieramento di barelle ad altissimo rischio e di altissima delicatezza, è scomparso. Per cui, il problema non era insormontabile.

Quello sconcio, che pesa direttamente sui contenuti operativi della direzione strategica, del direttore generale Gaetano Gubitosa e della direttrice sanitaria Angela Annecchiarico, è stato rimosso, cancellato, nel giro di pochissime ore.

Per cui, se diciamo che quella roba lì non è stata frutto di una emergenza insormontabile, di una necessità senza alternative, ma di una politica mediocre di gestione del complesso ospedaliero e del reparto dell’Utic in particolare, non potremo essere definiti cacciatori di streghe.

Quando abbiamo scritto l’articolo con la foto inviataci dai congiunti di uno dei ricoverati, non abbiamo fatto il nome del primario.
Non perché non conoscessimo le sue generalità, ma perché Casertace era qui, esattamente come c’è oggi. Anche 5, 6, 8 anni fa.
Il non aver citato il nome di Paolo Calabrò, figliolo del sempre onnipotente Raffaele Calabrò, l’uomo dell’Opus Dei, è stato frutto di una consapevole volontà di non personalizzare una questione dentro alla quale si potevano individuare varie responsabilità.
E siccome noi riteniamo che quella situazione sia frutto dell’impostazione errata degli atti di gestione operativa, gli unici nomi che è giusto fare sono quelli dei direttori: quello generale e quello sanitario.
Il primario, che in questo caso coincide con il capo del dipartimento, è diventato ai nostri occhi una sorta di incidence, un fattore subordinato a strategie organizzative che, sempre ai nostri occhi, subiva e di cui non era artefice.

Da ciò, la semplice situazione della figura del primario pro tempore, in modo da evitare che i tanti articoli dedicati, in passato, alla carriera di Paolo Calabrò, non trovassero un richiamo in una vicenda tanto grave quanto fine a se stessa.
Oggi, invece, il nome di Paolo Calabrò lo abbiamo fatto, anzi del professore Paolo Calabrò, che guida da primario la Cardiologia universitaria, e poi deborda dal perimetro accademico andando a ricoprire, a nostro avviso in maniera piuttosto discutibile in punto di diritto, la carica di capo-dipartimento.
Se oggi abbiamo deciso di fare il nome di Paolo Calabrò c’è anche un perché.
Questo perché abita nella scarsa memoria che il suddetto dimostra di avere rispetto ai lavori giornalistici a lui dedicati da Casertace negli anni, di cui noi possiamo riprendere il filo.
Quelle barelle sono scomparse e siamo tutti contenti.
Cerchiamo di non fare i bulli attraverso la solita rappresentazione di chi è forte solamente con i deboli, perché questo non sta bene anche dal punto di vista della professione dei principi della religione che il professor Paolo Calabrò dovrebbe ben conoscere in considerazione dell’antica militanza del papà all’interno della Compagnia delle Opere.